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"Il caso Caccia. Una storia nascosta": un monologo per ricordare il magistrato ucciso dalla 'ndrangheta

Al teatro Pavarotti di Leini, il 23 maggio, un evento per non dimenticare Bruno Caccia, la sua lotta alla criminalità e l’impegno civile, con la partecipazione di Paola Caccia e la direzione di Andrea Bruno.

"Il caso Caccia. Una storia nascosta": un monologo per ricordare il magistrato ucciso dalla 'ndrangheta

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Venerdì 23 maggio, in occasione dell'anniversario della strage di Capaci che nel 1992 provocò la morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinari, la cittadina di Leini ricorda anche un altro grande martire della giustizia: Bruno Caccia, il magistrato ucciso dalla 'Ndrangheta nel 1983.

In questa data simbolica, il presidio cittadino di Libera, dedicato a Pio La Torre, organizza un evento speciale per mantenere viva la memoria di questi eroi della legalità. Con il patrocinio del Comune di Leini, sarà proposto il monologo teatrale "Il caso Caccia. Una storia nascosta", scritto e interpretato da Andrea Bruno, accompagnato dal Live Painting di Andrea Chidichimo.

La serata vedrà la partecipazione speciale di Paola Caccia, figlia del magistrato, che condividerà la sua testimonianza e il suo ricordo del padre.

Locandina 

L'evento, che si terrà presso il Teatro Pavarotti alle ore 21, intende raccontare una vicenda che, nonostante il suo enorme significato, è spesso rimasta nell'ombra.

Bruno Caccia, procuratore aggiunto a Torino, pagò con la vita il suo impegno contro le infiltrazioni mafiose nel nord Italia. La sua morte, avvenuta a pochi giorni dall'inizio di un'inchiesta importante, resta uno degli episodi più gravi e misteriosi della storia della giustizia italiana.

L'ingresso alla serata è gratuito, ma è necessaria la prenotazione dei posti, che può essere effettuata inviando una mail all'indirizzo cultura@comune.leini.to.it.

Questa iniziativa vuole non solo ricordare una figura fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, ma anche sollecitare una riflessione profonda sul valore della memoria e dell'impegno civile.

Un'occasione per tutti, ma soprattutto per le giovani generazioni, di conoscere una storia troppo spesso dimenticata, e per dire con forza che la giustizia non si ferma mai.

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