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Cronaca
03 Giugno 2025 - 12:13
Cinque bambini in ospedale dopo il bagno in piscina, uno è in terapia intensiva
Doveva essere un pomeriggio d’estate, con le urla gioiose che rimbalzano nell’eco azzurro di una piscina. Invece si è trasformato in un incubo. Cinque bambini sono finiti in ospedale dopo un bagno in una piscina nella zona della Borghesiana, alla periferia est di Roma. Per uno di loro, un bambino di soli nove anni, la corsa contro il tempo è finita nel reparto di terapia intensiva. Gli altri quattro sono stati trattenuti in osservazione, ma le loro condizioni non sarebbero gravi. A scatenare il malore collettivo, secondo i primi riscontri medici, sarebbe stata una forte intossicazione da cloro.
L’allarme è scattato domenica pomeriggio. I bambini si trovavano in vasca, in un impianto sportivo ancora da precisare pubblicamente, quando hanno cominciato a mostrare sintomi chiari e preoccupanti: difficoltà respiratorie, irritazione agli occhi, tosse violenta, nausea. I genitori presenti si sono accorti subito che qualcosa non andava. È bastato uno sguardo per capire che la situazione era seria: occhi arrossati, visi stravolti, alcuni che faticavano a respirare. Le chiamate al 118 si sono moltiplicate in pochi istanti, e le ambulanze hanno trasportato i piccoli pazienti in vari ospedali della Capitale. Il più grave è stato ricoverato d’urgenza in terapia intensiva pediatrica.
A quel punto è scattata anche l’indagine: la polizia ha avviato accertamenti sull’impianto, cercando di ricostruire le cause del malore. L’ipotesi più accreditata è quella di un errore nella gestione dei prodotti chimici utilizzati per la disinfezione dell’acqua, in particolare il cloro. Una concentrazione troppo elevata potrebbe aver causato una reazione immediata nei bambini, che hanno inalato vapori tossici e assorbito sostanze irritanti mentre nuotavano.
Gli agenti stanno acquisendo la documentazione tecnica dell’impianto, le certificazioni sulla manutenzione, i registri relativi al trattamento dell’acqua, le autorizzazioni sanitarie. Al momento, la struttura resta aperta ma sotto osservazione, in attesa di eventuali disposizioni dell’Asl e della Procura. Non si esclude che, nelle prossime ore, vengano disposti sequestri temporanei per consentire analisi più approfondite.
La notizia ha immediatamente sollevato indignazione e paura tra le famiglie del quartiere. La Borghesiana è un’area densamente popolata, con molte famiglie giovani. L’impianto in questione era considerato da molti un luogo sicuro per le attività sportive e ricreative dei bambini. Ora tutto viene messo in discussione: quanto è sicuro davvero far entrare i nostri figli in una piscina? Chi controlla? Chi vigila?
Intanto, i genitori dei piccoli ricoverati vivono ore di angoscia. Il bambino di 9 anni, il più colpito, lotta nel silenzio sterile di un reparto di terapia intensiva, assistito dai medici e stretto dall’amore di una famiglia sconvolta. Gli altri piccoli si stanno riprendendo lentamente, ma la paura resta. Come resta l’esigenza, ormai non più rimandabile, di un controllo più severo sugli impianti sportivi pubblici e privati, dove ogni estate si riversano migliaia di famiglie.
Non bastano più i cartelli con le norme igieniche o i libretti tecnici appesi in bacheca. Serve una verifica concreta, frequente, reale, non solo a stagione aperta ma durante tutto l’anno. E serve la certezza che, anche nei quartieri periferici, la sicurezza dei più piccoli sia una priorità.
Cinque bambini in ospedale dopo un tuffo: è l’immagine di un’estate che comincia nel peggiore dei modi. Un monito per chi gestisce, per chi vigila, per chi non può permettersi che anche un solo errore si trasformi in tragedia.
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