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Campionessa Italiana bis! Grinta, sacrifici e lacrime di gioia: la giovane atleta conquista due ori a Jesolo e sogna gli Europei

Categorie Kick Light e Light Contact, nella classe 65+ cinture blu, marroni e nere. Un trionfo che conferma la sua determinazione e il suo straordinario talento, portandola sempre più in alto nel mondo della kickboxing

Verolengo

Giulia Maroli-Campionessa Italiana bis

A soli 14 anni, Giulia Maroli di Verolengo ha già costruito un palmarès impressionante: campionessa regionale, vice campionessa italiana e medagliata in numerosi eventi di kickboxing. Allenata dal coach Simone Monaco dell’Action Team Italia di Castelrosso, si distingue per grinta e determinazione nelle categorie Point Fight e Light Contact. 

Ha conquistato la sua prima medaglia, un bronzo, al campionato regionale a 10 anni. A 11 ha ottenuto due ori all’interregionale di Montecatini Terme, e a 12 un bronzo e un oro ai Regionali. A 13 anni ha debuttato nei Campionati Italiani Assoluti Cadetti di Lignano Sabbiadoro, vincendo due argenti: un’esperienza che l’ha segnata nel profondo. 

Giulia Maroli

Le vittorie non si fermano: lo scorso weekend, 26 e 27 aprile, Giulia ha aggiunto due ori alla sua collezione, salendo sul gradino più alto del podio a Jesolo nelle categorie Kick Light e Light Contact, nella classe 65+ blu, marroni e nere. Un trionfo che conferma il suo straordinario talento. (Clicca qui)

Come ti sei sentita quando hai capito di essere diventata campionessa italiana?  

Alla fine della seconda ripresa della finale, quando l’arbitro mi ha alzato il braccio per decretare la mia vittoria, non ho subito realizzato cosa fosse appena successo. Appena scesa dal tatami ho capito che ero diventata campionessa italiana e mi sono messa a piangere come una fontana. Quando sono arrivata al tatami di riscaldamento ho abbracciato subito mio papà che era venuto con me a Jesolo per sostenermi e poi gli ho chiesto di chiamare il mio coach Simone Monaco per dirgli che avevo vinto, poi mi sono sdraiata sul tatami cercando di realizzare quanto appena accaduto. Subito dopo sono stata chiamata sul podio e ho corso con tutta la forza che mi rimaneva in corpo. Non riuscivo a smettere di piangere: in tutte le foto che ho sul podio del primo titolo vinto le ho con gli occhi pieni di lacrime di gioia. Quando mi sono calmata, ho sentito il mio istruttore che era contento e orgoglioso sia della medaglia ma anche per come avevo combattuto. 

Qual è stata la prima persona che hai voluto abbracciare o chiamare dopo la vittoria? 

 Sicuramente il mio coach Simone Monaco. Non ero ancora uscita dal tatami che urlavo a mio papà: “chiama Simo!”. Si vede anche nel video della gara della semifinale della Kick Light. Lui è la persona che mi ha cresciuta sportivamente sin da piccola, mi ha insegnato tutto di questo meraviglioso sport, non solo la tecnica ma anche il rispetto per l’avversario e ad affrontare le difficoltà sia nello sport che nella vita. 

Come hanno reagito i tuoi amici e parenti alla notizia della duplice vittoria? Come ti hanno accolta al ritorno? 

 Tutti si sono messi a piangere! Quando sono tornata, mi hanno organizzato una festa a sorpresa di bentornata con fiori, palloncini, addirittura la corona e un “trono” davanti alla bandiera italiana. È stato molto emozionante, non me lo aspettavo! In più mi hanno fatto una maglietta personalizzata con la scritta ‘’#campionessaitaliana’’ e con le due foto del podio di entrambe le specialità. 

Com’è andato il tuo percorso durante la competizione? C’è stato un momento particolarmente difficile? 

 Il primo giorno di gara ero molto in ansia infatti ho dovuto chiamare più volte il mio istruttore per rasserenarmi. Lui, a causa di due gare che si erano accavallate, non era potuto venire con me ma, prima delle gare o durante il riscaldamento, mi chiamava per dirmi le tecniche da usare poi in combattimento. Il secondo giorno ero molto più tranquilla e ho combattuto anche decisamente meglio. 

Quale delle due discipline, Light Contact o Kick Light, ti ha messo più alla prova? Perché?  

Sicuramente nessuna delle due discipline è facile però sono sempre più tranquilla quando devo combattere nella Kick Light perché è la specialità in cui mi alleno di più. La Light Contact la faccio veramente poco durante gli allenamenti ma questo non mi impedisce di praticarla durante le gare. 

