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Maria Teresa Ruta racconta la paura per l’operazione alla testa del nipotino Noah e la forza di una famiglia che non si è arresa (VIDEO)

La conduttrice torinese ricorda mesi di angoscia e dolore, fino al sorriso del piccolo dopo sei ore di intervento

Sono stati mesi di apprensione e dolore per Maria Teresa Ruta e per tutta la sua famiglia. La conduttrice torinese, oggi 65enne, ha raccontato in televisione il dramma vissuto con il nipotino Noah, nato nel luglio 2024 dall’unione della figlia Guenda Goria con Mirko Gancitano. A soli tre mesi di vita, il piccolo ha dovuto affrontare un delicatissimo intervento alla testa a causa di una diagnosi di craniostenosi, una malformazione che impedisce al cranio di svilupparsi in maniera adeguata rispetto alla crescita del cervello.

L’operazione, spiegano dal Bambin Gesù, serve "a risolvere il conflitto tra il cervello (che, nei primi mesi di vita, incrementa sensibilmente e rapidamente il proprio volume) e il cranio, impossibilitato ad assecondare questa esigenza". Una sfida medica e familiare durissima, che la Ruta ha rivissuto davanti alle telecamere di Storie di donne al bivio, il programma condotto da Monica Setta su Rai 2.

"Ti racconterò le emozioni della nonna che era quella di vedere una figlia soffrire, non soltanto il nipotino. Lui fortunatamente non si è accorto di nulla", ha raccontato la Ruta, che ha voluto sottolineare come il dolore non sia stato solo per il piccolo, ma anche per Guenda, già segnata da anni di difficoltà legate all’endometriosi e a una gravidanza extrauterina che l’aveva profondamente provata.

"Noi siamo una famiglia allargata dove la felicità di ogni componente della famiglia diventa la felicità di tutti", ha aggiunto la conduttrice, ricordando come proprio la nascita di Noah sia stata un’occasione per rinsaldare ulteriormente i rapporti con l’ex marito Amedeo Goria.

Poi il ricordo più doloroso, legato all’attesa di un’operazione inevitabile: "La nonna deve essere forte. La dottoressa mi aveva detto ci vediamo tra tre mesi perché io penso di dover operare questo bambino, ma è inutile allarmare adesso questi genitori ed è inutile dirlo ora. Non potrei farlo adesso, perché deve pesare almeno 6 kg per un’anestesia così importante".

Il momento più intenso è arrivato nel racconto post-operatorio. Dopo sei ore di sala operatoria e tre giorni in terapia intensiva, il piccolo Noah è tornato a casa. "Resterà in osservazione, ma è a casa. Il ruolo di noi donne e nonne è quello di tranquillizzare i figli, ma è anche quello di diffondere una certa informazione. Pensa se avessimo partorito a casa e non se ne fosse accorta la dottoressa", ha confidato la Ruta.

A suggellare il lieto fine, anche il ricordo di Monica Setta, che ha mostrato una foto ricevuta dalla nonna: "Il bambino sorrideva, come se avesse veramente scampato un pericolo". E oggi, un anno dopo quel giorno, la famiglia racconta un cammino di dolore trasformato in forza, con la certezza che quelle cicatrici diventeranno un segno di orgoglio.

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