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Congresso Lega: "Non ce l'abbiamo più con quelli del sud, mia moglie è di...MODENA"

Una pomeriggio con i seguaci di Matteo Salvini

Da "noi della Lega ce l'abbiamo duro" di bossiana memoria, fino al "senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani" oggi siamo arrivati addirittura al richiamo ai "pansessuali". 

Anche se, è bene dirlo, certe "nostalgie", se così vogliamo chiamarle, continuano a resistere all'interno del foltissimo gruppo dei leghisti. Domenica pomeriggio, in quel di Chivasso, si è svolto il congresso regionale della Lega. C'erano il segretario uscente della Lega Piemonte, Riccardo Molinari, riconfermato alla guida del gruppo regionale. Da lui sono arrivati alcuni attacchi agli "amici" di Fratelli d'Italia: "Sento parlare di Europa delle Nazioni ma quella porta alla guerra, l'abbiamo visto durante la seconda guerra mondiale, noi vogliamo l'Europa di Ventotene".

Riccardo Molinari, segretario Lega Piemonte

C'era Matteo Salvini, in prima fila a battere le mani e poi sul palco a fare i suoi famosi elenchi. In questo caso si è lanciato in un elenco che qualcuno potrebbe definire quasi progressista o politicamente corretto vista la volontà di includere tutti

"Mettere al centro il lavoro, - interviene Salvini - ad un eterosessuale, ad un omosessuale, bisessuale, transessuale, pansessuale, ad uno interessa il lavoro, serenità, felicità, tranquillità e un futuro".

C'erano anche i parlamentari no euro, famosi per le loro teorie senza senso, Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Il primo è famoso pure per le sue teorie "dubbiose" sull'utilità dei vaccini. Insomma, una sorta di tuttologo, esperto di tutto: dall'euro, ai vaccini, passando per i social media che intasa quotidianamente con la marea di stupidaggini che scrive.

Borghi e Bagnai

E poi c'erano anche i rappresentanti del territorio, partiamo dall'Umberto Bossi di Chivasso, il consigliere regionale Gianluca Gavazza, famoso per... per... per le sue uscite strampalate, non ci viene in mente altro.

Gianluca Gavazza, consigliere regionale della Lega

"Oggi - ci racconta - siamo a Chivasso, dove nasce la carta di Chivasso, dove nasco anche io, è un bel regalo questo fattomi della Lega di fare il congresso regionale qui nella terra di mio nonno, mia e dei miei figli. Mi sono emozionato un pochettino, quando abbiamo deciso di farlo qui è stata una grande emozione".

Passiamo, poi, ad un altro genio della politica: il consigliere regionale Claudio Leone. Famoso per? Per essersi intascato (poi l'ha restituito) il bonus covid ai tempi della pandemia, quello destinato ai lavoratori in difficoltà. Evidentemente, ai tempi, aveva capito male, chissà.

Claudio Leone, consigliere regionale della Lega

"Non posso che essere soddisfatto, - ci dice - Molinari si stramerita la riconferma, è uno dei politici che ha lavorato meglio. Il congresso fatto nel mio Canavese non può che farmi piacere".

In prima fila anche il vice Sindaco di Chivasso, targato Pd, Pasquale Centin, lo abbiamo intercettato sotto il palco: "Quando una forza politica ha il coraggio di confrontarsi con i militanti è una festa della democrazia. Carta di Chivasso alla Schlein? Sarebbe gradita ospite per le celebrazioni dell'ottantesimo anniversario della Carta che cade proprio quest'anno".

Pasquale Centin, vice Sindaco di Chivasso, Pd

Insieme ai "big", però, c'era anche un folto popolo di militanti, segretari, consiglieri comunali, regionali, assessori, Sindaci, vice Sindaci e passanti. Molti di questi rimasti fermi ai tempi di Umberto Bossi, sia per i modi, che per le idee e sopratutto per l'outfit scelto per partecipare all'evento. Domenica pomeriggio spopolavano le camicie a quadri "alla Umberto Bossi" sbottonate per far intravedere un po' di sano pelo virile, per non parlare delle tante magliette verdi, dei cappellini verdi e di tutto gli accessori indossati dai militanti più attempati e uomini (che a dire il vero sembravano essere la maggioranza).

Giuseppe Lessona

"Sono della Lega dal 2009, - ci racconta Giuseppe Lessona, consigliere comunale a Cavagnolo - militante dal 2011, ho ricoperto la carica di segretario di sezione a Chivasso. Salvini è sempre un grande leader, trascina, le militanze, i sostenitori. Lui rischia tanto in prima persona con i processi che sta facendo sui migranti, ma sicuramente andrà tutto a buon fine. Prima gli Italiani? Ci sono padani nostalgici, noi sfoghiamo la nostra nostalgia dell'indipendenza sul prato di Pontida ma ormai siamo diventati nazionalisti, ci presentiamo in tutta Italia".

Abbiamo incontrato, poi, uno degli storici leghisti del territorio: Gianluigi Cernusco, ex segretario della Lega di Settimo Torinese.

"Sono iscritto alla Lega dal 1992, - racconta - quando sono entrato io si parlava molto di federalismo, autonomia. Il sud? La storia del razzismo verso il sud è una palla inventata, mia moglie è di Modena. Comunque non è piemontese. Io ho dipendenti di tutte le regioni d'Italia, anche extracomunitari, quelli che vengono per lavorare massimo rispetto. Se vengono per farsi mantenere allora non va bene. Meloni o Salvini? Io sto sempre con Salvini, Meloni è Presidente e sta lavorando bene".

Gianluigi Cernusco

Si arriva, poi, ad uno dei temi divisivi anche all'interno della Lega: la guerra in Ucraina. Alcuni militanti si schiarano con Zelensky e gli ucraini altri con Putin.

"Io sto con Putin - ci dice Cernusco - Zelensky è manovrato dagli Stati Uniti e dalla Nato. Prima c'erano gli stati neutri che facevano da cuscinetto, la Nato finiva già con l'Austria, andiamo a metterli le basi militari che gli sparano in faccia, è logico che quello si incazza".

"Sono iscritto dal tempo di Bossi, - ci racconta Giorgio Ruaro - il partito è migliorato in questi anni, ora finalmente siamo al governo, otterremo quello che abbiamo sempre cercato: l'autonomia per i territori, è un bene per tutte la nazione, ognuno deve essere in grado di gestirsi". Anche qui sul conflitto ucraino c'è qualche dubbio: "Zelensky o Putin? È una bella guerra, vedremo come finirà, ci vorrà tempo".

Enzo Rastelli, ha addosso ancora la maglietta con la scritta "Lega Nord" (IN FOTO), iscritto dal 1997. "Meloni va bene, - ci dice - speriamo che vadano d'accordo con Salvini. Zelensky o Putin? Il primo ha ragione. Lo slogan Prima gli italiani? È giusto, se uno abita qua dovrebbe essere più protetto. Gli stranieri se lavorano va bene, se non lavorano meglio escluderli".

"Ci sono più idee rispetto a 30 anni fa, - commenta un altro militante - il partito è cambiato in meglio. Sul territorio c'è, i problemi del territorio si affrontano. Salvini o Meloni? Salvini. Zelensky o Putin? Zelensky, è stato aggredito, non c'è altro da dire".

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