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Livorno Ferraris

Le suore di Loreto ricordano la fondatrice madre Natalina Bonardi

Ieri nel parco del Conventino una messa celebrata da mons. Bedello, un concerto e un rinfresco

Suor Natalina Bonardi

Suor Natalina Bonardi

La Congregazione vercellese delle suore di Santa Maria di Loreto ha celebrato la ricorrenza del dies natalis della Fondatrice, la Venerabile madre Natalina Bonardi, nell’ampio parco del “Conventino” di Livorno Ferraris, con la messa delle 16 officiata dal Vicario generale della diocesi eusebiana, monsignor Stefano Bedello.

«Rivivere l’affetto, la gratitudine e la gioia per una donna piccola, umile e coraggiosa», sono le parole con cui suor Rosangela Brioschi “delinea” questo ricordo annuale di madre Natalina, una religiosa «che ha donato alla Chiesa un carisma particolare che rispecchia la vita della Santa Famiglia a Nazareth dove Maria, insieme a Giuseppe, seguiva la crescita di Gesù “in età, sapienza e grazia». 

Suore di Loreto - Suor Natalina Bonardi

Suor Natalia Bonardi

Anziché scegliere la Casa madre ubicata a Palazzo Murazzano a Vercelli, proprio come lo scorso anno si è nuovamente optato per Livorno Ferraris: «Un luogo molto caro a tutta la Congregazione perché, rimasta sola in una comunità fatiscente, madre Natalina ha trovato rifugio e conforto nel “Conventino” di Loreto, allora nel paese di Livorno Piemonte», ha spiegato suor Rosangela. «Al dolore e all’amarezza di questa giovane donna è venuta in aiuto la Vergine che, con il suo “Sì, io ti aiuterò”, le ha donato pace e speranza. Un aiuto che la nostra Congregazione da sempre sperimenta e che non viene mai meno perché Maria è fedele e sostiene con tenerezza materna il cammino di ogni suora di Loreto e di quanti si affidano a Lei».

Sono duplici le intenzioni che verranno elevate al Signore nel corso della liturgia eucaristica commemorativa della Fondatrice: «Grate per la ricchezza spirituale e per la preziosità del carisma, oggi ancora molto attuale, noi suore di Santa Maria di Loreto vogliamo ricordare madre Natalina per la sua sequela vissuta nel nascondimento, ma ricca di amore verso il Signore Gesù, riversato su quanti ha incontrato lungo il suo cammino, e la ricordiamo anche per le sue virtù riconosciute dalla Chiesa che l’ha elevata alla Venerabilità», chiosa suor Rosangela.

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