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Maltempo: una vittima a Monteu da Po. Ventisei sfollati a Cavagnolo. E il popolo del web si mobilita per aiutare chi è rimasto senza nulla

A Lauriano sei sfollati. Inizia la gara di solidarietà sui social. A Brusasco il sindaco invita tutti domani con stivali e pale per togliere il fango. La Regione Piemonte chiede lo stato di calamità

Piazza Bava a Monteu da Po

Piazza Bava a Monteu da Po

Una pioggia che non finiva mai. Una notte in cui l'acqua ha continuato a salire, zitta zitta, come fanno le tragedie. E alla fine, a Monteu da Po, se l'è portato via. Un uomo anziano, Giuseppe Bracco, storico falegname del paese, molto conosciuto, è rimasto intrappolato nella sua casa allagata, è morto mentre tutto attorno a lui si trasformava in fango. Una tragedia che spezza il cuore e che segna con dolore questo angolo di Basso Piemonte, da sempre abituato a lottare contro la furia del fiume, ma mai davvero preparato a perdere una vita.

A pochi chilometri di distanza, Cavagnolo ha vissuto ore d'inferno. Venti, trenta, cinquanta centimetri d'acqua nei cortili, nelle strade, nelle case. Cantine invase, garage scomparsi, e un'intera comunità sotto choc.

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Ventisei persone, tra cui bambini e anziani, sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni e trovare rifugio al palazzetto dello sport comunale, trasformato in un centro di accoglienza grazie all’intervento della Protezione Civile. Il sindaco Andrea Gavazza, supportato dalla macchina dei soccorsi, è stato tra i primi ad accorrere, lavorando senza sosta per coordinare le operazioni.

A Lauriano altre sei persone sono state sfollate per l'esondazione del rio Grande. Nel frattempo, mentre il cielo si apriva solo a tratti, sui social è cominciato un tam tam fatto di cuore. Foto, appelli, indirizzi condivisi in fretta su Facebook, Instagram, nei gruppi WhatsApp di paese.

“Serve aiuto a Monteu da Po. Chi può portare stivali, pompe idrauliche, braccia?”. È l'umanità che viene fuori quando la terra trema, o si allaga. Ed è quella che ti fa sperare.

Anche Brusasco fa la conta dei danni: il paese, a valle del Trincavena, ha subito danni ingenti e diffusi. Da via Mogol a via Trincavena, da via Piave alle vie Cadacorte, Sismondo e Ghiaro, numerose abitazioni sono state colpite da allagamenti severi, con interi piani interrati sommersi, elettrodomestici distrutti, mobilio danneggiato.

Per domani mattina il sindaco Giulio Bosso ha dato appuntamento ai suoi concittadini sui social: "E' ora di aiutare i nostri concittadini che hanno avuto le case invase da acqua e fango. Appuntamento ore 8.30 in piazza San Pietro con stivali e pale. Grazie".

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha firmato la richiesta di stato d’emergenza, parlando direttamente con il ministro Musumeci e il vicepremier Tajani. “La situazione più critica è nel Torinese, soprattutto nella zona di Chivasso”, ha dichiarato Cirio, sottolineando l’importanza dell’intervento statale. Poi ha aggiunto con voce grave: “Purtroppo oggi c’è stata una vittima a Monteu da Po. Ho espresso la mia vicinanza al sindaco e ai familiari dell’uomo”.

A San Sebastiano da Po, altri allagamenti. Il rio Bellavalle e il torrente Leona sono esondati, isolando intere frazioni, mentre una frana ha spezzato l’acquedotto. A Castagneto Po, la viabilità verso Chivasso è diventata un ricordo, bloccata dal terreno che si è sgretolato. A Lauriano, la statale 590 è interrotta. Il sistema, le strade, la quotidianità. Tutto si è fermato.

La frana tra Lauriano e San Sebastiano da Po sulla SP 590

Sono oltre 1.300 i volontari al lavoro, coordinati dalla Protezione Civile, dalla Croce Rossa, dai Carabinieri in congedo e dall’AIB. Le magliette gialle e arancioni si vedono ovunque, immerse fino alle ginocchia nel fango, a liberare scantinati, a portare conforto. E con loro i sindaci, i tecnici, i vigili del fuoco. È una macchina che non dorme e non si arrende.

L’acqua è calata, ma il disastro resta. Le case lesionate, i ponti crollati, le strade impraticabili. E poi le persone. Quelle che hanno visto la loro casa trasformarsi in un acquitrino. Quelle che ora si aggirano con occhi stanchi nei corridoi del palazzetto di Cavagnolo, senza sapere quando potranno tornare a dormire nel loro letto.

“Il peggio è passato”, dicono dalla Regione. Ma le frane restano un pericolo: le colline saturate d’acqua possono cedere ancora. È per questo che la sala operativa della Protezione Civile resta attiva h24, con i tecnici dell’Arpa che sorvegliano il meteo e i geologi pronti a intervenire. Domani, alle 9, la Giunta regionale farà il punto al Grattacielo Piemonte.

La tragedia di Monteu e lo sfollamento a Cavagnolo non sono casi isolati. In tutta la provincia di Torino ci sono state frane, blackout, fiumi esondati, strade chiuse. Danni anche nel Canavese, nelle Valli di Lanzo e di Susa. Alcuni paesi sono rimasti isolati, come Rubiana o Cafasse. E anche il Biellese, il Vercellese e il Verbano pagano un prezzo altissimo.

Se è vero che in queste ore il Governo potrà decidere sui fondi e sugli aiuti, è altrettanto vero che la differenza, come sempre, la sta facendo la gente comune. Quella che non si volta dall’altra parte. Quella che, anche quando la pioggia smette, continua a esserci.

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