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Cronaca
03 Giugno 2025 - 19:01
Era il papà dell’“onda verde” di Torino, quella che per anni ha sincronizzato i semafori della città per far defluire più rapidamente il traffico. Un uomo di scienza, un ex fisico nucleare appassionato di elettronica, collezionista di libri, capace di scrivere articoli accademici su Cristoforo Colombo e guadagnarsi una laurea honoris causa da un’università americana. Oggi, Pier Costanzo Brio, 81 anni, vive con 500 euro al mese in una frazione di Viù, Fucine, in una casa da lui ristrutturata dove per scaldarsi d’inverno serve il gasolio – che non riesce più a pagare. Ha speso tutto: 300mila euro solo per il rifugio in montagna, dopo aver venduto l’elegante appartamento in via Pietro Micca 17 a Torino, al quinto piano, dove ha abitato fino al 2004.
Nella sua vita ha collezionato più di quattromila volumi: tomi antichi, rarità, manoscritti, libri firmati da ministri del Duce, una lettera di Colombo stampata a Torino, pergamene seicentesche. "In pochi sanno che Cristoforo Colombo era un nobile di origini piemontesi. Apparteneva alla famiglia dei Paleologi. Era un intoccabile. Fosse stato un altro, l'avrebbero bruciato sul rogo" ha raccontato oggi Brio in Tribunale ad Ivrea, tra una digressione e l'altra.
“Per me i libri sono tutto”, ha detto davanti al giudice. Eppure ora è imputato per ricettazione insieme al figlio Erasmo Antonio Ermenegildo Brio, nato nel 1982, e alla nuora Natalia Rayeuskaya, classe 1991, originaria della Bielorussia. Tutti difesi dall’avvocato Paolo Maisto.
Secondo l’accusa, coordinata dalla pm Elena Parato, i tre avrebbero detenuto e tentato di vendere, tramite eBay, quattro preziosi volumi appartenuti alla biblioteca del Collegio Universitario Antonianum dei gesuiti, chiuso nel 2000. Libri ritenuti inalienabili e dunque invendibili. Tutto è partito da un annuncio online, pubblicato con l’utenza “Bessanese”, dove i tomi venivano offerti a tremila euro. I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno avviato accertamenti incrociati con storici e religiosi: non risultavano denunce di furto, ma le segnature riportate erano chiare. Erano i “Giovio” del 1560, il “Maffei” del 1589 e il “Romanae Correctionis” del 1603.
A metterli in vendita è stato il figlio, Erasmo. In aula ha raccontato di averlo fatto “per disperazione”: “Mia moglie nel 2017 si è ammalata gravemente, non lavorava, io nemmeno. Ho chiesto aiuto a mio padre. Lui non era contento, quella biblioteca era la sua vita, ma ha accettato”. Aveva iniziato a contattare le librerie antiquarie torinesi – Soave, Pregliasco, il Cartiglio – ma offrivano troppo poco.
Così è finito su eBay, usando il conto corrente della moglie "perché gratuito" come spiegato da Erasmo Brio al giudice in aula.
Pier Costanzo Brio con il figlio Erasmo Antonio Ermenegildo Brio
Pier Costanzo, dal canto suo, ha raccontato con fierezza il passato e con amarezza il presente. “Io quei libri li ho comprati. Negli anni Ottanta e Novanta spendevo e spandevo. In una delle librerie antiquarie più prestigiose di Torino, una volta, mi fecero entrare in un garage pieno di libri provenienti dall’Antonianum. Li avevano presi quando sciolsero l’ordine e il collegio venne dismesso. Ora, trent’anni dopo, li rivogliono indietro e li considerano ‘beni culturali’... Ma io quei tomi li avrò pagati 500mila lire”.
Brio ha testimoniato di aver invogliato il figlio a vendere. “I carabinieri sono andati a casa sua, ma lui aveva pochi libri. Giusto quelli che intendeva vendere. I miei erano quattromila. Io non li ho mai venduti. Lo Stato però me li ha sequestrati tutti, anche quelli che nulla c’entrano. Avrei voluto qualcuno che mi aiutasse a catalogarli. Ora non ho più nulla”. E aggiunge: “Mi appassionavo a queste cose. I libri erano la mia maggiore ricchezza. Mi dispiace che me li abbiano portati via. Vivo con l’assegno di invalidità, mia moglie è cieca, io non riesco più a camminare e non so neppure come fare a scendere per buttare l’immondizia. Qui a Viù, in quella casa al primo piano, è come essere in galera: due volte al mese passa l’infermiere, una volta a settimana esco con il girello. Però posso dire di essere ancora me stesso, e sono felice di non essere un vegetale”.
Il processo prosegue. L’udienza si è svolta oggi davanti alla giudice Maria Claudia Colangelo. L’avvocato Maisto ha chiesto il dissequestro dei volumi. La persona offesa nel processo è il Ministero della Cultura. Il prossimo rinvio è fissato per il 15 settembre alle 11.
