Cerca

Attualià

L'aceto di mirtilli di Caterina: la novità gourmet del Canavese (VIDEO)

Una lavorazione naturale, senza pastorizzazione, per un aceto dal profumo inconfondibile e dal grado acetico basso, ideale anche a chi ha problemi digestivi

A Forno Canavese c’è una produttrice che ha scelto di riscoprire un’arte antica e di declinarla con originalità, partendo da un frutto che qui cresce rigoglioso: il mirtillo. Si chiama Caterina Vieta e nella sua Tenuta Vieta porta avanti un lavoro tanto paziente quanto appassionato, trasformando piccoli frutti in aceti naturali dal profumo intenso e dalle proprietà salutari. È la sua storia quella al centro di un servizio realizzato da Coldiretti, che mette in luce un’esperienza innovativa e radicata nel territorio canavesano.

L’aceto si può ricavare da diverse basi zuccherine capaci di supportare fermentazione e acidificazione” spiega Caterina. “Uno dei frutti che meglio si presta è il mirtillo. Noi procediamo spremendolo e ricavando un succo limpido, che facciamo fermentare sotto controllo costante”. Ogni fase, infatti, viene seguita con rigore e verificata in laboratorio: prima e dopo la fermentazione, fino alla certezza che gli zuccheri siano completamente trasformati.

Solo a quel punto ha inizio il processo più delicato: l’acetificazione. “Inseriamo il succo fermentato in cisterne di acciaio e aggiungiamo la ‘madre’ di aceto – che può essere di mirtillo, di lampone o di ribes – gradualmente. È fondamentale arieggiare con frequenza, senza forzare i tempi” racconta. Qui sta la particolarità della Tenuta Vieta: scegliere un metodo lento, che può durare anche molti mesi. Un’attesa che però ripaga, perché consente di preservare profumi, gusto e caratteristiche organolettiche.

Non pastorizziamo nulla assolutamente” sottolinea Caterina. Solo quando il laboratorio conferma che non vi sono più zuccheri o alcol residui, l’acetificazione si può considerare completata. Il risultato è un aceto dal grado acetico molto basso, particolarmente adatto anche a chi soffre di disturbi gastrici. “Abbiamo ricevuto riscontri da persone che ne hanno tratto beneficio. L’aceto di mirtillo, così come quello di lampone o ribes, ha proprietà salutari che lo rendono unico”.

Ogni bottiglia racconta la filosofia di un’azienda che ha scelto di non piegarsi alle scorciatoie industriali, ma di mantenere viva una lavorazione naturale e artigianale. Non c’è fretta, non ci sono forzature: solo il rispetto dei tempi lunghi della natura. Così il mirtillo di Forno Canavese diventa un aceto raro, prezioso, che unisce qualità alimentare e benefici per la salute.

La Tenuta Vieta si conferma così come uno degli esempi più interessanti di come la tradizione agricola canavesana possa incontrare l’innovazione, raccontando un territorio capace di valorizzare i propri frutti e trasformarli in eccellenze.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori