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Da un volantino alla gloria: Giulia Maroli, la campionessa che conquista il podio nazionale

Con i guantoni indossati e il cuore pieno di determinazione, la giovane atleta verolenghese è pronta a brillare anche a Jesolo 2025

Verolengo

Giulia Maroli con Simone Monaco il suo coach

Verolengo, terra di tradizioni e storie semplici, oggi custodisce il sogno potente di una ragazza che, con i piedi ben piantati sul tatami e il cuore leggero come i suoi guantoni, sta costruendo un futuro fatto di passione, sacrifici e colpi ben assestati. Lei è Giulia Maroli, 14 anni, campionessa regionale e vice campionessa italiana di KICKBOXING, cintura marrone e promessa dell’Action Team Italia di Castelrosso. 

Giulia vive a Verolengo con la sua famiglia: mamma Giorgia, papà Gianni e il fratello Gabriele, di 12 anni. Frequenta la terza media presso l’Istituto Comprensivo locale e quest’anno affronterà l’importante tappa degli esami di fine ciclo. Ma per lei, l’impegno scolastico cammina fianco a fianco con la dedizione allo sport, una passione che ha acceso in lei una fiamma fin dall’età di 7 anni. 

Giulia in riscaldamento per la Light Contact

La sua avventura inizia quasi per caso, quando la mamma vede un volantino e propone, con quella fiducia che solo una madre può avere, di provare qualcosa di nuovo: la kickboxing: “È stata mia mamma a notare un volantino che pubblicizzava l’apertura di un corso di kickboxing a Castelrosso», racconta Giulia. «Ne ha parlato con papà e insieme ci hanno proposto, a me e a mio fratello, di provare. È stato amore a prima vista”. 

Ogni viaggio ha il suo inizio, e quello di Giulia nel mondo della kickboxing è iniziato con un’emozione che tante ragazze della sua età conoscono: la curiosità di scoprire qualcosa di nuovo. Ma quella che sembrava una semplice passione per un nuovo sport si è trasformata in una sfida interiore, una vera e propria prova di forza, che l’ha portata a diventare una delle giovani promesse della kickboxing. 

Non è stato facile, però. Il suo cammino è stato segnato da momenti di incertezza, di stanchezza, di voglia di mollare, ma anche di crescita, consapevolezza e tantissima determinazione. “Mi ricordo la prima lezione,” racconta Giulia. “Ero una bambina che praticava già il volley, ma non ero fisicamente preparata alla resistenza che si richiede durante un allenamento di Kickboxing, ma siccome sono orgogliosa (ed ero l’unica bambina) non volevo sfigurare e non mi sono fermata anche quando non respiravo più. Sono arrivata al limite e sono corsa piangendo da mia mamma dicendo “Non ci vengo più!”. Per fortuna, sia lei che il mio coach mi hanno spiegato che, ovviamente, ero lì per imparare. Nessuno mi chiedeva di avere lo stesso livello degli altri, dovevo allenarmi con i miei tempi e, soprattutto, divertendomi. Mi sono rasserenata e, dopo essermi ripresa, ho finito l’allenamento. Il primo di una lunghissima serie. Quella lezione mi ha insegnato che si impara giorno per giorno, soprattutto divertendosi, e che ognuno ha i propri tempi.” 

E così, giorno dopo giorno, Giulia ha costruito la sua forza, ha imparato a non arrendersi mai e a trasformare ogni difficoltà in un’opportunità di crescita. Un percorso che, da quel primo allenamento, l’ha portata a diventare una giovane atleta di grande talento, pronta a raccogliere i frutti della sua passione e del suo impegno. Da lì, non ha mai smesso di salire sul ring, trasformando curiosità in vocazione e ogni allenamento in una sfida verso se stessa. 

Sotto la guida attenta e appassionata dell’allenatore Simone Monaco, Giulia ha iniziato un percorso che l’ha portata a crescere, non solo dal punto di vista atletico, ma anche umano. “A kickboxing mi ha insegnato la disciplina, il rispetto per gli altri e per me stessa. E soprattutto a non mollare mai», confessa con il sorriso”. 

“Giulia è una ragazza molto determinata. Fin dal primo giorno ha sempre dato il massimo e si è impegnata a fondo per migliorarsi. La kickboxing l’ha aiutata a crescere, non solo come atleta, ma anche come persona. È una vera combattente, che sa che ogni difficoltà è un’opportunità per imparare. Sono orgoglioso di allenarla e sono sicuro che continuerà a fare grandi cose”, dice Simone Monaco, coach di Giulia Maroli. 

Oggi Giulia è un’atleta determinata, disciplinata, serena. La sua forza non è solo nei colpi, ma nella consapevolezza. “Il nostro motto è: o si vince o si impara. La vera vittoria è sapere di aver dato tutto.” E lei lo dà tutto, sempre. In allenamento, dove si confronta con atleti di altissimo livello. In gara, dove l’adrenalina sale solo dopo l’ultima ripresa. E a casa, dove trova sempre il sostegno della sua famiglia e del fratello Gabriele, il suo primo tifoso. 

Sono fortunata perché sono supportata da tante persone: in primis dalla mia famiglia, che ha sempre creduto in me e mi segue in tutte le gare, dal mio coach Simone Monaco che mi ha praticamente cresciuta come atleta e dai miei compagni di squadra. Il mio tifoso numero 1 è mio fratello Gabriele, che non si perde mai una gara ed è stato lui stesso un atleta! Anche lui ha iniziato con me, si è qualificato terzo al Campionato Regionale e ha partecipato al Trofeo Italia. Due anni fa ha deciso di smettere per dedicarsi prima al calcio e poi al basket”. 