Chi ti ha sostenuta di più in questo percorso? 

 In questo percorso il sostegno più grande è arrivato dalla mia famiglia: mio papà Gianni e mia mamma Giorgia sono sempre al mio fianco e credono in me, con una presenza costante fatta di amore e fiducia. Mi appoggiano in ogni scelta, senza mai mettere pressione, ricordandomi che l’importante non è vincere, ma essere serena, soddisfatta e divertirmi lungo il percorso. E poi c’è mio fratello Gabriele, che con il suo entusiasmo riesce sempre a tirare fuori il meglio di me, spingendomi a credere nelle mie capacità senza mai farmi sentire sola. 

C’è qualcuno a cui vuoi dedicare questa vittoria? 

 Questa vittoria la dedico ai miei nonni. Anche se non è uno sport “convenzionale” per una ragazza, mi hanno appoggiata nella scelta di questo sport. Sono stati i miei primi tifosi, anche quando ero ancora piccola e sono venuti a vedere delle gare. Mi hanno sempre incoraggiata a credere in me stessa, non solo nello sport ma anche nella vita. Ogni volta che torno da una gara, li trovo lì, pronti ad ascoltare tutto, a chiedermi com’è andata, a darmi un abbraccio. È grazie al loro affetto e alla loro costante presenza che riesco a dare il massimo. Questa medaglia è anche loro. 

Hai già in mente i tuoi prossimi obiettivi sportivi? 

 Anche se ho vinto due titoli italiani non lo vedo come un punto di arrivo ma come una nuova partenza e voglio lavorare per migliorare sempre di più: ora la preparazione deve diventare ancora più mirata. Il mio prossimo obiettivo sono i Campionati Europei di settembre. So che il livello sarà altissimo e per questo dovrò lavorare ancora più intensamente, ritagliando un programma di allenamento specifico che mi permetta di arrivare pronta sia fisicamente che mentalmente, ma serena. Il mio coach Simone Monaco ha già preparato atleti per competizioni di altissimo livello, saprà sicuramente guidarmi al meglio. È una grande responsabilità, ma anche una bellissima opportunità di crescita sportiva e personale. 

Che consiglio daresti a una ragazza che vuole iniziare a praticare kickboxing? 

 Innanzitutto, le direi di non ascoltare quelle persone che ti dicono che la Kickboxing non è uno sport da “femmine” e che è pericoloso. Ci sono tantissime ragazze che lo praticano e io ho stretto molte amicizie in palestra, ma anche durante le gare. Il secondo consiglio è di ascoltare il proprio istruttore e di non fermarsi ai primi intoppi: piano piano si superano tutte le difficoltà, ognuno con i propri tempi e che, lavorando con costanza i risultati arrivano. 

Hai un motto o una frase che ti ispira nei momenti difficili?  

O si vince o si impara. Questa volta ho vinto, ma ho ben chiaro in mente che niente arriva per caso: ogni risultato è frutto di sacrifici, impegno e tanta passione. Amo talmente tanto questo sport che anche la fatica diventa parte del bello. Nei momenti difficili mi ripeto questa frase, perché mi ricorda che anche le sconfitte insegnano, e che ogni caduta può essere il punto di partenza per qualcosa di ancora più grande perché spinge a migliorarsi. Se sono arrivata a vincere è anche perché alcune volte ho perso. Questo sport ti cambia, ti aiuta ad affrontare non solo le gare, ma anche la vita con sicurezza e consapevolezza. 

Se potessi immaginare il tuo futuro tra 10 anni, dove ti vedresti e cosa avresti raggiunto nel mondo della Kickboxing? E fuori?  

Tra 10 anni mi vedo ancora di sicuro nel mondo della kickboxing. Oltre ad essere un’atleta, mi piacerebbe anche diventare istruttrice, perché credo sia molto bello trasmettere la propria passione a qualcun altro. Al di fuori dello sport? Mi sa che tra 10 anni starò ancora studiando… perché mi piacerebbe diventare medico o comunque intraprendere una strada legata alla matematica o alla scienza. Il prossimo anno inizierò, infatti, il liceo scientifico con indirizzo scienze applicate. 

Il sorriso di Giulia Maroli, brillante sul podio e sincero tra gli abbracci della sua famiglia, è il simbolo di un percorso fatto di passione, sacrificio e sogni coltivati con tenacia. 

 

 

Giulia con i nonni

Giulia con il papa Gianni

Il coach Simone Monaco

Tutto il team della sede Action Team di Castelrosso la festeggia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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