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La polemica

L'assessore ingrana le “marce” sul Prgc... Le Opposizioni gli chiedono di “scalare”

Vivace dibattito in consiglio comunale a Ivrea

L'assessore ingrana le “marce” sul Prgc... Le Opposizioni gli chiedono di “scalare”

Una mozione che impegna sindaco e giunta a scalare le “marce” sulla nuova variante del Prg. Dalla quinta alla terza o, perchè no, alla seconda. Primo firmatario Frqncesco Comotto, consigliere comunale e presidente della Commissione “assetto e uso del territorio”.

L’altra sera, in consiglio comunale, ha sottolineato che “ci vogliono i tempi giusti e il necessario approfondimento...”.

Un storia vecchia quella della variante al Prg. E si comincia con l’incarico al “blasonatissimo” Studio Boeri, affidato dalla passata Amministrazione, poi al “purgatorio”, infine all’incarico all’architetto Gian Carlo Paglia di Agliè a cui è stato ordinato di schiacciare il piede sull’acceleratore. 

E lui - ci mancherebbe ancora - lo sta facendo...

“Così non va bene - ha stigmatizzato Comotto - Fermiamo questa incomprensibile corsa... Che senso ha correre oggi, quando per 5 anni non s’è fatto quasi nulla? Più volte abbiamo chiesto un confronto  per valutare mano a mano il procedere dei lavori. In due recenti commissioni è stata presentata una corposa documentazione, ma senza la possibilità di approfondire gli argomenti nel dettaglio. Di commissioni ne è già stata fissata un’altra per il 5 dicembre...”.

Stando ai resoconti, Cafarelli avrebbe ipotizzato di portare in approvazione la variante in oggetto già entro la fine dell’anno.

“Impossibile - ha inforcato Comotto - considerando che la documentazione non ci è stata ancora trasmessa, se non in minima parte ... Ci opponiamo ad una variante di Prgc raffazzonata. La richiesta che facciamo è di non guardare alla tornata elettorale. Un Prg mal fatto significa anni e anni di problemi per i professionisti che ci devono lavorare...

E poi ancora a microfoni spenti...  “Con il piano regolatore si giocano i destini di una città... Non è mai positivo cercare di approvare il preliminare, con tutti i vincoli che si porta dietro, alla fine di un mandato.…”.

Dello stesso avviso il capogruppo del Pd Maurizio Perinetti.

“Abbiamo ricevuto oggi (martedì scorso ndr) la documentazione relativa alla normativa. Se vogliamo essere seri non si può pensare di leggerla in 3 o 4 giorni. L’architetto Paglia sta facendo un buon lavoro, ma c’è una bella differenza tra il preliminare tecnico (già approvato) e ciò che oggi abbiamo tra le mani. E’ legittimo che noi lo si possa analizzare per dare il nostro contributo. Lo ripeto: il Prg è una cosa seria...”.

Parla di crono programmi mai rispettati e che non si capisce perchè si debbano cominciare a rispettare proprio oggi anche il grillino Massimo Fresc.

“Ora che dobbiamo valutare cartografie e documentazioni, devono essere date alle opposizioni un numero di ore congrue da dedicare allo studio della variante.

Sono necessari una serie di incontri per esaminare i vari aspetti. Non è sufficiente girare la documentazione. Mi è parso di capire che il percorso immaginato dall’assessore non preveda presentazioni pubbliche salvo una discussione del consiglio comunale. Così non ci sto. Speravamo in una certa discontinuità con il passato ma se  le cose andranno così cambieremo il nostro atteggiamento nei confronti della maggioranza...”.

Il grillino Massimo Fresc

Tra le altre cose, proprio Massimo Fresc qualche tempo fa si era soffermato sul turismo, un argomento che gli sta a cuore. “E’ noto - aveva commentato  - il grave ritardo dell’offerta turistica dell’eporediese rispetto al resto  del Piemonte: mancano posti letto, una diversificazione delle offerte di ospitalità turistica, una viabilità e mezzi pubblici adeguati, una rete dei servizi offerti sufficientemente organizzata e pubblicizzata. Partendo da questa concreta possibilità di sviluppo abbiamo indicato una serie di possibili interventi in diverse aree del territorio comunale, (zone collinari dei laghi, centro storico, parti coltivate a ridosso della città, area Unesco, recupero di edifici storici) interventi che dovrebbero essere previsti e favoriti dal nuovo piano regolatore...”. 

Con il coltello tra i denti anche la consigliera Fiorella Pacetti.

Un Prg cambia il volto della città per decenni ed è giusto che lo si discuta con la città... Si chiama: Democrazia partecipativa. La parola d’ordine dovrebbe essere una sola: condivisione...”.

Polemica a parte, quel che ci si chiede oggi è se davvero l’amministrazione Sertoli voglia arrivare al definitivo prima della scadenza del mandato eventualmente rischiando di essere travolta da quelle critiche che solitamente circondano un Prgc.  Ci sa tanto di sì! 

Troppo lunga l’attesa considerando che le linee guide generali vennero presentate ai cittadini da Massimo Giuliani (Studio Boeri) il 20 marzo del 2018 e che da allora, nonostante siano passati più di tre anni, quel che si ha in mano resta una semplice “proposta tecnica del progetto preliminare”, approvata con i soli voti della maggioranza e, praticamente “bocciata” dalla Regione Piemonte. 

Vola il tempo vola. 

