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Eporedia Futura

Sceriffo mancato o provetto Pinocchio?

Dopo mesi di negazioni e minimizzazioni, il sindaco Chiantore cambia rotta sulla sicurezza: 2.000 firme dei commercianti bastano per invocare l’intervento del Prefetto. Ma non doveva essere solo una “percezione”?

Matteo Chiantore

Matteo Chiantore

Le bugie, si sa, hanno le gambe corte e, rimanendo sui proverbi, tutti i nodi vengono al pettine.

È di pochi giorni fa la notizia del superamento delle 2.000 firme raccolte dai commercianti eporediesi per avere risposte chiare da parte dell’Amministrazione di Ivrea.

Personalmente, ho aderito alla raccolta firme e sostenuto con convinzione le richieste dei proponenti, che corrispondono quasi letteralmente alle proposte che il Centrodestra (anche insieme alle altre forze di opposizione) porta avanti da quasi due anni in Consiglio Comunale: videosorveglianza, illuminazione pubblica e presidi delle forze dell’ordine e della Polizia Locale nelle zone più a rischio, oltre a importanti percorsi di prevenzione della diffusione delle cosiddette baby gang.

A volte, la maggioranza ha nascosto la testa sotto la sabbia, mentre in altre occasioni è perfino arrivata ad accusarci di cavalcare il tema della sicurezza per fini politici.

Non si è mai trattato di questo, come dimostrano i fatti che, purtroppo, ci danno sempre maggior ragione.

Sono d’accordo con chi dice che la sicurezza non sia un tema di destra, ma sono sempre più convinto che la sinistra – specialmente quella eporediese – non sappia (o non voglia) occuparsene.

Ricordiamo bene il Sindaco Chiantore proporre di fronte al Prefetto di Torino la diffusione di libri e chitarre per contrastare la delinquenza giovanile, salvo poi affermare pubblicamente che i numeri dimostrano che gli episodi di reato non sono in aumento.

Il Prefetto di Torino

Forse, per svariati motivi, non aumentano le denunce, ma basta parlare con gli Eporediesi per rendersi conto che sono ben pochi quelli che non conoscano almeno una persona che sia stata vittima di un reato.

Le duemila firme depositate dai commercianti, però, hanno fatto cambiare idea al Sindaco Chiantore, che ha rinnegato di aver relegato il tema a un “problema di percezione” fomentata dai giornali locali.

Molto probabilmente anche il Primo Cittadino si è reso conto di avere un problema con la sua cittadinanza, che potrebbe aggravarsi al momento delle prossime elezioni amministrative.

Qual è stata, dunque, la risposta?

Ha prontamente inoltrato la petizione e le relative firme al Prefetto di Torino (lo stesso a cui aveva probabilmente detto che Ivrea è un’isola felice) per occuparsi del tema.

Insomma, siamo al vecchio “vorrei ma non posso”, anche se (pur dubitando della presenza della volontà) non si riesce ancora a capire se l’impossibilità sia dettata dalla legge o da dinamiche politiche interne alla stessa maggioranza di sinistra.

Propenderei per la seconda ipotesi, dal momento che, come vedremo, un Sindaco, anche grazie all’intervento del Governo, non è solo lo spettatore del degrado che avanza.

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