La prima volta sul tatami è un’emozione che non si scorda mai: “La prima volta che sono salita sul tatami ero emozionata, ma anche intimidita: non conoscevo nessuno, mi sembrava strano correre scalza e poi indossare i guantoni. La mia prima gara me la ricordo molto bene! Avevo 10 anni. Ricordo addirittura la posizione del tatami e in quale angolo ero posizionata. Per regolamento, avevo dovuto indossare il caschetto con la mascherina di plastica, obbligatoria in gara per quella fascia di età, quindi mi sembrava tutto stranissimo. Ero molto agitata ma, non appena l’arbitro ha dato il “Fight!” tutto è sparito e mi sono concentrata. Nonostante io abbia perso, ho dei ricordi bellissimi di quella gara e lì ho avuto la certezza che questo è il mio sport. Come dicevo prima, anche se ho perso ho imparato una cosa importante”. 

A 10 anni ha conquistato la sua prima medaglia, un bronzo al campionato regionale. A 11, due ori al campionato interregionale di Montecatini Terme. A 12, un bronzo e un oro ai Campionati Regionali. E poi, all’età di 13 anni, è salita sul tatami dei Campionati Italiani Assoluti Cadetti a Lignano Sabbiadoro, portando a casa due argenti, un’esperienza che l’ha segnata nel profondo: “Mi ricordo la mia prima medaglia di bronzo, quando avevo 10 anni, al campionato regionale. Non dimenticherò mai quella sensazione di orgoglio e soddisfazione, soprattutto perché in quel momento ho capito davvero che questo sport era ciò che volevo fare. Mi sembrava che tutto il duro lavoro e gli allenamenti finalmente avessero dato i loro frutti. Quando mi hanno chiamata per salire sul podio, ho provato un’emozione indescrivibile. È stato un momento che non dimenticherò mai e che mi ha dato ancora più motivazione per continuare a migliorarmi.” 

Ora si prepara per Jesolo 2025, con un obiettivo chiaro: dare il massimo e, magari, entrare in nazionale. Perché Giulia sogna in grande: “Vorrei rappresentare l’Italia e vincere un titolo internazionale. Magari un giorno, se la kickboxing sarà olimpica, ci sarò anch’io.” 

Si allena due volte alla settimana: “Mi alleno due volte a settimana a Castelrosso, nel corso degli adulti. Quando ci sono delle gare in programma, pianifico degli allenamenti aggiuntivi nella sede di Brandizzo. Ho la fortuna di potermi allenare con atleti di grande esperienza, che sono stati in nazionale e hanno partecipato a competizioni internazionali e a gare prestigiose. Sono orgogliosa di poter imparare da loro”. 

«Nonostante la kickboxing sia uno sport individuale di combattimento, lo spirito di squadra all’Action Team Italia è molto forte e anche quando uno di noi non combatte va a fare il tifo per gli altri. Ci chiamano “il muro giallo”, perché siamo sempre tantissimi! La vicinanza e il supporto di tutti mi aiutano ad essere più sicura, serena e ad avere più fiducia in me stessa e nelle mie capacità, non solo in palestra ma anche nella vita di tutti i giorni», aggiunge lei. 

Fuori dal tatami, è una ragazza come tante. Ama studiare, uscire con le amiche, passeggiare per il paese, prendere un gelato: “Sono un’adolescente normale e mi piace fare le cose delle ragazze della mia età, forse sono un po’ atipica perché mi piace studiare. Mi piacciono i social, ma preferisco passare del tempo con le mie amiche di persona facendo una passeggiata, per un gelato o una pizza». Ma basta indossare i guantoni, stringere la cintura, e tutto cambia. Resta solo la concentrazione. “Non sento più nulla. Solo la voce del mio istruttore.” 

E in quell’istante, Giulia non è più solo una studentessa. È una guerriera gentile, che combatte con rispetto, che abbraccia l’avversario dopo la gara, che applaude chi vince. Perché nella kickboxing – come nella vita – il colpo migliore è sempre quello che parte dal cuore. Continua ad allenarsi, a sognare e a crescere, dimostrando che determinazione e sogni possono andare di pari passo. Tra allenamenti intensi, gare e studio, il suo obiettivo è migliorarsi continuamente, raggiungere la cintura nera e, magari, diventare una delle atlete più forti al mondo nella sua disciplina. 

«Giulia è campionessa regionale e vice campionessa italiana nella sua specialità, ma resta sempre la nostra bambina con i piedi per terra. Abbiamo una figlia davvero speciale, e non lo diciamo solo perché è nostra figlia. L’altra settimana il suo coach ha deciso di non farla allenare per evitare infortuni, visto che sarà a Jesolo per i Campionati Italiani di kickboxing. Ma lei non si è tirata indietro: ha continuato ad aiutare, e insieme a noi è andata ad offrire una mano alle persone colpite dall’alluvione. È speciale non solo per i suoi risultati sportivi, ma per la persona che è diventata: determinata, sensibile e con un cuore enorme. Siamo fieri di lei ogni giorno», raccontano con emozione i genitori. 

Con i piedi saldi e lo sguardo fiero, è pronta a dimostrare che anche nei piccoli paesi nascono storie grandi, di passione, coraggio e sogni cuciti addosso, come il sudore e la determinazione di una vera campionessa. Perché sotto quei guantoni c’è un cuore che batte forte, e quel cuore si chiama Giulia. 

E se un giorno la vedrete salire su un podio mondiale con la bandiera tricolore sulle spalle, ricordatevi di questo: tutto è iniziato qui, tra le strade tranquille di Verolengo, dove una bambina con gli occhi pieni di luce ha scelto di non mollare mai. 

 

Giulia Maroli con il fratello Gabriele e Simone Monaco

Giulia con i genitori a Monteu da Po ad aiutare il paese dopo l'alluvione

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