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Femminicidio di Marylin Pera: a settembre il processo d’appello per Marco De Frenza

La 39enne Crescentinese uccisa a Vigevano nell’agosto 2021. In primo grado è stato condannato a 23 anni

Marylin Pera & Marco De Frenza

Marylin Pera & Marco De Frenza

E' stato fissato a settembre l’appello per il processo relativo all’omicidio della crescentinese Marylin Pera. Alla sbarra torna Marco De Frenza, condannato a 23 anni in primo grado lo scorso gennaio. L’uomo è in carcere a Pavia. Per lui era stato chiesto l’ergastolo, ma la corte d’assise ha sentenziato diversamente. Ora si dovrà esprimere la corte d’assise d’appello di Milano. De Frenza, 60 anni di Mede, ha ucciso Marylin Pera il 10 agosto 2021 in un appartamento di corso Novara a Vigevano. La corte aveva stabilito anche un risarcimento di 300 mila euro al figlio della vittima, cresciuto a Mede dove Marylin si era trasferita.

Il sostituto procuratore Alberto Palermo nella sua requisitoria aveva ripercorso la vicenda del delitto. De Frenza, reo confesso, ha ucciso Marylin a coltellate dopo una lite. L’assassinio era stato scoperto il giorno dopo: l’uomo era stato con il cadavere della vittima in casa per ore. Un omicidio per cui De Frenza non avrebbe mostrato pentimento né durante gli interrogatori né nel corso della detenzione: per questo il procuratore aveva chiesto l’ergastolo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. 

Funerali Marylin Pera

Secondo le ricostruzioni, Marylin aveva lasciato casa sua a Mede per passare qualche giorno con De Frenza, chiudere la loro relazione e tornare dal marito e dal figlio di 11 anni. Ma De Frenza si era opposto con violenza, arrivando a uccidere. La sentenza della presidente della corte Elena Stoppini ha riconosciuto le attenuanti generiche e non l’aggravante della crudeltà.

I 23 anni di condanna sono stati contestati dai parenti della vittima: il marito Fiorenzo Preveato, la madre Maria Carmela Mezzone e il suo secondo marito Dario Morana, oltre al fratello e alla sorella Aurora e Giuseppe Salvatore Morana e lo zio Massimiliano Mezzone. Saranno risarciti in sede civile. Sono rappresentati dagli avvocati Pierpaolo Chiorazzo e Claudia Tonda di Torino: «Ritenevamo corretta la richiesta di ergastolo», avevano detto dopo la sentenza. De Frenza era difeso dall’avvocato Roberta Cardinetti, che aveva chiesto di evitare l’ergastolo al suo assistito alla luce di una confessione e di prove chiare.

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