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Ivrea
16 Aprile 2023 - 18:12
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Data di inizio 16.04.2023 - 00:00
Data di fine 15.05.2023 - 00:00
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Al piano terra di Palazzo Giusiana, un’altra mostra, questa volta fotografica, l’ultima, con la firma dell’Assessora Costanza Casali. Titolo: “lettori per strada” di Ernani Orconrte e Fulvio Magurno. Sarà visitabile gratuitamente sino al 15 maggio… E su Casali qualcosa la si dovrà pur dire prima o poi.
Non perchè durante un Salone del libro a Torino è corsa dietro all'allora Ministro Dario Franceschini ricordandogli (e poi lui se n'è ricordato...) che esiste una città Unesco che ha dato i natali ad un imprenditore che aveva fatto della cultura un motivo di vita.
Non perchè un giorno s'è presentata in assessorato regionale chiedendo e ottenendo fondi per la sua città, all'insaputa dei colleghi di giunta che l'avrebbero "boicottata".
Non per le tante Torte 900 portate su è giù per l'Italia ad artisti, pensatori, scrittori e gente che ne sa... No! Non per tutto questo, che già ce ne sarebbe abbastanza. E neanche per le polemiche strumentali (interne al centrodestra) per la "Magica parata di Cosmo" una delle iniziative più intense che si siano mai viste o per le critiche (del sottobosco) legate al Natale, di chi avrebbe preferito luminarie "stile patronale" al posto di quei 63 striscioni realizzati da Paolo Amico con frasi tratte dai libri di Italo Calvino che poi (diciamoci anche questo) sono state uno dei motivi per cui Ivrea è stata raccontata in centinaia di resoconti giornalistici.
Taglia di qua e taglia di là, Casali ce la ricorderemo per il gran lavoro portato avanti nell’anno di “Ivrea capitale del libro” aggiungendo in rete materiale che, ne siamo certi, aiuterà Ivrea, se non altro nell’immaginario collettivo, a diventare sempre più turistica.
Ma anche per essere riuscita a spendere in così poco tempo (e non era affatto scontato) ben 740 mila euro organizzando o patrocinando più di 250 eventi. Infine per averci regalato, anche l’occhio vuole la sua parte, oltre alla sostanza anche la forma presenziando a tutte le inaugurazioni con scarpe, borse e abiti che sembravano cuciti apposta per quell’occasione. Un guardaroba infinito... Insomma non un assessore scialbo, poco curato, da paesello di provincia, ma qualcosa di decisamente nuovo almeno per i canoni a cui eravamo abituati.
Seria e decisa in tutto anche nel non accettare una candidatura a sindaco per il centrodestra che avrebbe tradito i suoi attuali compagni di viaggio. Se la sarebbe meritata ma ha detto “no” ed è stato un “no” senza ripensamenti.
Seria e decisa di fronte agli attacchi frontali che negli ultimi mesi le sono arrivati dalle consigliere comunali Maria Piras e Anna Bono, della sua stessa maggioranza, strumentalizzate vai a capire perchè e per come da chi avrebbe voluto “bruciarla”.
Seria e decisa, infine, nelle risposte alle Opposizioni sul perchè delle scelte e sui soldi spesi ed ha sempre vinto lei.
Verrà ricordata per le statue di Mitoraj, per le fioriere di Ugo Nespolo ma anche per Palazzo Giusiana che versava in un evidente stato di abbandono e di degrado.
“Come avvocato avevo frequentato quell’edificio per tanti anni e mi piangeva il cuore vederlo così…” ci aveva confidato. Per questo dopo averlo dapprima solo immaginato, in tre mesi, che sono da considerarsi tempi record nell’amministrazione della cosa pubblica, lo ha riaperto al pubblico.
Ed è qui che si sono susseguite mostre importanti. Ce n’è ancora una in corso sul “Fascino delle biblioteche” di Massimo Listri con “pop up” di Giuseppe Veneziano, ma in tanti si ricorderanno e porteranno nel cuore quella su Pinocchio. Qui è stata allestita la stanza dedicata a Capitale italiana del libro e qui si è dato spazio al fondo A della biblioteca Olivetti donata al comune nel 72 e mai catalogata prima d’ora.
