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31 Agosto 2025 - 14:35
Un attimo di musica e subito dopo il terrore. È quanto accaduto nella serata di sabato 30 agosto 2025 durante un concerto all’aperto di Raphael Gulazzi ad Agnone Cilento, frazione del comune di Montecorice in provincia di Salerno, quando il cedimento improvviso di una pesante struttura metallica per le luci ha trasformato un momento di festa in una scena da incubo. L’artista era al pianoforte, immerso nella sua esibizione, quando ha percepito il pericolo imminente: con uno scatto fulmineo si è alzato e ha fatto in tempo a spostarsi, pochi istanti prima che l’impianto crollasse a pochi centimetri da lui.
La piazza, gremita di spettatori, è rimasta senza fiato. In un battito di ciglia, la gioia della musica ha lasciato spazio a paura e sgomento. Sul palco, oltre al cantante, c’erano altri due musicisti, che con altrettanta prontezza si sono allontanati, evitando conseguenze drammatiche. Incredibilmente, nessuno è rimasto ferito.
Secondo le prime ricostruzioni, il crollo potrebbe essere stato causato dal forte vento che per tutta la giornata aveva battuto la località cilentana. Ma non si esclude nemmeno un problema di montaggio della struttura in ferro, un difetto che, combinato con le raffiche, avrebbe fatto cedere il sostegno delle luci. Una dinamica che ora è al vaglio degli organizzatori e delle autorità locali.
Il video dell’incidente, ripreso da diversi spettatori con i cellulari, è già diventato virale sui social, mostrando il momento esatto in cui l’artista si scosta dal pianoforte mentre il traliccio precipita sul palco. Le immagini parlano da sole: una tragedia evitata per un soffio, che poteva trasformarsi in una pagina nera della musica italiana.
A fronte di quanto accaduto, il concerto è stato immediatamente sospeso in via precauzionale. Il pubblico è stato fatto defluire ordinatamente, mentre l’area è stata messa in sicurezza per scongiurare ulteriori cedimenti. Una serata che doveva concludersi con applausi e bis si è invece chiusa con un misto di sollievo e rabbia.
La politica non è rimasta in silenzio. Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, ha affidato a un post sui social il suo commento durissimo: «È necessario un piano di controlli rigorosi e continui, per estirpare gli abusivi dal settore e garantire che chi organizza eventi rispetti regole e standard di sicurezza. Non possiamo aspettare il morto per intervenire». Parole che riflettono un sentimento diffuso: l’idea che il mondo dello spettacolo dal vivo debba essere garantito da misure preventive più stringenti.
La vicenda riaccende infatti un dibattito che si ripresenta puntuale ogni volta che un concerto rischia di trasformarsi in tragedia: quanto è sicuro il lavoro di montaggio delle strutture? Quali sono i protocolli effettivi di controllo? E soprattutto, chi deve rispondere se qualcosa va storto? Il richiamo di Borrelli tocca un nervo scoperto: nel settore degli eventi, accanto a professionisti qualificati, operano ancora realtà improvvisate che mettono a repentaglio non solo la riuscita di uno spettacolo, ma anche la vita di artisti, tecnici e spettatori.
Intanto, la comunità locale si interroga sull’accaduto. L’artista, rimasto illeso, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma la sua prontezza di riflessi e quella dei musicisti sul palco sono stati decisivi. La paura vissuta resterà impressa nella memoria di chi era presente.
Un evento del genere pone inevitabilmente una riflessione più ampia. I concerti all’aperto, soprattutto d’estate, sono momenti di aggregazione che richiamano migliaia di persone. Ma proprio la natura temporanea delle strutture montate in piazze e lungomare rende essenziale un’attenzione estrema alle condizioni meteorologiche, alla qualità dei materiali e alla professionalità di chi li assembla. Un palo che cede non è solo un imprevisto tecnico: è una falla nella catena della sicurezza.
Per ora resta il sollievo di una tragedia scampata. Ma il messaggio è chiaro: non si può affidare alla fortuna il buon esito di un concerto. Servono regole rispettate, controlli severi e responsabilità chiare. Perché la musica deve emozionare, non spaventare.
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