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Verolengo
17 Gennaio 2024 - 07:28
Il parroco ha rivolto le prime preghiere per Andrei, il bimbo travolto dal treno a Verolengo
“L’unico atteggiamento che possiamo tenere oggi è quello di rispetto e di preghiera: per Andrei e per gli operatori della comunità Mafalda, a cui dobbiamo essere molto vicini”.
Don Valerio D’Amico, parroco di Verolengo, è stato tra i primi lunedì sera, 15 gennaio, ad accorrere sul luogo della tragedia in cui ha perso la vita Andrei, il bambino di 9 anni sfuggito al controllo degli educatori della cooperativa “Crescere Insieme” e finito travolto da un treno regionale per Alessandria.
Don Valerio D'Amico parroco di Verolengo
Ieri, martedì 16, don Valerio in serata ha rivolto insieme alla comunità le prime preghiere per il piccolo e per i lavoratori della casa famiglia di Borgo Revel, sotto shock per il dramma di quel bambino di cui si sa ancora poco o nulla.
Don Valerio s'è detto disponibile a celebrare i funerali ed ha annunciato che Andrei verrà ricordato tutte le sere, durante la messa delle 18, e tutte le domeniche durante quella delle 9.
Intanto la Procura di Ivrea - le indagini degli investigatori della Polfer sono coordinate dal procuratore capo Gabriella Viglione - ha aperto un'inchiesta sull'incidente costato la vita ad un bimbo di 9 anni. Il piccolo, originario della Moldavia, è stato investito da un treno della linea Chivasso-Alessandria ed è morto sul colpo.
La tragedia si è consumata a Verolengo
Ora gli inquirenti tenteranno di ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto per cercare di capire se possono esserci responsabilità tra gli educatori della comunità. L'investimento si è verificato a poca distanza dalla stazione di Borgo Revel, a circa un chilometro dalla sede della comunità.
Dove voleva andare Andrei? Come ha fatto a fuggire dalla comunità che si occupa di ragazzini fragili allontanati dalle famiglie?
Questi e altri gli interrogativi senza risposta.
Andrei è scappato dopo la merenda delle 16,20. Ha saltato il guardrail e si è incamminato lungo la ferrovia. Poi, il buio.
Nel suo recente passato, nei fascicoli della magistratura c'è un allontanamento d'urgenza dalla madre, disposto dal tribunale dei minori ai primi di dicembre. Un'udienza era stata fissata per il prossimo febbraio per un confronto con la mamma e gli assistenti sociali.
La madre, forse lavoratrice tra i giostrai, non deve aver mai badato troppo a lui. In Moldavia, era stato lasciato in una casa famiglia, ed era scappato. A fine ottobre, la mamma se l'era portato con sé in Italia, a Torino. E lì l'aveva lasciato, a girovagare per la città.
Un giorno di novembre Andrei è stato notato da un un signore, sul tram della linea 9: dormiva sui seggiolini in fondo al mezzo. E da lì è iniziato il percorso che poco prima di Natale lo ha portato alla comunità Mafalda di Borgo Revel, dove però Andrei non voleva stare.
Un primo tentativo di fuga sarebbe avvenuto il 2 gennaio, quando venne rintracciato dai carabinieri alla stazione di Chivasso.
“Andrei era un bel bambino, veramente in gamba per la sua età - lo ricorda Mauro Maurino, uno dei responsabili della Cooperativa Crescere Insieme di Torino che opera nella Comunità Mafalda e che si occupa di otto minori, tra cui Andrei -. Parlava poco l’italiano perché era qui in Italia da un periodo di tempo relativamente breve. Stiamo cercando di ricostruire come sono andate le cose. Gli educatori sono sconvolti per quello che è accaduto. Le tragedie sono frutto di una serie di eventi e di circostanze per cui non si può più tornare indietro. Il nostro mestiere è quello di proteggere i bambini, che spesso arrivano qui con storie davvero pesanti alle spalle: purtroppo sono successe cose che non siamo ancora in grado di ricostruire nel dettaglio”.
Oggi, vicino a quei binari dove un treno ha investito Andrei, ci sono un pupazzetto a forma di coccodrillo e due mazzi di gigli gialli.
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