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27 Gennaio 2024 - 17:33
“Oggi è il 27 gennaio, Giorno della Memoria, giornata che celebra e commemora le vittime dell’Olocausto, uomini donne e bambini in cerca di libertà. Ricordiamo e preghiamo per Andrea, anche lui è morto nel cercare la propria libertà”.
Con queste parole Gianluigi Matta, responsabile del Comitato Spontaneo “Tutti uniti per i bambini strappati”, questa mattina, sabato 27 gennaio, ha voluto ricordare di fronte all’ingresso della Comunità Mafalda di Borgo Revel, frazione di Verolengo, il bambino di 9 anni morto lunedì 15 gennaio sulla massicciata della linea ferroviaria Chivasso-Alessandria.
I fiori posati per il piccolo Andrei
Insieme a Matta, questa mattina, c’erano anche i rappresentanti dell’associazione nazionale “Adelina Graziani”, delle associazioni “Donne e Bambini in difficoltà”, “Diritti, Dignità, Casa e Lavoro” e “Famiglie Unite per Bambini”. Tra i partecipanti al sit-in di protesta contro l’allontanamento dei bambini dalle loro famiglie, anche Matteo Rossino dei Comitati Torinesi.
Tutti lì, di fronte all’ingresso della comunità da cui il piccolo, di origine moldava e arrivato a Torino nell’ottobre scorso, è fuggito, trovando poi la morte sui binari del treno. Hanno posato un mazzo di fiori e una candela. E hanno letto i loro messaggi.
Rachele Sacco e Riccardo Rua
“Chi aveva il dovere di garantire l’incolumità del minore dovrà risponderne - hanno detto Rachele Sacco e Riccardo Rua, rispettivamente vice e presidente dell’associazione per i diritti umani Graziani Adelina -. Con la legge allontanamento zero questa tragedia si sarebbe evitata. Queste strutture vanno chiuse”.
“Caro Andrei - ha letto una lettera al piccolo scomparso Gianluigi Matta - tu sei il figlio di tutti noi, madri e padri sei la vittima dei tuoi carcerieri, di chi ha sentimenti, di chi ai valori umani e agli affetti famigliari preferisce il denaro, la falsità, i compromessi. Scappavi da uno di quei tanti lager, la casa famiglia, che opprimono i sentimenti, spezzano le radici della famiglia, offuscano l’amore di un genitore per il proprio figlio. Caro Andrei, sei morto perché con il cuore puro di un bambino scappavi in cerca del dono più prezioso che ha una persona: la libertà. E per Andrei, la libertà, era poter abbracciare la sua mamma”.
I partecipanti al presidio di oggi
Sulla morte di Andrei indaga la Procura della Repubblica di Ivrea. L’inchiesta è affidata al pubblico ministero Elena Parato e alla procuratrice capo Gabriella Viglione.
I magistrati hanno aperto un fascicolo per abbandono aggravato di minore, al momento a carico di ignoti.
L'allarme è scattato lunedì intorno alle 20
Dai primi riscontri, pare che il piccolo non sia stato travolto dal treno diretto ad Alessandria, ma la morte sarebbe stata provocata della caduta sulla massicciata in seguito allo spostamento d'aria dovuta al passaggio del convoglio.
Nella caduta, Andrei avrebbe sbattuto la testa. Ecco spiegato il motivo per cui il macchinista del treno non si sarebbe accorto dell'investimento e avrebbe proseguito nel tragitto, lontano da Borgo Revel.
Nel suo recente passato, nei fascicoli della magistratura c'è un allontanamento d'urgenza dalla madre, disposto dal tribunale dei minori ai primi di dicembre. Un'udienza era stata fissata per il prossimo primo febbraio per un confronto con la mamma e gli assistenti sociali.
“Abbiamo fatto tutto quanto fosse nelle nostre possibilità - ripete Mauro Maurino della cooperativa “Crescere Insieme” che si occupa della cooperativa Mafalda -. Le tragedie sono frutto di una serie di eventi e di circostanze per cui non si può più tornare indietro. Il nostro mestiere è quello di proteggere i bambini, che spesso arrivano qui con storie davvero pesanti alle spalle: purtroppo sono successe cose che non siamo ancora in grado di ricostruire nel dettaglio”.
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