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Borgofranco d'Ivrea

"Il Bacino Imbrifero Montano? Non ha i conti a posto! Le sue quote sono da rivedere"

Non si ferma la battaglia legale che da anni vede protagonisti il sindaco di Borgofranco d'Ivrea e il BIM

"Il Bacino Imbrifero Montano? Non ha i conti a posto! Le sue quote sono da rivedere"

"I conti del BIM non sono a posto, ciò che stanno facendo è illegittimo!” così, suona la carica Fausto Francisca, sindaco di Borgofranco d’Ivrea, a riguardo di una polemica che va avanti da più di 3 anni. L’argomento? Il BIM e una scorretta ripartizione dei sovracanoni. 

Il BIM è il Bacino Imbrifero Montano, un territorio ricco di acqua, con i suoi fiumi e torrenti; i sovraccanoni, invece, sono le somme che i proprietari dei vari impianti idroelettrici devono versare ai comuni di bacino. La lista dei comuni attorno al bacino (e coinvolti nella bagarre) è lunga: Borgofranco, Settimo Vittone, Quincinetto, Carema, Tavagnasco, Traversella e Valchiusa, solo per citarne alcuni. 

Da tempo, i vari comuni litigano per il modo in cui i sovracannoni sono stati ripartiti. Nel 2019, infatti, il BIM (sotto la presidenza di Sabrina Noro, sindaco di Settimo Vittone) aveva prorogato a tempo indeterminato la ripartizione dei vecchi sovraccanoni, definita nel 2009. La cosa, al tempo, non era affatto piaciuta a Francisca che, munito di legali, aveva fatto ricorso al TAR. “Esiste un grave ed irreparabile danno: il comune di Borgofranco, così facendo, viene privato di un’entrata di cui avrebbe diretto e che potrebbe inserire nel proprio bilancio” aveva affermato Carlo Emanuele Gallo, uno degli avvocati del primo cittadino borgofranchese. Qui, il TAR si era detto “incompetente in materia” e aveva passato la patata bollente al TSAP (Tribunale Superiore delle Acque). 

Fausto Francisca, sindaco di Borgofranco d'ivrea

Nel dicembre 2021 il TSAP diede ragione a Francisca, rendendo nulla la precedente ripartizione dei sovracanoni e condannando il BIM (e i comuni di Bollengo, Burolo, Chiaverano e Lessolo) a risarcire Borgofranco con 6mila euro per spese legali. 

Come tra cane e gatto, mica è finita qui. Si arriva al luglio di quest’anno, momento in cui il BIM ha deciso di fare ricorso in Cassazione sull’ultima sentenza del TSAP (quella che dava ragione a Francisca). 

Ancora, a settembre ‘22 Francisca e i suoi avvocati hanno presentato una “memoria” (un controricorso in sostanza) per far sì che la sentenza del TSAP rimanesse in piedi. 

A dare le ultime news, adesso è stato proprio il sindaco di Borgofranco: “il TSAP non ha mai accettato quello che chiedeva il BIM - dice - i 6mila euro di spese processuali, oltretutto, li dobbiamo ancora vedere. Il BIM adesso sta aspettando la Cassazione, sperano che ci sia qualche difetti nei documenti presentati. Ma non è così, le quote dei sovracanoni devono essere riviste”. 

Sembra, però, che la scorsa settimana il BIM si sia riunito in assemblea. Il risultato? É stato approvato un nuovo bilancio, ma non la ripartizione dei sovracanoni. “Sperano che la Cassazione ribalti tutto. Non hanno ridistribuito le quote dei sovracanoni, i 6 mila euro non ci sono arrivati e stanno utilizzando i soldi in bilancio per spese correnti, quando potrebbero utilizzarli solo per quelle capitali. Di fatto, quello che stanno facendo è illegittimo” commenta Francisca. 

La palla adesso passa alla presidenza del BIM e alle sue future decisioni. Al momento, il TSAP avrebbe rigettato le richieste del Bacino Imbrifero Montano, ma comunque la risoluzione di questa complicatissima saga giudiziaria non sembra ancora essere all’orizzonte. 

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