AGGIORNAMENTI
Cerca
Per chi suona la campana
23 Luglio 2023 - 00:13
Bettazzi
Continua il nostro contributo al profilo critico di monsignor Bettazzi proprio partendo dal governo della Diocesi che, come si è detto, con la sua esposizione ecclesiale a livello nazionale, fece sì che molto dovesse essere demandato ai vicari, scelti tutti da lui, ma che spesso e inevitabilmente dovettero scendere a compromessi con un clero che, sia pur obbediente, non era proprio della sua linea teologica.
LA PRIMA PARTE
Bettazzi fu sempre rispettoso di tutti e con tutti e non si impose mai e se anche qualche prevosto un po’ tradizionalista nei primi tempi lo osteggiava, fu sempre magnanimo, essendo egli convinto che il Concilio avrebbe dato i suoi frutti e si era appena agli inizi di quella che ancora oggi qualcuno definisce la «primavera della Chiesa». Così la sua applicazione fu avviata con sollecitudine ma senza imposizioni o furori ideologici mentre invece sul fronte politico e sociale le esternazioni del vescovo di Ivrea andavano ben oltre l’ambito diocesano facendone un protagonista della scena nazionale. Questo fece sì che la sua attenzione alle dinamiche interne ebbe sempre un carattere tollerante e non oppressivo.
In una conversazione che avemmo con uno dei preti di punta della sua gestione - che lo ha ricordato al TG3 in veste di teologo – questi ci disse che Bettazzi aveva avuto grandi meriti, ma non aveva saputo «ingegnerizzare» la sua diocesi, volendo con questo dire che non seppe imporre la sua linea per cui, dopo le sue dimissioni, si sarebbe potuto «tornare indietro», cosa che secondo lui stava avvenendo con i successori. I quali non hanno potuto e non potevano non subire il confronto con un tale ingombrante personaggio, ma che sicuramente non potevano e non volevano essere soltanto dei meri emulatori e ripetitori del «vescovo rosso».
In effetti, a ben vedere, e come si è detto, il «bettazzismo» non ha eredi con ciò intendendo non i vegliardi, ancora sulla scena e inguaribili nostalgici, ma le giovani leve, sia del clero sia dei laici. Singolare destino quello del Canavese che da decenni vive, con la folta schiera dei benestanti e petulanti «olivettiani», nel rimpianto e nel ricordo di Adriano Olivetti e dei suoi anni d’oro e che spesso, dal punto di vista ecclesiale, ha il suo corrispettivo – quando non sono le stesse persone – nei «bettazziani», impegnati da anni nel costruire il mito del vescovo ideale. Il quale, tra i tanti apologetici appellativi, ha ricevuto anche quello di «profeta», quando per «profetico» si intende solitamente qualcosa di sinistra.
Ed egli profetico lo fu veramente, allorchè nella celebre intervista del febbraio 2012 parlò della probabile rinuncia di Benedetto XVI che avvenne esattamente un anno dopo. Qualcuno osservò che tale informazione gli provenisse dalla cosiddetta «mafia di S. Gallo», che preparò in riunioni segrete le dimissioni di Benedetto l’elezione di Francesco e della quale faceva parte il cardinale Achille Silvestrini, suo corregionale e influentissimo esponente del progressismo.
Adesso sappiamo anche che fu don Piero Agrano ad avere la malaugurata idea di alzare l’indice di fronte a papa Francesco chiedendogli di fare cardinale Bettazzi, cosa che il Papa prese malissimo lamentandosi poi della sua impertinenza con il cardinale Giuseppe Bertello. A scusante dell’incauto don Piero va detto però che egli ignorava del tutto il caratterino di Bergoglio del suo stile peronista. Adesso, le spoglie di monsignor Bettazzi riposano in cattedrale e la sua anima è in Paradiso in attesa della risurrezione finale.
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.