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Base Concordia: il laboratorio ai confini del mondo che svela il futuro della terra

A -80°C, nel cuore del Plateau Antartico, un gruppo di scienziati vive in isolamento per studiare il clima, la medicina spaziale e le origini della Terra. Un’avventura estrema tra scienza e sopravvivenza.

Base Concordia: Il Laboratorio ai Confini del Mondo che Svela il Futuro della Terra

Gli alunni di un istituto tecnico superiore della provincia di Torino, l'ITC Galileo Galilei di Avigliana, hanno vissuto un’esperienza straordinaria: un collegamento in diretta con la Base Concordia, avamposto scientifico italo-francese situato nel cuore del Plateau Antartico.

Un’occasione unica per scoprire, attraverso le parole dei ricercatori, la vita e le ricerche condotte in uno dei luoghi più isolati e affascinanti del pianeta.

A oltre 3200 metri di altitudine, la Base Concordia rappresenta un osservatorio privilegiato per lo studio della crisi climatica e del riscaldamento globale.

Immersa nella notte polare per tre mesi consecutivi, con temperature che possono raggiungere i -80°C, questa stazione scientifica è accessibile solo per pochi mesi all’anno, quando le condizioni meteorologiche permettono il trasporto di rifornimenti e personale. La base è dotata di infrastrutture essenziali: generatori diesel, un centro medico, un laboratorio di ricerca all’avanguardia e un sistema di estrazione dell’acqua dalla neve.

Il collegamento video, avvenuto mercoledì 5 febbraio nell'ambito del convegno di formazione “STAZIONI METEO – Scienza, educazione e crisi climatica”,  ha permesso agli studenti di interagire direttamente con il team di "invernanti", il gruppo di ricercatori, tecnici e personale di supporto che trascorre l’intero inverno in totale isolamento, vivendo in condizioni estreme per portare avanti studi di climatologia, astrofisica, biomedicina e fisica dell’atmosfera.

La Base Concordia in Antartide 

Grazie a una videocamera mobile, i ragazzi hanno potuto esplorare virtualmente la base, osservando il centro di primo soccorso, i laboratori e persino la cucina, dove hanno incontrato il cuoco italiano che ha raccontato la sua esperienza nella notte antartica.

“Il team della base Concordia rappresenta una delle maggiori stazioni meteo dell’Antartide – spiega il professor Gianni Boschis, docente referente del progetto e divulgatore scientifico -  così se noi abbiamo potuto apprezzarne il grande valoro scientifico, loro hanno apprezzato il valore educativo del nostro progetto. Ma soprattutto si è creato uno scambio umano; queste persone, isolate dal mondo, hanno colto l’occasione per un dialogo e uno scambio vero con i nostri ragazzi. Sono soddisfatto perché siamo così riusciti a creare un ponte tra la scuola e la scienza, fra l’educazione e la ricerca. Un grande arricchimento reciproco”.

A causa delle condizioni estreme in cui vivono, il personale della Base Concordia subisce inevitabili cambiamenti psicofisici, motivo per cui la loro salute è attentamente monitorata dalla comunità scientifica e sanitaria.

In caso di emergenze mediche, gli abitanti della base sanno di non poter contare su evacuazioni o soccorsi esterni. Tuttavia, all’interno della stazione è presente un centro di primo soccorso completamente attrezzato, dotato di una sala operatoria per interventi chirurgici di base. Per situazioni più complesse, il personale medico può avvalersi del supporto a distanza di un ospedale francese convenzionato.

Durante il collegamento con la base, gli studenti hanno potuto esplorare questo straordinario avamposto scientifico sotto la guida di Simona Grimaldi, scienziata naturalista dell’Università di Catania. Con passione, ha raccontato loro le sfide quotidiane e le conquiste della ricerca in un ambiente così remoto, intrecciando scienza e vita vissuta in un’esperienza che ha lasciato il segno.

Il gruppo di "invernanti" per la 21esima missione in Antartide 

Uno dei temi più affascinanti trattati durante l’incontro è stato il progetto Beyond EPICA, un’iniziativa internazionale volta a studiare la storia climatica della Terra attraverso l’estrazione di carote di ghiaccio. La recente trivellazione ha raggiunto una profondità di 2800 metri, fornendo un archivio senza precedenti delle variazioni climatiche dell’ultimo milione di anni. 

"La trivellazione si è appena conclusa - afferma Boschis - e da ora in poi se ne parlerà molto, poiché le carote di ghiaccio verranno studiate approfonditamente. Questi studi ci permetteranno di estendere la ricostruzione climatica a oltre un milione di anni, una prospettiva che aggiunge un'incredibile quantità di informazioni”.

Sebbene una parte di questa storia sia già conosciuta fino a 800.000 anni fa, questi nuovi dati offrono elementi cruciali per una comprensione più ampia: “Il grande geologo Lyell sosteneva che 'il presente è la chiave per comprendere il passato'. Oggi, però, ribalterei questa affermazione – dice Boschis - affermando che 'il passato è la chiave per comprendere il futuro'. Infatti, il carotaggio che raccoglie la memoria storica del clima terrestre ci permette di fare previsioni più accurate per il futuro. Studiando i cambiamenti climatici passati, possiamo ipotizzare gli effetti di condizioni simili che stiamo vivendo oggi, come le attuali concentrazioni di CO2 nell'atmosfera”.

La Base Concordia 

Concordia non è solo un laboratorio terrestre, ma anche un banco di prova per le missioni spaziali. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) conduce qui esperimenti sugli effetti dell’isolamento estremo e delle condizioni ambientali proibitive sul corpo e sulla mente umana, dati fondamentali per preparare future missioni su Marte.

La 21ª missione invernale del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide è ora ufficialmente iniziata, con 13 winterover pronti a trascorrere i prossimi nove mesi nell’estremo sud del pianeta. 

Il progetto ha lasciato negli studenti un’impronta profonda, mostrando loro il fascino e l’importanza della ricerca scientifica. Un piccolo seme piantato che, forse, un giorno porterà qualcuno di loro fino ai ghiacci dell’Antartide.

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