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20 Gennaio 2025 - 15:41
I ricci-Centro 'La Ninna'
Venerdì scorso, dalle 11 alle 12, i bambini della Scuola dell’Infanzia di Verolengo hanno avuto l’opportunità di partecipare a un incontro online davvero speciale, incentrato sulla scoperta del riccio e del mondo degli animali selvatici. A guidarli in questa avventura nella natura è stato Massimo Vacchetta, che ha dedicato la sua vita alla cura e al recupero di questi affascinanti animali.
Massimo Vacchetta
Chi è Massimo Vacchetta?
Massimo Vacchetta, residente a Novello, in provincia di Cuneo, è un veterinario che ha trascorso molti anni nel settore dei bovini. Tuttavia, la sua passione per la fauna selvatica lo ha spinto a cambiare rotta, dedicandosi completamente al recupero dei ricci. Nel 2014 ha fondato il Centro Recupero Ricci «La Ninna», una struttura immersa nelle colline piemontesi, dove gli animali possono ricevere l’assistenza necessaria per essere reinseriti nel loro habitat naturale. Non solo un veterinario, Massimo è anche presidente dell’Associazione «Centro recupero ricci LA NINNA», che si occupa di sensibilizzare il pubblico sulla fauna selvatica. La sua dedizione alla causa ha permesso di creare una rete di recupero e protezione per i ricci, che sono diventati i suoi “ospiti” più amati.
Perché il centro si chiama «La Ninna»?
Il nome del centro ha una storia molto speciale. Nel maggio 2013, Massimo ricevette una piccola riccia, una femmina di appena 25 grammi, disidratata e quasi morta. Dopo averla salvata e rilasciata in libertà, Massimo chiamò la piccola «Ninna», ispirandosi alla «ninna nanna». Fu proprio grazie a questa riccia che Massimo scoprì l’amore per questi animali e decise di dedicarsi completamente al loro recupero.
L’incontro con Massimo Vacchetta è stato molto più di una lezione di zoologia. È stato un viaggio nel cuore della natura, in cui i bambini hanno potuto scoprire le meraviglie del mondo dei ricci. Durante la videochiamata, Massimo ha mostrato i ricci ospitati nel suo centro e ha risposto alle tante domande dei più piccoli.
Tra le curiosità emerse, i bambini si sono chiesti: «Come si difendono i ricci?». Massimo ha spiegato che le spine sono il loro metodo di difesa naturale contro i predatori. Un’altra domanda interessante è stata: «Cosa mangiano i ricci?». Il veterinario ha risposto che i ricci sono insetti-voraci e si nutrono principalmente di lombrichi, insetti e altri piccoli invertebrati.
Ma l’incontro non si è limitato a rispondere alle domande sui ricci: Massimo ha colto l’occasione per sensibilizzare i bambini sull’importanza di proteggere la natura e gli animali selvatici. “Anche voi potete fare la differenza,” a detto Massimo ai bambini. “Basta rispettare gli animali e il loro ambiente, per esempio non danneggiando le loro case naturali e facendo attenzione a non metterli in pericolo.”
Massimo Vacchetta ha poi mostrato come i ricci vengono nutriti al centro. Ha spiegato che non possono bere latte di mucca, che è troppo grasso per loro, ma ricevono un latte speciale che soddisfa le loro esigenze nutrizionali. Inoltre, i ricci più piccoli vengono alimentati ogni due ore per garantire la loro crescita sana e forte.
Massimo ha anche raccontato come i ricci siano curati non solo per le ferite, ma anche per altre necessità, come le problematiche respiratorie. Anche i ricci anziani richiedono attenzioni particolari, poiché necessitano di un monitoraggio costante per garantire il loro benessere. “L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, tutto dipende dagli animali e dalle piante. Se non impariamo a prenderci cura di loro, mettiamo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza” ha spiegato. Un messaggio chiaro che ha reso evidente l’importanza di ogni essere vivente nel delicato equilibrio dell’ecosistema. Senza gli animali, la vita come la conosciamo non sarebbe possibile.
Durante l’incontro con i bambini della Scuola dell’Infanzia di Verolengo, Massimo Vacchetta ha parlato non solo dei ricci che salva al Centro “La Ninna”, ma anche di un riccio speciale, Charlie, che ha vissuto con loro un lungo e difficile percorso di cura. I bambini, curiosi e affettuosi, avevano sentito parlare di lui anche in precedenti occasioni, quando durante il periodo natalizio erano stati coinvolti in una donazione di cibo per gli animali. “Abbiamo fatto tutto il possibile per lui”, ha detto Massimo con voce commossa, “ma il suo cuore e i suoi polmoni erano gravemente compromessi in modo irreversibile”. Nonostante le cure amorevoli e l’assistenza continua, le condizioni di Charlie erano troppo gravi per essere salvato.
Un altro tema che ha suscitato grande interesse tra i bambini è stato il comportamento della mamma riccio. “Se trovate un riccio da solo, non toccatelo! Se la mamma vede che lo disturbate, scappa, e il cucciolo potrebbe morire di fame”, ha detto Massimo con un tono fermo ma affettuoso. Ha spiegato che un cucciolo di riccio alla nascita pesa solo 10-25 grammi, ma dopo una settimana può arrivare a 40-50 grammi. Quando arriva il freddo, i piccoli in difficoltà vengono portati nel nostro centro, dove vengono curati e nutriti fino a quando non sono abbastanza grandi per sopravvivere da soli. I ricci già più grandi, invece, si rifugiano sotto una "palla" di foglie per proteggersi e dormire fino alla fine dell'inverno. In questo periodo, trovare cibo è molto difficile, quindi i centri di recupero si occupano di nutrirli e assisterli finché non imparano a procurarsi il cibo autonomamente.
Una delle domande più curiose che i bambini hanno posto durante l’incontro è stata: «Quando i ricci si fanno male o sono malati, devono fare delle punture per guarire?». Massimo ha spiegato che, se necessario, i ricci possono essere sottoposti a iniezioni, ad esempio per trattare infezioni o ferite gravi, ma che non tutti i ricci necessitano di questo tipo di trattamento. La cura per ogni riccio dipende dalla sua condizione, e ogni animale viene seguito con grande attenzione per garantirne il benessere.
Nel 2023, il Centro “La Ninna” ha salvato ben 150 ricci, portando il totale dei recuperi a oltre 3.500 animali dal suo inizio. Un risultato straordinario che dimostra l’impegno costante di Massimo e del suo team nel soccorrere questi piccoli animali. “Ogni riccio salvato è una piccola vittoria per la natura”, ha detto Massimo con un sorriso, consapevole che ogni gesto, per quanto piccolo, contribuisce a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema.
Se qualcuno trova un riccio in difficoltà, può contattare il Centro visitando la pagina Facebook (clicca qui) o il profilo Instagram (clicca qui) per seguire le storie di cura quotidiana e scoprire come il team di Massimo si prende cura dei ricci.
I bambini online a scuola di Verolengo
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