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L'intervista

Sul nuovo ospedale botte da orbi: ecco le opinioni a caldo (VIDEO)

Abbiamo acciuffato qualche sindaco fuori dall'aula della conferenza che ha deciso la collocazione del nuovo ospedale

"È una vergogna! Avete truschinato!".

L'immagine di Antonio Cresto, ex sindaco di Pertusio oggi vice del giovane Giuseppe Damini, e di Maria Cristina Ferrero, sindaca di Feletto, che si scagliano contro il primo cittadino di Bollengo Luigi Sergio Ricca rimarrà negli archivi come un'icona della profonda frattura che il voto di ieri sulla collocazione del nuovo ospedale del canavese ha generato tra i sindaci dell'Asl To4.

Dopo la bolgia che si è creata ai margini dell'assemblea, abbiamo voluto conoscere le opinioni a caldo dei primi cittadini. Sia degli sconfitti, che volevano il nuovo ospedale a Pavone Canavese che dei vincitori, che lo volevano, e lo avranno, a Ivrea.

Maria Cristina Ferrero, sindaco di Feletto

"Cosa possiamo dire? - ci dice, provata, la sindaca di Feletto, a favore dell'area Ribes - Un'assemblea che non ha tenuto conto del regolamento... Abbiamo chiesto di rimandare le votazioni alla Regione e non è stato preso in considerazione, le deleghe non sono state presentate in modo corretto... Mi dispiace, è stata una diatriba tra sindaci che non doveva esserci".

In controtendenza

"A noi non sembra di essere in controtendenza...". Ci risponde così Andrea Zanusso, sindaco di San Giorgio Canavese, che aveva tra le mani anche la delega del sindaco di Agliè. Entrambi, forse tra i pochissimi sul territorio altocanavesano, si sono espressi per l'area Montefibre, scatenando le ire del leader dei sindaci altocanavesani, il rivarolese Alberto Rostagno.

"Molti comuni limitrofi hanno votato Montefibre - spiega Zanusso -. La votazione era tra due siti, e la nostra idea è che inserire le acuzie in un sito immediatamente cantierabile voluto da Ivrea a maggioranza era realistico collocandolo in un piano dell'Asl che noi da tempo chiediamo, che includa il potenziamento di Castellamonte con la lungodegenza e il potenziamento del Pronto Soccorso di Cuorgnè".

Andrea Zanusso, sindaco di San Giorgio che ha votato per Montefibre assieme ad Agliè

Un pronto soccorso che Zanusso chiama "alpino": "Perché dovrà avere un elisoccorso idoneo. Questo è l'obiettivo che vogliamo raggiungere, e realisticamente questo è semplicemente un primo tassello che ci vedrà battagliare affinché l'alto canavese abbia i presidii necessari integrati con le acuzie di Ivrea, un sito che distanzia 5 chilometri dal precedente dove la viabilità cittadina saranno in capo alla Regione e alla Città di Ivrea".

"Sono soddisfatto, ma il dibattito è andato oltre ai limiti"

Zanusso si è preso, dopo le votazioni, le scariche d'ira di Rostagno, che aveva appena finito di dirne quattro a Luigi Sergio Ricca. "Sono soddisfatto - ci dice lui appena uscito dall'aula dell'assemblea - anche se il dibattito è forse andato oltre ai limiti di correttezza necessari in un'assemblea democratica, cercando di prevaricare e di non far votare quelli delle aree più lontane, anche se l'Asl è tutta intera e si basa su un equilibrio".

Luigi Sergio Ricca, sindaco di Bollengo

Ora Ricca si augura che la Giunta regionale esprima la sua decisione sulla base della deliberazione dell'assemblea dei sindaci: "Niente più alibi" dice. Stessa idea per Angelo Canale Clapetto, sindaco di Quincinetto, anche lui sulle barricate per Montefibre, che dice chiaramente: "Ivrea è il sito giusto".

"Risultato drammatico: il Canavese è diviso e con livore"

"Il risultato è forse il più drammatico, perché c'è un Canavese diviso e anche con livore...". Così invece Massimiliano Gagnor, sindaco di Levone, 400 abitanti nell'alto canavese, che durante l'assemblea si è dimostrato tra i più combattivi. "Abbiamo dei problemi da risolvere - prosegue - legati soprattutto all'ospedale di Cuorgnè, e non so fino a che punto i sindaci dall'altra parte della barricata saranno disposti ad aiutarci".

Massimiliano Gagnor, sindaco di Levone

Ai sindaci canavesani "non interessava l'area Montefibre a sé stante - spiega Gagnor -, se Ivrea ne avesse trovata una più idonea a realizzare l'ospedale non avremmo avuto problemi a dire di sì. Certo che realizzare un ospedale di fronte al centro commerciale... se arriva uno con, fammi dire, la peste, rischia di attaccarla a tutto il centro commerciale... abbiamo cercato di ribadirlo ma contro questi numeri era impossibile lottare".

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