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14 Gennaio 2025 - 15:38
Una nuova polemica scuote il Consiglio comunale di Torino, dove il consigliere Silvio Viale (Radicali +Europa) è finito al centro di una vera e propria bufera a seguito di frasi giudicate sessiste pronunciate durante la seduta di ieri. Durante la discussione su un atto riguardante le donne migranti, Viale si è rivolto ad alcune colleghe, tra cui l’ex compagna di gruppo Elena Apollonio (DemoS), con un’espressione che ha suscitato indignazione: "Se l'aspetto dell'antipatia personale prevale su quello politico avete sbagliato lavoro, tornate nei vostri quartieri a fare le casalinghe."
Alla richiesta di scuse da parte della vicepresidente del Consiglio, Ludovica Cioria, il consigliere ha replicato: "Mia moglie è orgogliosamente casalinga, fare la casalinga non è un titolo di demerito." Ma le sue parole non hanno placato le polemiche, con Cioria che ha sospeso la seduta definendo l’episodio "inaccettabile e offensivo."
Elena Apollonio, destinataria diretta dell’affermazione, ha commentato duramente: "È la violenza nelle parole e nei modi, esercitata soprattutto nei confronti delle donne, a darci la misura di quanto sessismo e misoginia siano ancora presenti in politica." La maggioranza del Consiglio comunale si è immediatamente schierata contro Viale, rilasciando una nota congiunta firmata da diverse consigliere e consiglieri. "Sentire nel 2025, in un'aula istituzionale, parole che mirano a delegittimare il lavoro e i ruoli delle donne è gravissimo e dimostra che tentare di zittire le donne è una pratica ancora in voga," si legge nella nota, che chiede scuse pubbliche immediate.
Anche l’assessore comunale alle Pari Opportunità, Jacopo Rosatelli, ha espresso una ferma condanna: "Il consigliere Viale ha usato un'espressione sessista, grave e inaccettabile. Forse non se ne rende conto, ma nell'invito a 'tornare a fare le casalinghe' ha riprodotto la mentalità reazionaria e ultraconservatrice contro la quale proprio il suo Partito Radicale ha combattuto per decenni." Rosatelli ha sollecitato Viale a scusarsi, sottolineando che "esistono confini non travalicabili, quelli del sessismo, del razzismo e dell'omofobia."
Anche il suo stesso partito, +Europa, ha preso le distanze dalle dichiarazioni del consigliere. Andrea Turi, coordinatore di +Europa Torino, ha dichiarato in una nota: "Come è noto, +Europa è da sempre impegnata nella promozione dei diritti, della parità, dell'equità, dell'uguaglianza contro ogni discriminazione di genere. Non è tollerabile che i propri esponenti utilizzino determinate espressioni, a maggior ragione all'interno delle istituzioni."
Il caso ha riacceso il dibattito sull’uguaglianza di genere in politica e sull’uso del linguaggio nelle istituzioni. Le polemiche, però, sembrano destinate a non placarsi, con molte figure politiche e associazioni che continuano a chiedere un segnale forte contro ogni forma di discriminazione e sessismo.
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