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Imagine Dragons: l’energia di "Loom" infiamma l’Italia

Dal rock esplosivo di Padova all'abbraccio di Napoli: cronaca di un tour indimenticabile

È stato un ritorno in grande stile, un’esplosione di energia e di emozioni che ha attraversato la penisola da nord a sud. Gli Imagine Dragons, la band americana che ha ridefinito il rock alternativo del nuovo millennio, hanno portato in Italia il loro attesissimo “Loom World Tour”, accompagnati da un entusiasmo travolgente e da una fanbase che non ha mai smesso di amarli.

Tre le date italiane: Padova (18 giugno), Milano (20 giugno) e Napoli (21 giugno). Tre tappe sold out, tre stadi gremiti, tre notti che resteranno scolpite nella memoria di chi c’era. E in ognuna di esse, Dan Reynolds e i suoi compagni hanno fatto ciò che sanno fare meglio: trasformare ogni concerto in un rito collettivo, una liturgia di suoni, luci, parole e adrenalina.

A Padova, allo Stadio Euganeo, il tour ha preso il via con un impatto sonoro devastante: l’apertura con Fire in These Hills, brano manifesto del nuovo album Loom, ha scatenato una standing ovation immediata. Da lì in poi è stato un crescendo: Thunder, Bones, Whatever It Takes e poi l’immancabile Demons, eseguita in una versione intima che ha commosso migliaia di cuori.

A Milano, nel tempio laico di San Siro, la band ha regalato una delle sue performance più intense. Il pubblico, oceanico, ha cantato in coro ogni parola, ogni nota. L’atmosfera era elettrica, quasi mistica. Reynolds, visibilmente emozionato, ha dichiarato sul palco: "Questa è una delle notti più belle della nostra carriera. L’Italia ci ha sempre accolto con amore, e noi questo amore vogliamo restituirlo con la nostra musica."

Ma è stato a Napoli, allo Stadio Diego Armando Maradona, che il tour ha toccato il suo apice emozionale. La città, inondata di sole e attesa, ha accolto gli Imagine Dragons come si accolgono gli eroi. I 37.000 spettatori presenti hanno vissuto un concerto totalizzante, dove le note di Radioactive sembravano fondersi con le vibrazioni del Vesuvio. Il pubblico partenopeo ha ballato, urlato, pianto, come solo Napoli sa fare.

La scaletta ha attraversato tutte le fasi della carriera della band: dai primi successi come Tiptoe e It's Time, passando per le hit planetarie Believer ed Enemy, fino ai nuovi brani di Loom, album che segna una svolta più introspettiva ma sempre potente del gruppo. Non è mancata la sorpresa: in ogni data, Reynolds ha improvvisato qualche frase in italiano, strappando applausi e sorrisi, e ricordando quanto la connessione con il pubblico sia parte integrante della loro arte.

A supportarli sul palco, l’inglese Declan McKenna, artista di apertura che ha saputo scaldare il pubblico con il suo sound eclettico e i testi impegnati.

Il “Loom World Tour” non è stato solo un concerto: è stato un abbraccio planetario, una dichiarazione d’amore alla musica e a chi la ascolta. In un’epoca di distrazioni e velocità, gli Imagine Dragons hanno ricordato a tutti cosa significa condividere un’emozione collettiva, reale, carnale. E l’Italia, ancora una volta, ha risposto con cuore, voce e anima.

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