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Quest’anno Centro estivo “unificato” Comune-Parrocchia ma la vicesindaco Demaria non è d’accordo e si astiene

La Giunta Farinelli delibera di accettare la proposta del parroco don Triminì (e gli dà 30 mila euro)

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Adelangela Demaria

La Giunta comunale, nella seduta del 30 marzo scorso, ha deliberato di accettare la proposta del parroco don Enrico Triminì, pervenuta tre giorni prima, di realizzare quest’anno un centro estivo “unificato” (Parrocchia-Comune) per i bambini e i ragazzi frequentanti la scuola d’infanzia, le elementari e le medie.

La Parrocchia San Grato ha chiesto al Comune:

- di poter utilizzare i locali della Scuola dell’Infanzia di Sant’Antonino (dal 3 al 28 luglio), per un numero di 25 bambini circa;

- di predisporre il servizio scuolabus da Saluggia a Sant’Antonino e ritorno, per accompagnare quotidianamente i bambini dell’Infanzia;

- di poter utilizzare i locali della Scuola Primaria di Saluggia (dal 28 agosto all’8 settembre), per un numero di 35 bambini circa;

- il patrocinio e il sostegno economico del Comune, al fine di sostenere i costi di organizzazione e ridurre le rette che le famiglie interessate dovranno affrontare.

La Giunta presieduta dal sindaco Libero Farinelli ha deliberato «di accogliere favorevolmente la proposta della Parrocchia di San Grato, in quanto la realizzazione del Centro Estivo unificato incrementa la collaborazione in essere tra i due Enti e risponde al bisogno delle famiglie di avere un supporto nella gestione dei figli durante il periodo estivo»; ha inoltre deciso di «contribuire con supporto economico nella misura massima di 30 mila euro per lo sforzo organizzativo, compresa la maggiore partecipazione, incontrandone le difficoltà, delle famiglie interessate».

La delibera non è passata all’unanimità: favorevoli il sindaco e gli assessori Francesco Bernini, Federica Boggio e Alessandro Momo, astenuta la vicesindaco Adelangela Demaria.

Demaria - che è anche assessore alle politiche sociali - ha motivato la sua astensione con un documento allegato alla delibera. Innanzitutto, dice, «non è chiaro il significato di “Centro estivo unificato”, in quanto la totale gestione economica verso le famiglie e l’organizzazione delle attività sono a totale discrezionalità della Parrocchia, senza alcun controllo da parte del Comune». Insomma: il Comune mette i locali e paga 30 mila euro al parroco, poi faccia lui.

Inoltre, sottolinea, «non c’è alcuna possibilità di partecipazione per bambini e ragazzi portatori di handicap, cosa che considero una sostanziale discriminazione».

A differenza degli altri anni, poi, il Centro Estivo 2023 durerà «due settimane in meno», e «non è indicato con quale frequenza i bambini saranno accompagnati in piscina».

Ma soprattutto è una proposta “a scatola chiusa”: il parroco «non ha indicato un minimo di programma delle attività educative che saranno svolte e che il Comune dovrebbe almeno conoscere se si tratta di un Centro estivo unificato, dal momento che eroga una cifra importante alla Parrocchia».

Trentamila euro sono tanti, ma - evidenzia Demaria - «non è stato stabilito un parametro di confronto tra il numero degli iscritti e la cifra erogata: che i frequentanti siano dieci o cento, il Comune riconosce comunque alla Parrocchia trentamila euro».

La vicesindaco, quindi, non condivide la decisione perché ritiene che «il totale affidamento della gestione del Centro estivo da parte del Comune alla Parrocchia non possa considerarsi un supporto sociale alla comunità da parte del Comune, ma una gestione in outsourcing gestita in totale autonomia dalla Parrocchia con un importante contributo economico da parte del Comune».

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