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Quel Nientologo di Volpatto
26 Luglio 2023 - 14:31
Esami di maturità 2023 (foto d'archivio)
Fifa, emozioni, energia. Chi c’era arrivato dai percorsi canonici, chi recuperando gli anni all’Internazionale o dai salesiani, chi lavorando di giorno e studiando la sera. Eravamo pronti alla sfida, nessuno la temeva, né temeva l’insuccesso. La fatica fatta fin lì, ne eravamo sicuri, avrebbe pagato. E pagò.
Era l’anno delle elezioni perse dalla DC e vinte da Craxi, a Helsinki si svolgevano i primi mondiali di atletica della storia, si discuteva di politica, resistenza e futuro della città. Con tanti dubbi e tra le rivolte del caso l’Amministrazione lanciò quella che sarebbe diventata l’isola pedonale, realizzata poi negli anni successivi. Eravamo campioni del mondo, non ci teneva nessuno, le ragazze cadevano, si fa per dire, ai nostri piedi e la vita era lì, tutta davanti a noi. I quasi mille ragazzi settimesi del ’64, mai più così tanti, quarant’anni fa di questi giorni davano la Maturità.
Era il quarto, per qualcuno il quinto o sesto esame scolastico della vita: uno lo avevamo fatto in seconda elementare, uno in quinta, uno in terza media, uno o due alle qualifiche intermedie delle superiori o a causa dei rimandi a settembre, le bastonate indispensabili a capire che era meglio studiare a febbraio che ad agosto, ovvero, un lavoro va fatto quando va fatto, non quando vuoi tu. Poi c’era la patente, che tutti tassativamente a 18 anni inseguivamo come una chimera e, senza una lira in tasca, tentavamo direttamente alla Motorizzazione, esercitandoci alla guida con la 128 di papà, poveretto, che ci doveva mettere la pazienza di Giobbe e qualche riparazione alla carrozzeria. Mica pizza e fichi, che adesso hanno paura a far fare gli esami ai ragazzi perché si stressano. Prima dell’estate più bella della vita bisognava passare l’esame. E fu dura, per la miseria, tema sulla prima guerra mondiale, che sembrava lontanissima ed era successa sessant’anni prima, poco più di quanti oggi ne son passati da allora: ci siamo resi conto mentre scrivevamo di aver avuto culo a nascere quando gli altri avevano già sistemato le cose, e dovevamo fare lo stesso per quelli che sarebbero arrivati dopo. Speriamo di esserci riusciti. Perché gli esami prima o poi nella vita arrivano.
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