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24 Maggio 2025 - 18:34
Katia Milano
In una società ancora profondamente legata alla spettacolarizzazione, dove identità e riconoscimento dipendono spesso da un’immediata approvazione culturale, le persone che lasciano un’impronta indelebile nel nostro panorama umano difficilmente si associano all’idea di un eroismo virile e appariscente. Parafrasando il filosofo francese Guy Debord e il suo concetto di “società dello spettacolo”, si può cogliere come certi individui, non interessati a primeggiare, siano in realtà degli anti-eroi: i Giusti.
Il valore dell’anti-eroe non è quello dell’antagonista, ma di chi, pur non seguendo sempre le rigide regole di un sistema predefinito, persegue un unico, irrinunciabile obiettivo: salvare vite umane, spesso a costo di sé stesso, della propria famiglia e del contesto in cui vive. Questi atti di straordinario coraggio disinteressato risuonano con forza anche oggi, in un’epoca segnata da nuove, laceranti tragedie. Dalle immagini di distruzione e sofferenza che arrivano da Gaza alle incessanti violenze in Ucraina, il bisogno di Giusti – persone capaci di proteggere l’innocente e difendere la dignità – si manifesta con urgenza drammatica. La loro è una lezione universale, un monito eterno sul valore della solidarietà.
“La Giornata Martinettiana si celebra una volta l’anno per onorare quelle figure del nostro territorio che hanno dimostrato valore, libertà e giustizia”, dichiarano con chiarezza le studentesse dell’indirizzo Artistico, spiegando fin da subito la profondità di questo appuntamento. A completare questa iniziativa, “Il Giardino dei Giusti”, inaugurato nel 2023 nel cortile dell’istituto, si propone di rendere omaggio a coloro che, nel contesto piemontese e canavesano, hanno rischiato la propria vita per salvare persone vittime di persecuzioni e genocidi. Ogni anno, a un nuovo Giusto viene dedicata una targa e piantato un albero in suo onore.
La figura di ispirazione per il Martinetti
Da sinistra a destra: Maria Cristina Fenoglio Gaddò, moderatrice, Erminio Maglione, ricercatore e Franco Brunetta, biografo di Carlo Angela
L'intervento della docente Monica Ferraris
Il docente Como che ha curato il lavoro delle ragazze dell'Artistico sulla targa dedicata a Carlo Angela
Le ragazze della 3 L: istituto artistico del Martinetti
Quel semplice gesto del quotidiano con una forte valenza simbolica in opposizione al regime nazista
Il discorso di Katia Milano in onore della targa appena svelata
Il lavoro di gruppo del Martinetti
Venerdì 23 maggio 2025, in occasione del 33° anniversario della Strage di Capaci, il Liceo Martinetti ha colto l’opportunità di approfondire il tema della legalità in Aula Magna, dalle 9:30 alle 13:10. La scuola aveva già affrontato il tema insieme ad Angelo Corbo, superstite dell’attentato a Giovanni Falcone. A lui si è unita Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi, la prima agente donna della scorta morta nell’attentato a Paolo Borsellino nel luglio del 1992. L’obiettivo dell’incontro: far conoscere figure che hanno lasciato un’eredità di sacrificio e coscienza etica al servizio dell’essere umano.
Al centro della Terza Giornata Martinettiana, dedicata a Carlo Angela, la dirigente Katia Milano ha svelato il programma dell’iniziativa. Due gli interventi principali: “Il dono del Giusto. Etica del quotidiano e virtù della pazienza” di Erminio Maglione, ricercatore in Storia della Filosofia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ed esperto di filosofia dell’immagine; “L’eredità morale di un uomo, di un medico e di un Giusto” di Franco Brunetta, giornalista, docente e biografo di Carlo Angela. A guidare la discussione, la dottoressa Maria Cristina Fenoglio Gaddò, della Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti.
A causa del maltempo, la cerimonia della posa della pianta e della targa in memoria del Giusto dell’anno si è svolta simbolicamente all’interno dell’Aula Magna. Entrambe verranno poi trasferite nel cortile, accanto alle figure fondanti dell’istituto: Piero Martinetti e “Mamma Tilde”.
Piero Martinetti, filosofo e accademico piemontese a cui la scuola è intitolata, fu un coraggioso oppositore del fascismo. La sua intransigenza gli costò la cattedra universitaria, ma la sua vita resta un esempio luminoso di coerenza intellettuale e libertà morale.
Accanto a lui, la memoria di “Mamma Tilde”, sorella di Martinetti, infaticabile custode della sua eredità morale e intellettuale. La sua dedizione la rende simbolo di resilienza e impegno per l’intera comunità scolastica.
Nel suo intervento, la dirigente Katia Milano ha ricordato come, in un’epoca segnata da guerre, discriminazioni e contrasti ideologici sempre più drammatici, il valore dei Giusti sia ancora più necessario: “Offrono un orientamento concreto al valore della vita e al rispetto dell’animo umano”. La professoressa Monica Ferraris ha rilanciato l’invito a studenti e cittadinanza: “È fondamentale proseguire l’eredità di chi ha difeso l’essenza umana con ogni mezzo”.
Insieme alla collega Daniela Neirotti, la Ferraris ha curato tre contributi dedicati a Carlo Angela: un video che racconta il valore di Angela attraverso il dialogo tra un nonno e il nipote; un podcast immaginario con l'ipotetica voce di Giovanna Bianchi, ex paziente di Villa Turina; infine, una lettera di Carlo Angela al figlio Piero, interpretata dal professor Alessandro Fiandino.
Dopo la presentazione dei relatori da parte della dottoressa Fenoglio, Erminio Maglione ha aperto la conferenza analizzando, attraverso filosofia e immagini, il significato esistenziale del Giusto, da Noè a Angela: “Il Giusto non ha bisogno di fare per essere, ma dell’essere per fare”. Ha rievocato figure come Oskar Schindler, Etty Hillesum e Elizabeth Lee Miller, donne e uomini che, in modo diverso, hanno incarnato la compassione, la responsabilità e il coraggio.
Particolarmente toccante l’episodio di Lee Miller, fotografa entrata nei campi di Dachau, che si fece ritrarre nuda nella vasca da bagno di Hitler, simbolicamente rovesciando l’ideologia nazista con un gesto dirompente e personale.
Franco Brunetta ha invece ricostruito la storia di Carlo Angela, direttore della clinica Villa Turina a San Maurizio Canavese, che salvò numerosi ebrei durante la guerra. La sua figura è emersa solo a partire dal 1995, grazie al diario “Venti mesi” di Renzo Segre e alla testimonianza di Massimo Ottolenghi. Brunetta ha sottolineato: “Angela concepiva l’impegno civile non come mezzo per ottenere potere, ma come dovere etico e politico contro l’arroganza, la demagogia e il servilismo”. E ha ricordato le parole del figlio Piero, in una lettera inviata nel 2002 agli studenti di San Maurizio, che chiudeva idealmente il cerchio tra memoria e futuro.
Nella conclusione, la moderatrice Fenoglio ha posto in dialogo i valori di Angela con quelli di Martinetti, esortando tutti a non voltarsi dall’altra parte di fronte ai drammi del presente. “Ognuno di noi può fare la differenza. La responsabilità verso il prossimo è la base su cui costruire una società più giusta e solidale”.
Infine, gli studenti dell’indirizzo Artistico hanno svelato la targa dedicata a Carlo Angela, accanto alla piantina che sarà collocata nel Giardino dei Giusti. Un gesto semplice, ma potentissimo. Come le azioni di chi ha saputo scegliere il bene, anche nell’oscurità.
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