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Settimo Torinese

“Estadò”, il piccolo miracolo: “Ma la città deve fare di più”

Un successo senza precedenti di ODS per l’estate ragazzi organizzata per gli adolescenti

“Estadò”, il piccolo miracolo: “Ma la città deve fare di più”

NELLA FOTO Riccardo Curello e Gianluca Spiga (foto Pistamiglio)

Cinquanta adolescenti, con età compresa fra i 14 e i 16 anni, si sono iscritti al programma di Estadò organizzato da Oratori di Settimo. Tre settimane, più una a Casa Emmaus, in frazione Niquidetto di Viù al Col del Lys. Cinquanta ragazzi che mettono via il cellulare dalle 9 alle 16,30, impegnandosi in attività formative e giochi. Nessuno avrebbe scommesso su una partecipazione simile: molti sono ragazzi che non frequentano abitualmente gli oratori, ma le famiglie hanno scelto di iscriverli per evitare le solitudini a cui spesso corrisponde l’isolamento e la dipendenza compulsiva dai dispositivi elettronici connessi a internet.

Oggi gli adolescenti sono a rischio di nuove fragilità, molto profonde nella loro dimensione - dice Gianluca Spiga, presidente dell'associazione Oratori di Settimo - . Coinvolgerli in attività, anche se sono nuove per molti di loro, li orienta alla condivisione, a stare insieme. Ma per Oratori di Settimo è uno sforzo enorme: abbiamo messo in campo due educatori a tempo pieno. Non si può pensare di far coordinare un gruppo così delicato a giovani volontari. Il Comune di Settimo ci ha dato un contributo, ma non basta. La città, nella sua interezza, dovrebbe farsi carico di questi ragazzi. Di tutti i ragazzi. Non si può pensare di lasciarli soli per tutta l’estate. Anche se in passato ha sempre funzionato così, oggi non è più possibile”.

Spazi e tempi sono cambiati. Gli Oratori di Settimo hanno fatto un piccolo miracolo ma il boom di domande rivela un bisogno di fronte al quale non si può far spallucce. Oggi Ods è l’unica soluzione per quella fascia di età.

“Gli iscritti versano 40 euro alla settimana comprensive di un’uscita settimanale in piscina - continua Spiga - . ODS per Estadò è in perdita, ma noi lo riteniamo un investimento. E tutte le volte che son costretto a dire “no” ai genitori che vorrebbero iscrivere i ragazzi mi dispiace. Purtroppo, non possiamo prendere altri iscritti e rischiare di non seguirli come si deve. Sono già 50!”.

L’anno scorso era andata bene, quest’anno ancora meglio. Il passaparola tra i coetanei permette di costruire  nuove amicizie, oltre a quelle di scuola e sport. Ma per alzare l’asticella, si dovrebbe pensare a qualcosa di più strutturato e finanziato da bandi, fondi, contributi privati. Il tempo libero non può essere sempre e soltanto a carico delle famiglie: i momenti di vacanza dalle scuole devono avere alternative impegnate per evitare dispersioni e brutte strade. “A quell’età non si possono lasciare in balia del nulla - conclude Spiga - ODS ha fatto la sua parte, abbiamo dimostrato che c’è un’esigenza forte. Ora tocca alla città: dobbiamo prenderci cura di questi ragazzi”.

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