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Capaci 33 anni dopo. Il Comune ricorda Giovanni Falcone: “Sconfiggere la mafia è possibile” (VIDEO)

San Mauro Torinese ha ricordato il giudice Falcone e le altre vittime di Capaci davanti alla sala del Consiglio comunale. Una giornata all’insegna della legalità e della giustizia

23 maggio 1992 – 23 maggio 2025. Sono ormai passati 33 anni da quel “click” premuto da Giovanni Brusca e altri uomini di Cosa Nostra che fece esplodere il viadotto dell’A29 tra Isola delle Femmine e Capaci. A perdere la vita fu il giudice Giovanni Falcone, insieme a sua moglie Francesca Morvillo – anche lei magistrato –, e gli uomini della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

Anche quest’anno, il Comune di San Mauro Torinese non ha mancato il 23 maggio di commemorare quanto accaduto a Capaci quel tragico giorno, su cui ancora oggi restano delle ombre sui mandanti.

«Il 23 maggio non è una ricorrenza facile – ha dichiarato l’assessore alla legalità Matteo Fogli, e spesso usiamo quest’espressione per mettere un po’ le mani avanti quando siamo davanti alla morte. Oggi ricordiamo Giovanni, Francesca, Antonio, Vito e Rocco. Li chiamiamo per nome – ha proseguito – perché qui a San Mauro siamo davanti alla sala del Consiglio comunale a loro dedicata. Uomini e donne di Stato, magistrati coraggiosi, agenti leali e generosi».

Ricordare le vittime della strage di Capaci è per l’amministrazione sanmaurese «impegno e passione», come specificato da Fogli, che ha voluto ricordare come lo scorso marzo proprio a San Mauro è stato ospitato Antonio Vassallo, il primo fotografo a giungere sul luogo dell’attentato e a documentare l’accaduto con la sua macchina fotografica. I rullini gli furono però subito sequestrati da sedicenti agenti delle forze dell’ordine – probabilmente uomini di Cosa Nostra – e assenti come prove durante il Maxiprocesso.

Il mazzo di fiori deposto davanti alla sala del Consiglio comunale

«È facile lasciare che queste giornate siano semplice esercizio della memoria: è facile ma inutile, e anche un po’ ipocrita. La lezione più grande di Falcone è averci convinto che la mafia si può debellare, che la mafia si può sconfiggere. Su questo si concentra il nostro impegno, a partire dai 12 punti dell’agenda di Libera. Noi abbiamo davvero fame di verità e giustizia. Non volgiamo che siano le stragi a segnare la storia del nostro Paese, ma l’azione dei magistrati, delle forze dell’ordine, della società civile, della politica. Un impegno costantemente rinnovato a sradicare definitivamente la mafia», ha concluso l’assessore.

È intervento poi Rudy Lazzarini, a nome del Tavolo della Legalità: «Oggi ci troviamo insieme in questo momento di raccoglimento, riflessione e memoria. Fu uno degli attentati più tragici e simbolici della nostra storia repubblicana. Era un sabato pomeriggio, alle 17:58. Un’esplosione devastante squarciò l’autostrada all’altezza di Capaci».

Edilizia, smaltimento illecito di rifiuti, ma anche riciclaggio attraverso il gioco d’azzardo e una rete capillare di affiliati: è così che la mafia gestisce i propri traffici di denaro sporco.

«Le mafie esistono ancora: hanno cambiato volto, hanno imparato a muoversi nel silenzio, nei circuiti dell’economia, della finanza, dell’informazione. Ma sono ancora lì, ed è per questo che il nostro compito non è finito. Falcone diceva: “Gli uomini passano, ma le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”. Noi oggi siamo quelle gambe. Siamo chiamati a far camminare le sue idee e i suoi valori», ha concluso Lazzarini.

La ricorrenza del 23 maggio non intende quindi soltanto ricordare la memoria di Falcone e delle altre vittime di Capaci, ma rinnovare l’impegno concreto e quotidiano nella lotta alla criminalità organizzata.

Amministrazione comunale e cittadini presenti

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