Circa un anno fa, in consiglio comunale, l’assessore Michele Cafarelli annunciò che s’era definitivamente rotto, con una triplice fattura da 5 mila euro l’una (emesse da Massimo Giuliani, Giovanni Sciuto e Marco Tosca) il rapporto con lo Studio Boeri a suo tempo incaricato alla stesura del nuovo Piano Regolatore. Chiuso un capitolo se n’era subito aperto un altro   con una variazione di bilancio di 55 mila euro riguardante l’affidamento di un “incarico per la variante generale di piano regolatore…” allo studio dell’architetto Gian Carlo Paglia di Agliè. Sarebbe stato lui, da lì in avanti, ad occuparsi della parte urbanistica. 

Il "bosco verticale" che ha reso famoso lo Studio Boeri

Si sarebbero aggiunti il geologo Daniele Chiuminatto, il naturalista Diego Marra e lo specialista dell’acustica Stefano Roletti. Tutti a lavorare a capo chino e in staff coordinati dall’Ufficio tecnico.   

Nell’ambito di una commissione “assetto e uso del territorio” poi,   Cafarelli s’era lanciato in un crono programma che prevedeva, già entro agosto di quest’anno, un progetto preliminare.    In molti fecero su è giù con la testa ma in verità la prima impressione fu che si stesse completamente stravolgendo il progetto preliminare tecnico. 

Per esempio gli “ambiti strategici” non c’erano più, sostituiti da “ambiti di rigenerazione urbana”. 

Già in quell’occasione Cafarelli disse che entro il mese di dicembre avrebbe voluto discutere e approvare il progetto preliminare. 

Una risposta, neanche troppo velata, ai   professionisti (tra gli altri: Diego Ferrero Aprato, Giorgio Salamano, Manuele Scozzari, Piergiuseppe Signorino, Alberto Tognoli, Alessandro Torri) firmatari di un appello all’Amministrazione proprio su un piano regolatore che non andava avanti.  

Naturalmente al “progetto preliminare” seguirebbe la “proposta tecnica del progetto definitivo” e quindi il “progetto definitivo” vero e proprio. 

L’architetto Paglia

L'architetto Paglia di Agliè

Dell’architetto Paglia, un professionista decisamente noto in Canavese, s’era parlato, e pure tanto, ad Ivrea, nel 2015 in qualità di estensore del piano regolatore di Pavone Canavese e delle sue ricadute sul quartiere Bellavista. 

Un tempo gran parte di questa area era infatti di proprietà del Comune di Pavone Canavese. Poi, con l’arrivo e lo sviluppo della Olivetti, venne ceduta ad Ivrea, perché vi si potessero costruire le abitazioni degli operai. Il risultato è che Pavone impose le norme urbanistiche ed Ivrea dovette attenersi. Un po’ come fosse un privato qualsiasi.   

Per farla breve, nel 2015, l’architetto Paglia decimò i terreni edificabili destinando il grosso a servizi.   

Immaginatevi la faccia dell’allora sindaco Carlo Della Pepa. 

Storse il naso e poi chiese agli uffici di scrivere subito all’ufficio tecnico di Pavone sottolineando che “con una diminuzione delle aree edificabili, Ivrea avrebbe avuto più difficoltà a trovare un acquirente…”.

La risposta dell’Architetto Giancarlo Paglia non si fece attendere: “Ivrea critica la riduzione di capacità edificatoria – disse – ma godrà di una maggiore cubatura, il tutto nell’ottica di preservare un’area a Bellavista e destinarla a servizio pubblico”.  

Non conosciamo il finale ma si tratta comunque di tutta un’altra storia…. 

L’attuale Prg

Il vigente piano regolatore, denominato PRG 2000, venne approvato nel 2006. 

Fin da subito evidenziò dei limiti per alcune scelte strategiche palesemente sbagliate. D

al punto di vista demografico si prefigurava una crescita della popolazione pari a 6000 abitanti, ampiamente smentita dai fatti considerando che gli abitanti di Ivrea sono rimasti sostanzialmente gli stessi se non leggermente diminuiti. 

Ad analizzare oggi l’indice di vecchiaia cioè il rapporto percentuale tra il numero degli ultra-sessantacinquenni e dei giovani fino ai 14 anni si scopre poi fin troppo chiaramente l’incapacità degli allora amministratori di costruire un futuro per le nuove generazioni e per il territorio. 

Tanto per dire, nel 2021 l’indice è 184 a livello nazionale, 214 per il Piemonte e 270 per Ivrea. Ciò vuol dire fuga dei giovani, necessità di servizi adeguati per la popolazione anziana, calo demografico.   

E dire che nel 2006 la fine della Olivetti, azienda che aveva caratterizzato l’economia e la società degli ultimi 50 anni, era ormai cosa fatta e si sarebbe potuta e dovuta cogliere l’opportunità storica per una rivoluzione.  

 “La verità - commentò un giorno con noi il consigliere comunale Francesco Comotto - è che il precedente PRG mancava di un approfondito, quanto doveroso, studio sociologico o meglio ancora, socio-economico, in grado di restituire una reale fotografia della situazione per porre le basi, tramite un’accorta e responsabile pianificazione urbanistica, di un futuro sostenibile al nostro territorio facendo sì che la città di Ivrea riacquisisse quella leadership territoriale perduta negli ultimi decenni. Si è corso dietro a chimere quali Mediapolis e al disastroso Piano Particolareggiato dell’ex area Montefibre, al fantomatico, quanto inutile, tunnel di Montenavale, all’inutile, quanto ambientalmente disastroso, peduncolo e altre amenità del genere, ma così ci siamo anche giocati il futuro ed oggi servirebbe un miracoloso cambio di rotta e di paradigma che però proprio non si riesce ad intravedere...”

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