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Il lago di Ceresole Reale torna a splendere. Ma c’è troppa acqua o troppo poca?

Cosa sta succedendo ai nostri territori? La notizia positiva che arriva da Ceresole Reale ci permette di affrontare il legame che esiste tra siccità e precipitazioni irregolari

Il lago di Ceresole Reale torna splendere. Ma c’è troppa o troppo poca acqua?

Dopo anni di siccità, il lago di Ceresole Reale ha riacquistato la sua piena bellezza. Le abbondanti precipitazioni dell’ultimo anno hanno riempito il bacino, trasformandolo in uno specchio d’acqua cristallina incastonato tra le maestose montagne del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Uno spettacolo della natura che incanta visitatori e appassionati.

Ma il lago di Ceresole Reale non è solo un gioiello paesaggistico. Con i suoi 35 milioni di metri cubi d’acqua, rappresenta una preziosa risorsa energetica. L’acqua viene convogliata verso la centrale idroelettrica di Iren a Rosone di Locana dove si trasforma in energia elettrica pulita e rinnovabile.

Giuseppe Bergesio, amministratore delegato di Iren, ha espresso grande soddisfazione per i risultati ottenuti: "Quest'anno la produzione è raddoppiata rispetto al 2022, un anno segnato da una grave siccità. Ciò dimostra l'importanza strategica di questa infrastruttura per garantire l'approvvigionamento energetico del Paese."

Però, anche se questa notizia può farci tirare un respiro di sollievo, non bisogna sottovalutare il problema relativo alla siccità e alla crisi climatica che stiamo attraversando. Infatti, bisogna ricordare che i cambiamenti climatici avranno un effetto sempre maggiore sui nostri territori, con conseguenze negative anche sulle persone che li abitano.

“Qui c’è anche un problema legato al cambiamento climatico. Stiamo toccando dei record di siccità mai visti” diceva Alex Gioannini, sindaco di Ceresole Reale, in un’intervista rilasciata alla stampa due anni fa, quando il lago di Ceresole era completamente secco.

Le parole del sindaco sono un amaro avvertimento per tutti quelli che pensano che la siccità sia un fenomeno passeggero. Purtroppo, la realtà è un’altra ed è sotto gli occhi di tutti. I dati del Servizio Copernicus sui cambiamenti climatici confermano una tendenza allarmante: il periodo compreso tra settembre 2023 e agosto 2024 ha registrato la temperatura media globale più alta mai misurata in un anno. Questa anomalia termica ha reso l'estate 2024 la più calda di sempre, sia a livello globale che europeo. Ma non è finita qui. I modelli climatici suggeriscono che questa tendenza potrebbe prolungarsi nei prossimi mesi, rendendo il 2024 l'anno più caldo da quando si effettuano rilevazioni.

Ma com’è possibile? Potrebbero contestare alcune persone. Sembra che in Piemonte l’estate non sia mai arrivata. Abbiamo registrato piogge come non si vedevano da tempo (o forse non si erano mai viste così? Risponderebbero alcuni), con conseguenze anche disastrose. Ed effettivamente questo è un dato di fatto. Il lago di Ceresole Reale ha persino riacquistato la sua piena bellezza.

Il problema sta nel fatto che la siccità è strettamente collegata alle precipitazioni irregolari. Questo fenomeno è il risultato di un'alterazione del ciclo dell'acqua causato proprio dai cambiamenti climatici. Sarebbe difficile approfondire i tecnicismi in questo articolo (per chi volesse farlo, rimando a un video molto interessante al fondo dell'articolo), ma proviamo a riassumere come funziona questa apparente contraddizione.

Il riscaldamento globale sta intensificando il ciclo dell'acqua, rendendolo più estremo e meno prevedibile. Questo si traduce in un aumento sia degli eventi di siccità prolungata che di precipitazioni intense e improvvise. È ciò che sta succedendo ai nostri territori. Ed è ciò che continuerà a succedere se non troviamo una soluzione. Per questo, più che di maltempo, dovremmo parlare di crisi climatica.

Questo vuol dire che sì è vero, quest’anno il lago di Ceresole Reale è tornato al suo massimo splendore. E questa è un’ottima notizia. Ma non è detto che questa condizione durerà per sempre. Anzi, è molto probabile che cambierà in fretta. Per questo motivo è necessario affrontare seriamente questo problema, che, ripeto, non è maltempo, ma è una crisi strutturale. E per farlo c’è bisogno di un’azione collettiva, che coinvolga le istituzioni, ma che parta anche dalle nostre scelte quotidiane.

Ma che cosa possiamo fare esattamente? Non nascondo che anche io mi sono posto molte volte questa domanda ed è difficile dare delle risposte nette e sicure perché il problema sembra molto più grande di noi. Però, le azioni sono tante e spesso arrivano dalla scienza, che ormai da parecchi anni cerca di rispondere a questa domanda. Quindi, per non togliere spazio a chi potrebbe dare suggerimenti meglio di me, consiglio nuovamente la visione di questo video.

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