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Il caso

"Caro assessore, in Canavese non crediamo più a Babbo Natale!"

E' polemica sugli annunci per il nuovo Punto di Primo Intervento di Cuorgnè, che non è un pronto soccorso...

Cuorgnè

"Icardi pensa che in Canavese crediamo ancora a Babbo Natale"... Così Avetta replica all'assessore regionale

"Delle due l’una: o l’assessore Icardi non ha ben chiara la differenza tra un PPI (punto di primo intervento) ed un vero pronto soccorso, oppure pensa che in Canavese crediamo ancora a Babbo Natale".

Ve la ricordate la pubblicità dei Krumiri Bistefani che tanto andava in tv negli anni Ottanta e Novanta?

"E chi sono io, Babbo Natale?!".

Bene. 

L'assessore regionale Luigi Genesio Icardi

Il consigliere regionale di Cossano Canavese, Alberto Avetta, del Pd, parte proprio da lì per attaccare l'assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi e, più in generale, l'intero Governo regionale con il presidente del Piemonte Alberto Cirio, s'è fatto un tour per il Canavese per spiegare quanto di buono starebbe facendo per il territorio.

Mercoledì 22 novembre è stata “la Giornata della Sanità” nell’Alto Canavese: a Castellamonte prima e subito dopo a Cuorgnè sono state infatti presentate le novità previste a breve (il Punto di Primo Intervento a Cuorgnè) ed in un futuro meno ravvicinato (Casa ed Ospedale di Comunità a Castellamonte).

"L'assessore Icardi sta menando il can per l’aia ben conoscendo le sue vere intenzioni - inforca Avetta -. Il pronto soccorso di Cuorgnè è stato chiuso durante l’emergenza Covid e non ha più riaperto nonostante servisse un’area molto ampia e frequentata anche da tanti turisti, con la conseguenza di riversare pazienti sui DEA di Ivrea e di Ciriè". 

"La Giunta regionale ha sempre giustificato la mancata riapertura adducendo una carenza di personale, che peraltro non è mai stata colmata. Ora, a fronte di una mia Interrogazione precisa e assai comprensibile - inforca Avetta - quando riaprirà il Pronto soccorso? - l’assessore Icardi finge di non capire e risponde “intrattenendoci” per l’ennesima volta sul fatto straordinario che a gennaio a Cuorgnè aprirà un Punto di Primo Intervento. Lo sapevamo già: Cirio e Icardi ce lo stanno raccontando da qualche settimana. Ma un Punto di Primo Intervento non è un Pronto Soccorso».

Alberto Avetta, consigliere regionale del Pd

Questo è il commento del consigliere Avetta a margine della risposta che l’assessore Icardi ha formalizzato durante l’ultima seduta del Consiglio regionale.

"Resta il fatto preoccupante che il Punto di Primo Intervento è un servizio parziale, precario e del tutto insufficiente - conclude Avetta -. Sarebbe stata una soluzione accettabile solo se temporanea. Al contrario sta assumendo sempre più i connotati dell’esito definitivo. Con tutte le conseguenze in termini di peggioramento della qualità del servizio sanitario per il canavese occidentale. Questo porta con sé purtroppo che le promesse fatte da Cirio e Icardi non saranno mantenute né sulle nuove assunzioni né sul necessario ed urgente potenziamento dei servizi sanitari dell’ospedale di Cuorgnè".

Cosa si farà nel Punto di Primo Intervento di Cuorgnè

ll Punto di Primo Intervento, che aprirà  a Cuorgnè il prossimo 9 gennaio, è stato presentato ufficialmente ai  cittadini e agli operatori sanitari del territorio martedì 22 novembre nell’ex-Chiesa della Trinità. 

Sarà aperto dalle 8 alle 20 e tratterà i codici Bianchi e Verdi,  ovvero le patologie più lievi che tuttavia rappresentano il 78-80% degli accessi ai Pronto Soccorso del territorio.

Nei manifestini messi a disposizione dei partecipanti all’incontro di Cuorgnè sono riassunte le indicazioni fornite anche a voce dai dirigenti ospedalieri presenti.

Questo presidio va bene per le patologie a bassa intensità e per i malesseri non ben definiti; quando vi è necessità di piccoli atti medico-chirurgici e nei casi in cui occorrano strumenti diagnostici semplici (distorsioni, morsi di animale, dolore addominale lieve). Le procedure saranno le medesime dei Pronto  Soccorso: triage da parte di un infermiere “appositamente formato” che stabilirà il grado di urgenza e la  priorità d’intervento in base a protocolli universalmente riconosciuti. Se l’attesa si prolungasse oltre  il previsto e le condizioni del paziente peggiorassero, l’infermiere rivedrà la valutazione sempre in base ai protocolli.

In caso di Codice Bianco verrà fatto pagare il ticket. Non saranno presenti specialisti e solo in caso di emergenza o urgenza il medico del PPI invierà il paziente nei presidi che ne sono dotati. I pazienti lievi o con necessità di interventi terapeutici differibili verranno rimandati a casa ed affidati alle cure del medico di famiglia; quelli che avranno necessità di interventi sanitari immediati e non erogabili in loco verranno trasferiti in un presidio idoneo ad effettuare gli accertamenti;  se sarà necessario il ricovero, l’ambulanza provvederà al trasporto in ospedale.

Non ci si dovrebbe recare nel Punto di Primo Intervento nei casi gravi (sospetto di ictus o infarto, complicazioni in gravidanza; amputazioni, ferite penetranti, fratture esposte) ma nemmeno per i malesseri lievi e non urgenti, per anticipare visite ed esami già programmati, per far compilare ricette.

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