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Punto Rosso
13 Giugno 2023 - 15:56
Ho trovato fuori luogo la grande parata istituzional-politica e dirigenziale per l’inaugurazione di 1 (uno) posto letto in più in terapia intensiva e sette in sub-intensiva all’Ospedale di Ivrea. Visi sorridenti come se si fosse risolto con un taglio di nastro uno dei nodi cruciali della sanità a Ivrea. Come se si fossero accorciate le liste di attesa, assunti i medici, infermiere e infermieri, Oss per garantire i giusti livelli di servizio e degne condizioni di lavoro agli operatori sanitari.
Come se si fosse data una risposta al drammatico problema dell’accesso al nosocomio cittadino, dove per accompagnare una persona con difficoltà a camminare si deve essere in tre con un autista esperto di gimkane per far manovra fra ambulanze (soffocate anch’esse) e altri mezzi operativi, nello spazio di un fazzoletto. Nulla di tutto questo. Bastava un sobrio comunicato stampa. E a sostegno della necessità di un profilo più misurato, il fatto che lo stesso giorno entrambi gli ascensori che portano all’ospedale (sì anche quello appena inaugurato) erano fuori uso. Così quello stesso giorno, mentre tutte le alte cariche istituzionali e dell’Asl tagliavano felici un nastro, gli utenti si sono trovati a dover arrancare per via Palma o per via Paione.
Avranno fatto la stessa arrampicata il presidente Cirio e l’assessore Icardi per raggiungere piazza della Credenza?
Ma quello che fa più male, un pugno nello stomaco, sono le parole del presidente Cirio: «Il Covid ci ha insegnato che non si può tagliare sulla sanità, che la sanità pubblica è fondamentale e che la parola razionalizzazione, quando riguarda la sanità, è sempre una fregatura».
Sono anni che la sinistra radicale, quella minoritaria al voto ma maggioritaria in quanto a ragioni, urla basta ai tagli e afferma che la sanità deve essere pubblica e universale, come la Costituzione ci indica..
Ci prendi in giro Presidente?
Sono anni che la sinistra radicale, quella minoritaria al voto ma maggioritaria in quanto a ragioni, urla basta ai tagli e afferma che la sanità deve essere pubblica e universale, come la Costituzione ci indica. Basta favori ai privati diciamo da anni. E ben prima della pandemia che ha solo scoperto un nervo già ampiamente infiammato.
E chiede pure il Presidente Cirio “di non puntare il dito” sulla sua giunta intende, perché fra chi ha praticato tagli sulla sanità in Piemonte ci mette dentro tutti quanti. Ma il ritornello “l’han fatto tutti”, non assolve!
Infine il presidente Cirio invita a cambiare rotta, “bisogna internalizzare” intima al direttore Scarpetta per “costruire una sanità territoriale forte per dare cure e salute.”
Parole da inaugurazione.
Il nostro viso potrà avere il sorriso delle inaugurazioni solo quando vedremo assumere le infermiere e gli infermieri ora interinali, quando vedremo un Pronto Soccorso con il giusto numero di medici (non gettonisti) affinché non debbano saltare turni di riposo.
Quando condizioni di lavoro degne non faranno scappare nel privato bravi operatori sanitari.
Quando vedremo che non si lesinerà sugli strumenti per mero immediato calcolo aritmetico (come quando comprarono i “bavaglini” da sala operatoria più piccoli per risparmiare, ma poi gli operatori ne devono usare due per coprire adeguatamente il paziente).
Potremo tornare a sorridere solo quando si ripartirà da quella esemplare legge 883 del 1978 con la quale si è costituito il Sistema Sanitario Nazionale e fu sancito il concetto di salute inteso come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
Alcune foto dell'inaugurazione
L'assessore regionale Icardi pronto a farsi intervistare dalla Tv
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