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08 Marzo 2025 - 22:55
Un’attività a conduzione familiare, diventata col tempo un vero punto di riferimento per la zona e con una clientela storica e affezionata. Questo è il bar-torrefazione “La Meridiana”, nella frequentata via Roma a San Mauro Torinese, che lo scorso 6 marzo ha festeggiato ben 50 anni dalla sua apertura.
Un traguardo invidiabile e sicuramente ricco di sfide, ma anche di grandi soddisfazioni. Giulia Freni, 34 anni, è oggi la proprietaria del locale, e ha raccontato così la sua fondazione:
«Il bar l’ha acquisito mio nonno il 6 marzo 1975, ed è stato il giorno di apertura. Mio nonno è di origini siciliane, mia nonna invece pugliese: si sono incontrati qua a Torino. Mio nonno prima faceva altri lavori, come l’elettricista. Quando mio papà aveva poi 13 anni, hanno preso il bar».
L’attività è sempre stata a conduzione familiare. Al nonno di Giulia sono succeduti poi suo papà e sua zia nel 1992, avvicinandosi l’età della pensione. Dal 2020, l’attività è invece passata a lei. Al bar e alla famiglia che lo gestisce sono molto legati diversi clienti storici, tanto da averlo soprannominato “bar Freni”:
«I clienti storici, che erano clienti di mio nonno e che continuano tutt’ora a venire, hanno tra gli 80 e i 90 anni. Se tu dici: ‘Andiamo al bar Freni’ capiscono, mentre ‘bar La Meridiana’ non lo sanno». Suo nonno, Giuseppe Freni, era infatti molto noto agli abitanti di San Mauro.
Il cartello per la festa dei 50 anni di attività
Nel corso degli anni, il bar ha espanso la propria attività, facendo anche torrefazione:
«Siamo torrefazione dal 2013. Abbiamo la nostra tostatrice e facciamo la nostra miscela, che non si trova altrove in commercio. È proprio ideata da noi. O la compri da noi o non si trova in giro».
Come per molte altre attività commerciali, gli anni 2020 e 2021 sono stati molto duri a causa della pandemia, specialmente per un bar, un’attività che non è solo fatta di ristorazione, ma anche di socialità:
«Il periodo Covid è stato, penso, il più duro. Dopo i mesi di chiusura, mio padre ha iniziato a non stare bene di salute, e i miei zii avevano deciso di lasciare il bar, anche perché pure mia zia aveva dei problemi di salute, diverse questioni… L’ho rilevato io a settembre 2020, da unica proprietaria, e lo gestisco insieme a mia madre, anche lei qua dal 1992. Non è stato però per niente facile: mutuo da pagare, bollette, fornitori… Abbiamo stretto i denti e siamo andati avanti».
I clienti hanno aiutato l’attività a riprendersi, comprando il caffè servito nei “cartoncini” e affrontando qualche coda. «Anche se andavano a lavorare, si alzavano un pochino prima per andarsi a prendere il caffè, pur di aiutarci ad andare avanti. Senza di loro, avremmo potuto chiudere, come hanno fatto tante attività durante quel periodo», ha aggiunto Giulia.
Importante è quindi anche l’aspetto sociale legato al bar, un punto di aggregazione della zona difficilmente sostituibile, oggi come in passato. La proprietaria ha voluto raccontare un piccolo aneddoto che risale agli anni Settanta:
«Il bar è sempre stato di per sé un luogo di ritrovo e di aggregazione già quando c’era mio nonno. Negli anni Settanta, non c’era la televisione nelle case, quindi si andava al bar a vedere la partita. È bello che sia rimasto come luogo: quei ragazzini che venivano da mio nonno e da mio papà a vedere le partite e a giocare a carte, cosa che allora si poteva fare nei bar, adesso sono cresciuti e sono diventati adulti. E io me li ritrovo con i figli, con cui sono andata a scuola, e oggi sono miei clienti. È bello perché ci si ritrova e ci si racconta di vecchie cose che abbiamo passato insieme, tanti ricordi. Tutto questo mi emoziona tanto».
Non si tratta quindi di un semplice bar-torrefazione quello della famiglia Freni, ma di un’attività ben radicata nell’ambiente a cui appartiene e con una ricca storia alle spalle, e a cui non possiamo che augurare ancora molti e molti anni di attività e un gran numero di clienti.
La famiglia Freni e i dipendenti del bar oggi
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