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La mascotte del Giubileo, Luce, trasformata in icona porno dall’intelligenza artificiale

E non mancano le polemiche e le questioni etiche e morali

Luce, la nuova mascotte del Vaticano, diventa suo malgrado protagonista di contenuti deepfake

Luce, la nuova mascotte del Vaticano, diventa suo malgrado protagonista di contenuti deepfake

La mascotte del Vaticano, Luce, lanciata come simbolo fresco e moderno per il Giubileo e l’Expo 2025 di Osaka, si è rapidamente trasformata in una controversa icona dell’era digitale. Creata dall’artista Simone Legno di Tokidoki, Luce è una giovane pellegrina dai capelli blu, avvolta in un impermeabile giallo e stivali verdi. Nata con l’intento di avvicinare la Chiesa alla cultura pop e ai giovani, come spiegato dall'arcivescovo Rino Fisichella, la mascotte ha attirato ben presto le attenzioni meno desiderate del web, diventando oggetto di immagini sessualmente esplicite generate tramite intelligenza artificiale.

Il mondo di Luce, tra videogiochi e... contenuti inadatti

Luce, sin dal suo debutto, è entrata nel cuore della cultura pop giovanile: cosplay, fanart e addirittura videogiochi ispirati alla figura della pellegrina hanno invaso internet, contribuendo al successo del personaggio. Tuttavia, come spesso accade nel mondo online, questo interesse ha preso una piega inquietante. Alcuni utenti di piattaforme di generazione di immagini tramite IA, come Civitai, hanno iniziato a produrre contenuti sessuali con protagonista Luce, rappresentata in pose esplicite o in atteggiamenti provocanti.

"Signore, perdonami per quello che sto per fare" è solo uno dei messaggi pubblicati su Civitai da un utente, poco prima di diffondere un’immagine sessualmente esplicita della mascotte. Questi contenuti hanno rapidamente iniziato a circolare su piattaforme come Reddit e perfino nei risultati di ricerca su Google.

Deepfake e pornografia digitale: un fenomeno dilagante

Il caso di Luce evidenzia un fenomeno in crescita: l’uso dei software di intelligenza artificiale per creare immagini pornografiche fake o deepfake. Questo non si limita solo a personaggi di fantasia, ma coinvolge anche personaggi famosi, principalmente donne. La lista delle celebrità “vittime” di queste manipolazioni comprende nomi come Taylor Swift, Emma Watson, Michelle Obama e Scarlett Johansson, e il fenomeno non accenna a diminuire.

La capacità dell’IA di generare immagini realistiche con facilità e rapidità è diventata una risorsa inquietante per chi desidera creare contenuti inappropriati senza alcuna competenza specifica. Basti pensare che, con una semplice fotografia, è possibile realizzare un video esplicito di un minuto in appena mezz’ora. Questo genere di manipolazione è diventato persino uno strumento di ricatto o vendetta per ex fidanzati e persino minorenni, che usano bot e deepnude per umiliare le vittime.

Una riflessione necessaria sull’uso delle tecnologie

L’uso distorto dell’intelligenza artificiale, in particolare per la creazione di pornografia deepfake, solleva questioni serie e urgenti. I siti specializzati in questi contenuti estremi, infatti, hanno categorie inquietanti come degradazione, pianto e stupro, in cui si materializzano fantasie estreme e violente.

Il caso di Luce dimostra come i confini tra cultura pop e abusi digitali siano sottili e facilmente violabili. A pochi giorni dal lancio, la mascotte ideata per rappresentare positività e avvicinamento alla fede si è trasformata in un triste simbolo dei rischi della tecnologia non regolamentata.

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