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Cronaca
22 Settembre 2025 - 14:06
Urla, fumogeni e grande affluenza. Tanti cittadini comuni, ma anche manifestanti dei centri sociali. Intorno alle ore 12 di oggi, 22 settembre, un gruppo di attivisti di “Torino per Gaza” ha bloccato i binari di Torino Porta Nuova, durante una giornata già segnata da pensati scioperi e disagi sul fronte della mobilità pubblica.
Il gruppo si sarebbe quindi staccato dal corteo principale partito questa mattina dal centro di Torino. L’ingresso primario della stazione è stato chiuso dalle forze dell’ordine, mentre il corteo principale proseguiva lungo via Madama Cristina, registrando una partecipazione stimata in circa 10mila persone.
Sull’area ferroviaria l’azione è stata netta e visibile: i manifestanti che si riconoscono nel gruppo “Torino per Gaza”, composto in larga parte da centri sociali, si sono mossi separandosi dal flusso principale per concentrare sull’infrastruttura ferroviaria una forma di protesta che, per la sua collocazione, ha avuto un impatto immediato sulla mobilità e sull’accesso alla stazione.
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Nel corso della manifestazione, sono stati compiuti gesti simbolici che hanno scandito la protesta: in piazza Graf alcuni attivisti hanno bruciato la fotografia della premier Giorgia Meloni insieme a quella di Benjamin Netanyahu, mentre tra i partecipanti si sono levati cori e l’esecuzione di “Bella Ciao”; non sono mancati fumogeni accesi in diversi momenti della piazza, a sottolineare la caratterizzazione politica e spettacolare della mobilitazione. Davanti all’ex stabilimento Microtecnica alcuni manifestanti hanno preso la parola, affermando di voler «bloccare porti e stazioni in solidarietà alla Palestina, alla Flotilla e contro il governo Meloni» e rimarcando la scelta di colpire infrastrutture come forma di pressione politica.
Parallelamente, sempre nel centro cittadino, il movimento Ultima Generazione ha portato avanti azioni dirette: una decina di persone si è seduta per terra sulle strisce pedonali in corso Vittorio Emanuele II, all’angolo con corso Re Umberto, impedendo la circolazione e provocando il blocco del traffico. In quell’azione una attivista si è incatenata a un semaforo. Sul tema personale della protesta, uno degli attivisti coinvolti ha dichiarato di essere in sciopero della fame da alcuni giorni per chiedere misure concrete a tutela della popolazione palestinese e dell’apertura di corridoi umanitari. Le forze di polizia, con la presenza della Digos, hanno proceduto alle identificazioni dei partecipanti.
L’articolazione della giornata — corteo principale su via Madama Cristina, occupazione dei binari a Porta Nuova da parte dei centri sociali e azioni dirette in altre vie del centro — ha reso la mobilitazione ampia e multiforme, alternando fasi di massa a momenti simbolici e di forte impatto sulle infrastrutture cittadine.
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