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18 Aprile 2025 - 14:50
A Cavagnolo, la mattina non porta il sole, ma fanghiglia, paura e un silenzio denso di fatica. Il maltempo dei giorni scorsi ha trasformato un rio qualunque in un fiume in piena, e ora il paese si lecca le ferite. Case allagate, interi blocchi evacuati, famiglie sfollate, una comunità che ha perso in poche ore la sua quotidianità, ma non il suo spirito.
“È successo qualcosa che qui non era mai accaduto”, racconta il sindaco Andrea Gavazza, ancora visibilmente scosso. “Un piccolo corso d’acqua si è trasformato in una furia e ha investito una parte dell’abitato. La priorità è stata mettere in salvo le persone. Abbiamo sfollato tutte le famiglie, una ventina in tutto”.
Alcune famiglie sono state ospitate da parenti, altre sono state accolte nel palazzetto dello sport, riconvertito in centro di prima accoglienza grazie al supporto della Croce Rossa, della Protezione civile regionale e della RSA di Brusasco, che ha fornito pasti caldi e assistenza sanitaria. “Anche da Brusasco – spiega Gavazza – sono arrivate altre famiglie colpite, che ora stiamo accogliendo con tutto ciò che possiamo”.
Ma l’emergenza non è finita. In zona ATC – dove le case popolari sono risultate tra le più colpite – la rottura di un tubo del gas ha imposto l’immediata interruzione dell’alimentazione elettrica per motivi di sicurezza. “Siamo riusciti a ripristinare il raccordo del gas e riattivare la corrente elettrica nella serata di ieri, ma è stato un intervento delicato, realizzato mentre le strade erano ancora sommerse da fango e detriti”.
Intanto questa mattina la macchina dei soccorsi ha ripreso a pieno ritmo. Non solo gli operatori comunali e le ditte specializzate, come quella di Massimo Zanero, intervenuta con mezzi meccanici per liberare le strade, ma anche decine di giovani volontari, quelli che il sindaco chiama “gli angeli del fango”: ragazzi e ragazze accorsi dopo un semplice appello sui social. “Sono qua, spalano, aiutano, non chiedono niente. È grazie a loro che oggi si comincia a vedere un filo di speranza tra le macerie”.
Una speranza condivisa anche con l’ATC, l’Agenzia Territoriale per la Casa, il cui presidente Maurizio Pedrini ha effettuato un sopralluogo sul posto e ha garantito interventi rapidi per il ripristino delle abitazioni. “Ora sono inagibili – spiega Gavazza – ma l’impegno è di rimetterle in sesto in tempi brevi, perché queste persone possano tornare a una vita dignitosa”.
Cavagnolo, insomma, non si piega. Mentre il fango si deposita e i danni emergono in tutta la loro durezza, resta una comunità che reagisce, compatta, accanto a chi ha perso tutto. E un sindaco che, tra una pala e una telefonata, ripete come un mantra: “Non li lasciamo soli. Ora ricostruiamo insieme”.
Proprio questa mattina, il Presidente dell’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale, Maurizio Pedrini, ha effettuato un sopralluogo nel complesso di edilizia sociale di via Martiri della Libertà, insieme al consigliere del Cda Andrea Sacco e ai tecnici ATC. L’obiettivo è chiaro: ripulire al più presto le aree invase dal fango e verificare la sicurezza degli impianti elettrici, in attesa dell’intervento della società fornitrice.
“Desidero esprimere la mia vicinanza alle famiglie residenti – ha dichiarato Pedrini – e assicuro l’impegno di ATC per rendere gli alloggi accessibili nel minor tempo possibile. Intanto ci stiamo attivando per garantire soluzioni abitative temporanee a chi non può rientrare in casa. Voglio anche ringraziare il sindaco Gavazza, la protezione civile, la Prefettura e tutti i volontari: ho visto una grandissima collaborazione da parte di tutti”.
ATC ha inoltre annunciato di voler sostenere la sottoscrizione promossa dall’amministrazione comunale insieme alla Fondazione Specchio dei Tempi, per aiutare le famiglie che hanno perso beni personali non coperti da assicurazione. Un gesto concreto, per ripartire non solo dai muri, ma anche dalla dignità delle persone colpite.
Cavagnolo non dimenticherà questa alluvione. Ma ancora una volta, nel buio del disastro, la luce viene dalle persone. Da chi agisce, da chi soccorre, da chi si rimbocca le maniche senza clamore. E da un’amministrazione che non si è lasciata travolgere dall’acqua, ma ha scelto di costruire un argine fatto di presenza, cura e solidarietà. Ora si guarda avanti, passo dopo passo, spalata dopo spalata. Verso la ricostruzione.
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