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20 Settembre 2024 - 09:35
L’aria rarefatta della montagna, il fruscio del vento tra le rocce e lo scintillio dei ghiacciai: in questa cornice immaginate di vedere un gruppo di insegnanti che, con zaino in spalla e curiosità negli occhi, si avventurano tra i ghiacciai del Monte Bianco e le morene dell'Anfiteatro di Ivrea con un unico obiettivo: “Sensibilizzare i proprio studenti riguardo al tema della crisi climatica.”
Sono arrivati da tutta Italia ed anche dalla Francia e dagli Stati Uniti, sono i protagonisti di "Ghiaccio Fragile" una scuola estiva che, giunta ormai alla nona edizione, ha portato docenti di ogni ordine e grado sulle vette più alte delle montagne per confrontarsi con le sfide del cambiamento climatico.
L’intento del progetto è di creare dialogo costruttivo tra il mondo della ricerca scientifica e quello dell'insegnamento. Andando a fornire agli insegnanti gli strumenti e le conoscenze più aggiornate sui cambiamenti climatici e promuovendo la creazione di attività didattiche innovative e coinvolgenti che possano sensibilizzare gli studenti e stimolare in loro una maggiore consapevolezza ambientale.
Il Monte Bianco, con i suoi ghiacciai in continua ritirata, è stato lo scenario perfetto per questa avventura formativa che ha coinvolto 32 docenti. Luogo in cui i partecipanti hanno potuto osservare da vicino gli effetti del riscaldamento globale. Crepacci sempre più profondi, lingue glaciali che si ritirano anno dopo anno, testimoniano in modo inequivocabile l'urgenza di agire.
Il gruppo durante l'escursione al Ghiacciaio del Gigante (Monte Bianco)
A far da guida un nutrito gruppo di esperti glaciologi e geologi capitanati da Gianni Boschis, geologo, divulgatore scientifico e docente, nonché ideatore del progetto “Ghiaccio Fragile”:"Se a livello globale il Surriscaldamento atmosferico è prossimo a una media di 1,5°C superiore all'epoca pre-industriale – spiega Gianni Boschis - i dati climatici della zona del Gran Paradiso sono impietosi: l'innalzamento termico è stato di 1,5°C solo negli ultimi 30 anni!"
Ma "Ghiaccio Fragile" non si è limitato a mostrare i problemi. Ha offerto anche soluzioni, strumenti e conoscenze per affrontare il futuro e soprattutto per trasmettere agli insegnanti modalità nuove tramite cui dialogare in classe.
"Mai avrei immaginato - spiega Boschis - che in pochi anni i ghiacciai si sarebbero ritirati così rapidamente".
Questa constatazione lo ha spinto a cercare soluzioni, a condividere le sue conoscenze e a creare una rete di insegnanti "ambasciatori del clima". Perché sono proprio i docenti, con la loro passione e la loro capacità di coinvolgere gli studenti, che possono fare la differenza nel formare una nuova generazione capace di farsi "custode del pianeta".
L'edizione 2024 di “Ghiaccio Fragile” si è rivelata un'esperienza ricca di emozioni e di scoperte.
La scuola estiva si è svolta dal 29 luglio al 3 agosto, offrendo ai partecipanti un'immersione completa nel mondo alpino. Il programma è stato ricco di escursioni guidate su ghiacciai, visite a siti di interesse geologico e laboratori didattici. I partecipanti hanno scalato le vette del Monte Bianco, esplorato il ghiacciaio del Gigante, visitato il Giardino Botanico Saussurea e ammirato i paesaggi unici del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Le escursioni al Nivolet e al Lago del Serrù hanno permesso di osservare da vicino gli effetti del cambiamento climatico. Grazie alla collaborazione con esperti di fama internazionale il programma ha offerto un'opportunità unica per approfondire tematiche cruciali come la produzione idroelettrica, la geologia alpina e la tutela dell'ambiente.
Escursione al lago del Serrù
Il progetto ha visto il supporto di importanti partner come IREN, un’azienda che, con i suoi impianti in Valle dell'Orco, ha permesso di integrare nel percorso formativo dati e approfondimenti sulla produzione idroelettrica e sulle sue implicazioni in un contesto di crisi climatica.
Fra gli altri enti a sostegno menzioniamo anche il Parco Nazionale del Gran Paradiso, il CAI e Città Metropolitana di Torino.
Le serate dedicate alla divulgazione scientifica, con conferenze e osservazioni astronomiche, hanno arricchito ulteriormente l'esperienza, stimolando la curiosità e l'interesse dei partecipanti.
Un momento dell'escursione al lago del Serrù
Durante il corso di formazione i docenti hanno potuto approfondire tematiche cruciali come i cambiamenti climatici, la glaciologia e la geologia.
Grazie all'esperienza diretta sul campo e al confronto con esperti di fama internazionale, i docenti hanno acquisito competenze e conoscenze che potranno trasmettere ai loro studenti, stimolando in loro la curiosità scientifica e la consapevolezza ambientale. Tornati nelle loro classi, potranno utilizzare le esperienze maturate durante il corso per progettare attività didattiche innovative e coinvolgenti, contribuendo così a formare cittadini consapevoli e responsabili.
Il successo di questa edizione dimostra quanto sia importante investire nella formazione degli insegnanti, fornendo loro gli strumenti necessari per trasmettere ai giovani le conoscenze e le competenze indispensabili per affrontare le sfide ambientali del futuro.
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