Al centro del processo che coinvolge Pier Costanzo Brio, suo figlio Erasmo Antonio Ermenegildo Brio e la nuora Natalia Rayeuskaya, vi sono quattro volumi antichi di notevole rilevanza storica e culturale. Questi libri, ritenuti inalienabili e appartenenti al patrimonio culturale italiano, sono stati oggetto di vendita online, scatenando l'intervento dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale. Di seguito, un'analisi dettagliata di ciascun volume, con una stima del loro valore attuale sul mercato antiquario.
"Libro de' Pesci Romani" di Paolo Giovio (1560)
Opera del celebre umanista Paolo Giovio, questo volume rappresenta una delle prime trattazioni scientifiche sui pesci del Tevere. La copia in questione è una traduzione in volgare di Carlo Zancaruolo, stampata a Venezia nel 1560. Un esemplare simile, con legatura in marocchino decorata e stemma araldico, è stato battuto all'asta da Christie's per una cifra significativa, sebbene il prezzo esatto non sia stato reso pubblico. Stima di valore: Tra €2.000 e €5.000, a seconda dello stato di conservazione e della presenza di elementi decorativi originali.
"Historiarum Indicarum" di Giovanni Pietro Maffei (1589)
Questo volume, scritto dal gesuita Giovanni Pietro Maffei, narra le imprese dei missionari in India e rappresenta una fonte primaria per lo studio delle missioni gesuitiche nel subcontinente indiano. La copia del 1589 è particolarmente rara e ricercata dai collezionisti. Stima di valore: Tra €1.500 e €3.000, variabile in base alla completezza e alla qualità della legatura.
"Romanae Correctionis in Latinis Bibliis Editionis Vulgatae" di Franciscus Lucas Brugensis (1603)
Questo testo è una revisione critica della Vulgata, la traduzione latina della Bibbia, commissionata da Papa Sisto V. L'opera è fondamentale per gli studi biblici e teologici. Edizioni moderne in facsimile sono disponibili a prezzi accessibili, ma una copia originale del 1603 ha un valore ben superiore. Stima di valore: Tra €1.000 e €2.500, a seconda dello stato di conservazione e della presenza di annotazioni o ex libris storici.
L'avvocato Paolo Maisto, difensore dei tre imputati
Dalle accuse mosse dalla Procura di Ivrea emerge con chiarezza che i quattro volumi al centro del processo a carico di Pier Costanzo Brio, Erasmo Antonio Ermenegildo Brio e Natalia Rayeuskaya sono considerati beni culturali di “provenienza delittuosa”, ritenuti provento di furto avvenuto “in data e luogo non accertati”.
Questi volumi, secondo i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino, provengono dalla biblioteca dell’ente ecclesiastico gesuita Collegio Antonianum. Il collegio è stato chiuso nel 2000 e da successivi accertamenti è emerso che i libri in questione non risultavano formalmente alienati né dichiarati come ceduti.
Il punto cruciale è che – pur in assenza di una denuncia formale di furto – i volumi recano segnature e timbri ufficiali del Collegio Antonianum, e dunque rientrano nella categoria dei beni culturali inalienabili, la cui cessione o detenzione deve essere autorizzata dal Ministero della Cultura.
Pier Costanzo Brio è una figura poliedrica che ha lasciato un'impronta significativa in diversi ambiti, dalla scienza all'ingegneria, fino alla ricerca storica.
Negli anni '90, Brio ha co-inventato un dispositivo elettronico per la trasmissione e ricezione di segnali analogici e digitali, come attestato dal brevetto italiano ITTO910807A1, depositato nel 1991 e pubblicato nel 1993. Questo dispositivo ha contribuito allo sviluppo di sistemi di comunicazione più efficienti, evidenziando le sue competenze avanzate in elettronica e telecomunicazioni.
Oltre alla sua carriera scientifica, Brio è noto per le sue ricerche storiche non convenzionali. Ha pubblicato saggi critici sulla figura di Cristoforo Colombo, mettendo in discussione le narrazioni tradizionali riguardanti la sua origine e le sue imprese. I suoi lavori sono apparsi su piattaforme come "In-Contro/Storia" e "Cartesio Episteme", dove ha presentato teorie alternative basate su documenti storici e analisi approfondite.
Brio ha dedicato gran parte della sua vita alla raccolta di volumi antichi e rari, accumulando una biblioteca personale di oltre 4.000 libri. Questa collezione comprende opere di valore storico e culturale, tra cui manoscritti, edizioni rare e documenti significativi. La sua passione per i libri riflette un impegno profondo nella conservazione e nello studio del sapere umano.
Attualmente, Pier Costanzo Brio risiede a Viù, una frazione montana in Piemonte. Nonostante le difficoltà economiche e di salute, continua a essere una figura rispettata per il suo contributo alla scienza e alla cultura. La sua storia è un esempio di dedizione alla conoscenza e alla ricerca, che ha attraversato diverse discipline e ha lasciato un segno duraturo.
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