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Canoa velocità

Mondiali amari per il campione di Candia Canavese

Giù dal podio all'Idroscalo di Milano l'equipaggio azzurro del C2 500 campione d'Europa e vicecampione olimpico in carica

Gabriele Casadei

La delusione di Gabriele Casadei al termine della finale iridata (FOTO FEDERAZIONE ITALIANA CANOA KAYAK)

C'era grande attesa in casa azzurra per la partecipazione di Carlo Tacchini e Gabriele Casadei ai Campionati Mondiali di canoa velocità, in programma dal 20 al 24 agosto all'Idroscalo di Milano. Si tratta del primo appuntamento iridato del quadriennio che porterà ai Giochi Olimpici di Los Angeles 2028, un passo importante in questo lungo cammino. L'entusiasmo di gareggiare in gara, davanti ai propri tifosi, e gli ottimi risultati conquistati in stagione lasciavano presagire un risultato da sogno, ma la realtà è stata diversa.

Carlo tacchini e Gabriele Casadei Idroscalo

Carlo Tacchini e Gabriele Casadei alla vigilia dell'appuntamento iridato (FOTO FEDERAZIONE ITALIANA CANOA KAYAK)

A giugno il trionfo ai Campionati Europei di Racice nella specialità olimpica del C2 500, che vede Tacchini e Casadei vicecampioni olimpici in carica dopo il secondo posto a Parigi 2024 e in cui si erano già laureati campioni d'Europa nel 2023 a Cracovia; il mese successivo il doppio titolo di campione del mondo Under 23 per Gabriele nel C1 500 metri e nel C1 1000 metri. Un'annata da urlo, con il gran finale dei Campionati Mondiali di Milano atteso con trepidazione per confermarsi nell'èlite internazionale nell'appuntamento più importante del 2025.

Casadei Tacchini milano 2025

L'equipaggio azzurro del C2 500 in acqua all'Idroscalo di Milano (FOTO FEDERAZIONE ITALIANA CANOA KAYAK)

Nelle batterie l'equipaggio azzurro composto da Carlo Tacchini e Gabriele Casadei ha tenuto fede ai pronostici della vigilia, conquistando agevolmente l'ingresso in semifinale grazie al crono di 1'38"84 che è valso loro il secondo posto nella prima fase del C2 500. Prova in rimonta e miglior tempo complessivo delle semifinali (1'39"79) per Carlo e Gabriele, che hanno beffato l'Ungheria nei metri conclusivi mandando un chiaro messaggio a tutti i rivali.

Casadei Tacchini 25

Gabriele Casadei e Carlo Tacchini hanno superato alla grande la batteria e la semifinale (FOTO FEDERAZIONE ITALIANA CANOA KAYAK)

In finale, però, non è andata come tutti speravano. E' stato solo, si fa per dire, sesto posto per il C2 500 azzurro: dopo una partenza non perfetta, la coppia italiana non è riuscita a recuperare il distacco accumulato inizialmente, terminando la gara in 1'41"60. A trionfare sono stati i russi Zakhar Petrov and Ivan Shtyl (1'39"63), tra i favoriti alla vigilia, davanti ai cinesi Yuebin Yu e Chenwei Yu e agli ungheresi Kristof Kollar e Istvan Juhasz, di nuovo di bronzo dopo il terzo posto agli Europei di Racice vinti proprio da Carlo Tacchini e Gabriele Casadei.

Casadei Tacchini grinta

Tutta la determinazione dell'equipaggio azzurro (FOTO FEDERAZIONE ITALIANA CANOA KAYAK)

Il campione di Candia Canavese, orgoglio canavesano, della Lago di Candia Sport, la società in cui è cresciuto, e di tutta la Federazione Italiana Canoa Kayak, è amareggiato: "Questi Campionati del Mondo mi hanno ricordato che lo sport sa essere allo stesso tempo bellissimo e crudele. Non è il risultato che mi aspettavo, ma fa parte del gioco. Siamo comunque lì con gli altri, sta a noi lavorare per recuperare il gap. Grazie a tutti per il supporto, siete stati uno spettacolo". 

Tacchini Casadei amarezza

La delusione sui volti di Carlo Tacchini e Gabriele Casadei (FOTO FEDERAZIONE ITALIANA CANOA KAYAK)

Raggiungere la vetta nel mondo dello sport è un'autentica impresa, ma confermarsi ad altissimi livelli è ancora più difficile. In tutte le parti del mondo ci si allena proprio per questo: spodestare dal trono i campioni e strappare dalle loro mani lo scettro. Carlo e Gabriele hanno regalato tantissime soddisfazioni ai loro sostenitori e non sarà di certo questo risultato al di sotto delle attese, per quanto comunque di spicco in campo internazionale, a scoraggiarli. Tutta l'Italia fa il tifo per loro, non solo dopo i successi più prestigiosi, ma anche e soprattutto dopo una medaglia svanita e una delusione cocente.

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