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Avvoltoio monaco salvato in Valle Varaita: torna un gigante estinto sulle Alpi

Il rapace, in arrivo dalla Spagna, recuperato dai forestali e dal Cras di Bernezzo. Una specie scomparsa in Italia dagli anni ’60

Avvoltoio monaco salvato in Valle Varaita

Avvoltoio monaco salvato in Valle Varaita: torna un gigante estinto sulle Alpi

Stremato, affamato, incapace di volare: così è stato trovato un avvoltoio monaco (Aegypius monachus) a Sampeyre, nel cuore della Valle Varaita, a pochi chilometri dal Monviso. Un evento straordinario, visto che la specie è scomparsa dall’Italia da oltre sessant’anni. Il ritrovamento, avvenuto dopo giorni di monitoraggio da parte dei Carabinieri Forestali, ha attivato una rete di soccorso che ha permesso di salvare l’animale e trasferirlo al Cras di Bernezzo per ricevere cure veterinarie.

Il recupero è avvenuto martedì, dopo un primo tentativo fallito nei giorni precedenti. Fondamentale l’intervento della veterinaria Arianna Menzano, direttrice sanitaria del Parco Alpi Marittime, che ha coordinato le operazioni assieme al personale del Centro Recupero Animali Selvatici e ai Forestali. L’avvoltoio, che pesava solo 4,4 kg – ben al di sotto del peso normale per la specie – è stato identificato grazie agli anelli del Ministero dell’Ambiente spagnolo, confermando la sua provenienza da un progetto di reinserimento in corso nella penisola iberica.

L’avvoltoio monaco è uno dei più grandi rapaci necrofagi d’Europa, con un’apertura alare che può superare i 3 metri. La sua funzione ecologica è cruciale: si nutre di carcasse e contribuisce all’equilibrio degli ecosistemi naturali. Ma la specie è minacciata da urbanizzazione, avvelenamenti e riduzione degli habitat, ed è oggi considerata “quasi minacciata” dalla Lista Rossa IUCN.

Il fatto che un esemplare sia riuscito a raggiungere le Alpi Cozie rappresenta una notizia straordinaria per la conservazione della biodiversità, anche se frutto probabilmente di un lungo e difficile viaggio. È il segno tangibile di quanto sia importante il lavoro congiunto tra istituzioni, veterinari, volontari e centri di recupero per proteggere la fauna selvatica in difficoltà.

L’auspicio è che il rapace possa ristabilirsi e tornare presto in libertà, riportando nei cieli italiani una presenza maestosa scomparsa da decenni.

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