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Eroina, lotte e cultura alternativa: il collettivo "S-contro" racconta la Torino che non ti aspetti

Un libro esplora la storia del collettivo "S-contro", simbolo di resistenza culturale e politica nella Torino post-industriale degli anni '80.

Il Collettivo "S-contro"

Eroina, lotte e cultura alternativa: il collettivo "S-contro" racconta la Torino che non ti aspetti

Cosa significa essere giovani e ribelli in una città in trasformazione? È questa la domanda che emerge dalle pagine di "S-contro. Un collettivo antagonista nella Torino degli anni ottanta", scritto da Sergio Gambino e Luca Perrone, con la prefazione del giornalista musicale Alberto Campo, e pubblicato da DeriveApprodi. Il libro non è solo un resoconto storico, ma un viaggio nella memoria di un gruppo di giovani che hanno vissuto e animato la Torino post-industriale, tra politica, musica e cultura alternativa.

Il collettivo "S-contro" nasce nei primi anni '80, in un periodo di grandi cambiamenti per Torino, città che si stava trasformando da polo industriale a centro post-fordista. Come racconta Gambino, il gruppo era composto inizialmente da una decina di giovani, un "piccolo nucleo militante" che si è evoluto in una storia di militanza politica e culturale. "Non erano punk ma erano sufficientemente controculturalisti", si legge nel libro, a testimonianza di un'identità che sfuggiva alle etichette tradizionali.

Gli anni '80 a Torino sono stati un periodo di transizione, segnato dalla fine della lotta armata e dal riflusso politico. Il collettivo "S-contro" si inserisce in questo contesto, esplorando nuove forme di resistenza e partecipazione. La città, che aveva vissuto i "trentacinque giorni di blocco della Fiat" e la "marcia dei quarantamila quadri", si trovava ora a fare i conti con la repressione e la diffusione dell'eroina, fenomeni che avevano prosciugato l'area di movimento.

"S-contro" non è solo un libro di storia, ma un ponte tra passato e futuro

La fanzine e la musica come strumenti di lotta

Nel 1984, il collettivo lancia la sua fanzine omonima, un mezzo per diffondere idee e stimolare il dibattito. La musica, in particolare il punk e la new wave, diventa un altro strumento di espressione e resistenza. Sergio Gambino, uno dei militanti, ha partecipato anche all'esperienza di Radio Blackout, emittente antagonista che ha rappresentato un punto di riferimento per i centri sociali autogestiti e le case occupate.

Per i membri di "S-contro", il collettivo è stato una vera e propria scuola di formazione. "Abbiamo visto questa trasformazione poderosa e abbiamo provato, con gli strumenti che avevamo in testa allora, ostinatamente, a confrontarci con questa realtà nuova che avanzava", racconta Perrone. L'esperienza del collettivo ha permesso ai suoi membri di sviluppare una coscienza critica e di immaginare percorsi di liberazione in un contesto di cambiamento.

Il libro sarà presentato in diverse occasioni, a partire da oggi alle 19 presso Banco Vini in via Botero, con la partecipazione di Ennio Bruno, giornalista e DJ. Altre presentazioni si terranno il 5 dicembre alla Libreria Comunardi e il 19 dicembre al Centro Sociale Occupato Autogestito Gabrio. Questi incontri saranno un'opportunità per riflettere su un periodo storico complesso e sulle lezioni che può offrire al presente.

"S-contro" non è solo un libro di storia, ma un ponte tra passato e futuro. La domanda che Perrone si pone, "che cos’è la città post-fordista?", è ancora attuale e invita a riflettere su come le città e le comunità possano affrontare le sfide del cambiamento. In un'epoca di incertezze, l'esperienza di "S-contro" offre spunti preziosi per immaginare nuove forme di partecipazione e resistenza.

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