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Ghiaccio Fragile 2025: il racconto di una settimana di formazione nella montagna - VIDEO

Un'esperienza immersiva tra natura, scienza e consapevolezza climatica, raccontata attraverso immagini e voci dei partecipanti, per comprendere da vicino la sfida del cambiamento climatico.

Dal 28 luglio al 3 agosto 2025, si è svolta la decima edizione della Summer School “Ghiaccio Fragile”, un'iniziativa unica che ha unito scienza, educazione e sensibilizzazione ambientale in uno degli scenari più suggestivi delle Alpi: Ceresole Reale, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Il progetto, nato per aggiornare e formare docenti, ricercatori e appassionati sui cambiamenti climatici, si è evoluto nel corso degli anni, accogliendo quest’anno anche giovani studenti delle scuole superiori e universitari. Obiettivo: sensibilizzare la nuova generazione sulle drammatiche trasformazioni in corso nelle montagne e nei ghiacciai, e prepararli ad affrontare la crisi climatica.

Quest’anno, l’edizione ha visto un approccio ancora più dinamico, con un focus su un’educazione interattiva e multidisciplinare. La partecipazione attiva degli studenti, che hanno avuto l’opportunità di documentare l’esperienza attraverso social media e riflessioni personali, ha portato un nuovo livello di coinvolgimento.

“Penso che questa edizione sia stata la migliore di tutte, davvero ben riuscita - spiega Marianna Daniele, docente di geografia e formatrice, che ha partecipato alla Summer School fin dalla sua prima edizione - una delle ragioni del suo successo è sicuramente la presenza di studenti delle scuole superiori e universitari, che ha arricchito molto l’esperienza. Sono convinta dell’importanza della comunicazione per trasmettere messaggi significativi sul cambiamento climatico. I ragazzi sono stati entusiasti, soprattutto perché hanno visto i loro docenti impegnarsi attivamente nella loro formazione, andando ‘a scuola’ durante l’estate per poi applicare ciò che avevano imparato direttamente in aula. Si sono sentiti coinvolti e valorizzati".

Marianna Daniele ha spiegato come il ruolo del docente si sia evoluto negli anni, sottolineando la necessità di una formazione costante: "Per noi insegnanti, è fondamentale mettere i ragazzi al centro; il nostro ruolo è quello di essere un ponte per trasmettere contenuti, ma loro devono essere sempre il focus. È stato bellissimo vedere questa connessione, unire docenti e alunni in un dialogo che attraversa diverse discipline.”

Studenti e docenti a scuola per il clima 

Ma la vera protagonista di questa edizione è stata la meraviglia; ovvero il saper riscoprire la bellezza insita nei panorami, nei paesaggi, negli scorci montani: "La bellezza della natura diventa il punto di partenza per riflettere su come stiamo compromettendo questo patrimonio”, ha proseguito Marianna Daniele.

Ceresole Reale, scelta per le sue peculiarità paesaggistiche e ambientali, ha ospitato anche attività sul campo, come escursioni glaciologiche al Colle del Nivolet e al Lago Serrù, e visite agli impianti idroelettrici della zona. La collaborazione con Iren, operatore di energia rinnovabile, ha permesso ai partecipanti di esplorare come la produzione di energia possa convivere in armonia con l’ambiente circostante. “Abbiamo avuto l’opportunità di riflettere su un modello di sviluppo sostenibile, dove l’energia idroelettrica è compatibile con la tutela paesaggistica”, ha aggiunto Gianni Boschis, coordinatore del progetto.

Insieme a esperti come il climatologo Daniele Cat Berro e il geologo Luca Zurli, i partecipanti hanno potuto osservare da vicino gli effetti della crisi climatica sui ghiacciai, che hanno subito una rapida e devastante riduzione.

La novità di quest’edizione è stata proprio il dialogo tra discipline diverse. Non si è parlato solo di scienza, ma anche di cultura e tradizione. La Summer School ha infatti offerto laboratori di pittura e osservazione astronomica, e persino approfondimenti sulla gastronomia di alta montagna. L’obiettivo? Coinvolgere i partecipanti in una riflessione a 360 gradi sul nostro rapporto con la natura, mostrando come ogni aspetto della nostra vita sia connesso alla questione climatica.

Anche gli studenti, per la prima volta coinvolti in prima persona nella comunicazione dell’esperienza, hanno contribuito attivamente.

Una ragazza ha dichiarato: “Voglio lavorare nel turismo, ma in modo che sia sostenibile e rispetti il territorio. Voglio imparare a proteggere e valorizzare la mia terra.”

I giovani, alcuni ancora iscritti alle scuole superiori e altri già universitari, hanno apprezzato il fatto che i docenti si siano messi in gioco, imparando insieme a loro. “Il fatto che i docenti siano venuti ‘a scuola’ in estate per noi è stato davvero significativo,” racconta un altro studente.

In dieci edizioni, Ghiaccio Fragile ha saputo catalizzare l’attenzione di oltre 1500 partecipanti, formando un network sempre più ampio di persone consapevoli e pronte ad agire. La Summer School, con il suo approccio innovativo e il suo forte impegno educativo, non solo sensibilizza, ma offre gli strumenti concreti per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico.

Il messaggio che emerge è chiaro: la montagna, con i suoi ghiacciai in ritirata e il suo paesaggio che cambia, non è solo un simbolo della bellezza naturale, ma anche una spia della crisi che ci riguarda tutti. Se c’è un futuro per il nostro pianeta, è attraverso la formazione, l'azione e la consapevolezza che possiamo costruirlo. Ghiaccio Fragile, con il suo impegno, è una delle esperienze che dimostra come la montagna possa insegnarci a prenderci cura del nostro mondo.

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