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Per chi suona la campana
29 Luglio 2023 - 17:15
Don Paolo Mignani, parroco di Mezzi Po
Si diceva che con la sua scomparsa Monsignor Bettazzi non abbia lasciato eredi a meno che si vogli annoverare fra questi gli arzilli ex olivettiani percettori di pensioni d’oro e sempre in prima fila per ogni battaglia progressista. Nemmeno fra il giovane clero – figlio, pur tra varie sfumature, dei pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI - se ne intravedono. Se però si va alla ricerca di qualche ecclesiastico che ricalchi le orme del vescovo rosso, non solo nei ricordi e nelle testimonianze, ma nelle lotte, bisogna passare il Malone e andare in diocesi di Torino nella non lontana Settimo Torinese che da decenni è la patria del cattocomunismo realizzato e approdare nella ridente frazione di Mezzi Po.
In essa dimora il suo parroco, don Paolo Mignani, detto don Carlo Marx, non solo perché ha il volto incorniciato con una magnifica e fluente barba di impressionante somiglianza con quella del filosofo di Treviri, ma perché del fondatore del socialismo scientifico ne assume anche le pose nonché le idee di liberazione e progresso, tanto che gli impiegati della Curia di Torino ne riconoscono l’ingresso dal suo canto a squarciagola di Bandiera Rossa.
Alcuni anni fa lo stesso don Paolo ingaggiò – non senza ragioni - una battaglia contro la discarica nella sua frazione. Adesso lancia l’allarme contro il pericolo- più che reale- che nel territorio di Settimo venga aperto il diciannovesimo supermercato che, pare, sia già stato autorizzato dall’amministrazione comunale.
Il suo orizzonte però va al di là di Mezzi Po e qualche settimana fa, ed esattamente il 16 giugno, l’infaticabile parroco ha organizzato nella chiesa di S. Croce a Settimo un incontro dal titolo «Prendiamoci cura della casa comune. Laudato sì e progetto Tav Torino Lione a confronto» con un gruppo di cattolici militanti anti TAV. L’ecologismo è oggi assimilabile ad una religione e si parla persino di «peccato ecologico» da introdurre nel Catechismo. Il peccato è una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna, dice S. Agostino.
Il peccato è un’offesa a Dio, disobbedendo alla sua legge. Nella misura in cui l’uomo non custodisce la terra che gli è stata affidata, pecca ma questo è già nel Decalogo : il settimo comandamento «non rubare», che prevede il rispetto delle cose create (CCC 2415). Però si badi, come dice la lettera agli Ebrei (Eb 13,14) non abbiamo una città, una casa o ambiente (eco-logia viene da greco oikia) stabile in questo mondo.
Ci si chiede perciò se queste battaglie per la custodia del creato, che pure non mancano di nobili motivazioni, debbano essere condotte in prima persona da un prete e questo lo diciamo perché qualche tempo fa un suo confratello della stessa diocesi di Torino, si impegnò personalmente e pubblicamente nella campagna portata avanti da un partito che già dal nome aveva come scopo la difesa della famiglia, subendo per questo gli strali dei superiori e la minacciosa ostilità dei confratelli. Questo non tanto per l’impegno politico ma in quanto i valori propugnati erano quelli della famiglia tradizionale. Ma si sà che, come dice il vecchio detto radicale francese, oggi anche in voga nella Chiesa: pas d’ennemis à gauche .
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen
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