Nel suo curriculum si legge: “passione per l’arte, la moda e il restauro” ma anche che nel 2016 organizzò nella Sinagoga di Ivrea una mostra a supporto della candidatura di Ivrea a patrimonio dell’Unesco. Sempre lei dal 2017 al 2018 organizzatrice di una mostra a Santo Stefano Belbo (“Square the circle”) e dal 2019 al 2020 a Orta San Giulio (“Playing in the room”).
Insomma Casali c'era già prima esattamente così come l'abbiamo vista in questi mesi e probabilmente continueremo a sentir parlare di lei, come donna di cultura, non più come assessora.
a cura di Costanza Casali
I protagonisti assoluti delle immagini in mostra sono i lettori e i libri.
Il lettore con il suo sguardo attento, l’atteggiamento rilassato, il senso della scoperta, il concetto di solitudine. Leggere come cura dell’anima, come momento di svago, leggere per apprendere e imparare oppure come strumento di informazione.
La mostra è uno spaccato dei lettori per strada immortalati negli scatti di Ernani Orcorte.
Il “lettore stradale” è un soggetto attraente e per Orcorte fonte di continua meraviglia. Egli ritrae gente impegnata a leggere, giovani, anziani, homeless con giornali, libri, riviste: tutti colti nel momento della lettura in luoghi laici o di culto. Riscoprire e raccontare attraverso le immagini l’amore più intimo per la lettura. Il fotografo ha girato per le strade cogliendo i lettori nel momento in cui sono persi tra le pagine di un romanzo o di un fumetto e le pose che assumono, lettori stesi in spiaggia, in viaggio, seduti su panchine o a terra.
Lettori che preferiscono godere di un paesaggio descritto tra le pagine piuttosto che alzare lo sguardo su quello reale che li circonda; lettori “ai margini” che un libro o uno sgualcito albo a fumetti trasporta per un attimo in un’altra dimensione; lettori che predicano, insegnano.
Tutti sotto quella bolla che sembra circondarli e li rende meno soli.
Proprio per sottolineare quest’aspetto, il fotografo ha voluto inserire nell’esposizione la foto del monaco tibetano che legge a lume di una candela, nonostante non sia una foto tecnicamente corretta. L’evidente sfocatura è dovuta al fatto che la situazione in cui Orcorte si era trovato era stata inaspettata, con una pellicola poco sensibile in macchina. Ma bisogna saper immaginare…
Ernani racconta: “Facevo parte di una spedizione scientifica partita alla volta del Tibet con lo scopo di studiare e fotografare copertine lignee di libri e pitture murali di interni di monasteri. Eravamo forniti, come lasciapassare, di alcune lettere rilasciate dal governo tibetano in esilio a Dharamsala che invitavano gli abati dei vari monasteri ad accoglierci ed aiutarci nella nostra missione. Questo monaco, probabilmente mosso dal timore di essere scoperto da qualche elemento legato a un occupante molto sospettoso, ha letto la lettera solo dopo aver raggiunto il sottotetto più buio e nascosto: la lettera era indirizzata a lui e al suo monastero. Mi piace pensare che non sia stata solo la candela ad aver gettato un po’ di luce in quella stanzetta, ma che quella lettera venuta da lontano abbia alleviato la sua solitudine”.
Questi scatti ci dicono che si legge ovunque, quando e come si può.
Ad arricchire l’esposizione uno scatto storico di Fulvio Magurno, da “Librarium”, che è stato posizionato nella stanza dedicata al Fondo A della collezione di libri della Biblioteca Olivetti, proprio per la bellezza che sprigiona: un primo piano di un libro aperto, quasi fosse un fiore che sprigiona dalle pagine il profumo della carta.
Adriano Olivetti pensava che la conoscenza, la bellezza, in una parola la “grazia”, dovessero accompagnare i giorni e le ore di tutte le vite umane che gli scorrevano accanto e che incontrava in fabbrica e nel mondo. Pensava di dover restituire in “grazia” ciò che gli era stato concesso in sorte. E a chi gli chiedeva quale fosse il contrario del peccato rispondeva senza esitazione che fosse non la “virtù” ma la “grazia”. Pensava che generare bellezza fosse un dovere. Ho, pertanto, pensato che questo scatto fosse il più appropriato da posizionare proprio nella sala dedicata ai libri della Biblioteca Olivetti.
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