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Costume e Società
16 Aprile 2025 - 22:38
Certe volte, il passato non si limita a tornare: esplode, vibra, e si reinventa. Succede così, nel bel mezzo del Coachella 2025, tra lustrini, scenografie iperdigitali e un pubblico che sembra cercare emozioni vere nel rumore del mondo. Siamo nel deserto californiano, a Indio, nella Coachella Valley, dove ogni anno la musica diventa rito collettivo. E su quel palco immenso, tra le luci che sembrano stelle e i cuori in attesa, Benson Boone, il ragazzo che ha scalato le classifiche partendo dai social, si ferma, prende fiato e guarda alla storia. La storia vera. Quella scritta con una voce unica e una chitarra che ha fatto tremare generazioni.
E in un attimo, Bohemian Rhapsody. Ma non da solo.
Accanto a lui c’è Brian May, il chitarrista dei Queen, sopravvissuto a decenni di rock, applausi e silenzi. Sopravvissuto, sì, anche a un ictus, affrontato con la stessa eleganza e forza con cui ha sempre tenuto in mano la sua Red Special. Un colpo lieve ma sufficiente a far tremare tutto. Anche le dita. Anche l’anima.
Quando May compare, il pubblico prima non capisce. Alcuni giovani, forse, non lo riconoscono subito. Ma quando le note iniziano, quando la voce di Boone – pura, forte, moderna – si intreccia con quell’assolo che tutti abbiamo in memoria, allora accade qualcosa. Non è solo un’esibizione. È un passaggio di testimone, è un inchino del presente al genio del passato. May suona con delicatezza e ferocia insieme, come se ogni nota fosse un gesto d’amore, e Boone lo guarda come si guarda un maestro, senza imitare, ma assorbendo.
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Eppure non tutti applaudono. I social si dividono. Qualcuno storce il naso: perché un TikToker con i Queen? Ma Boone non si scompone. Anzi, risponde con ironia, con un video su TikTok in cui canta usando una banana come microfono. "Chi non capisce l'importanza di Brian May, si perde metà della musica che ha reso possibile la mia", scrive, in una dichiarazione non detta ma gridata al mondo con il sorriso sulle labbra.
Dietro la leggerezza, però, c’è consapevolezza. Boone non è l’ennesimo ragazzo dai numeri virali: ha una voce che sa graffiare e accarezzare, un talento autentico e un’innata capacità di raccontare le emozioni. Dopo l’exploit di Ghost Town e il successo di In The Stars, si prepara a lanciare il suo secondo album, “American Heart”, in uscita il 20 giugno. Dieci tracce che parlano di sogni, amore, radici e voglia di futuro. Un disco che guarda a Springsteen, agli anni Ottanta, a quell’America che non vuole morire, nonostante tutto. E sì, anche un po’ ai Queen. Perché quando ti misuri con Bohemian Rhapsody, capisci subito chi sei. O chi vorresti diventare.
Nel frattempo, Brian May torna a suonare. Dopo mesi di silenzio, la chitarra si riaccende. E non lo fa per un concerto qualunque. Lo fa per un giovane che crede nella musica. Lo fa per un pubblico che, tra le braccia di quella canzone eterna, trova ancora una volta qualcosa che somiglia alla speranza.
Insomma, al Coachella 2025 non è andata in scena solo una cover. È andato in scena un dialogo. Tra generazioni, tra corde e cuori. Tra chi ha fatto la storia e chi vuole scriverla. E chissà, forse un giorno qualcuno, guardando Benson Boone, penserà: “Anche lui ha avuto il suo Brian May”.
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