Mauro Salizzoni, direttore del Centro Trapianti della Città della salute in pensione e vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, potrebbe entrare a far parte della task force guidata dall’ex ministro Ferruccio Fazio e costituita nei giorni scorsi dalla Regione per progettare la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus sul fronte della sanità in Piemonte. L’ipotesi è emersa nel corso della conferenza dei capogruppo di mercoledì scorso e ad avanzarla è stato il capogruppo della Lega, Alberto Preioni, che soltanto il giorno prima aveva attaccato il professore per la sua partecipazione alla trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio. Prima di accettare Salizzoni, che nelle ultime settimane non ha risparmiato le critiche alla gestione dell’emergenza coronavirus in Piemonte, dovrebbe incontrare lo stesso Fazio e Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale che partecipa ai lavori della task force. La notizia non poteva non solleticare più di una reazione. “La stessa Lega che ieri dava degli ‘sciacalli’ a noi, ai giornalisti e a Mauro Salizzoni, oggi propone di inserire quest’ultimo nella task force dell’Unità di Crisi. Da sciacalli a esperti in un giorno insomma - ha commentato il capogruppo di Liberi Uguali Verdi (Luv) in Piemonte - Il capogruppo della Lega Preioni non è credibile ma, soprattutto, non ha capito che non è il presidente della Regione, che la task force appena nominata non ha tessere della Lega e che non è merce da spoil sistem. Preioni si svegli: prima comprenderà che i suoi assessori sono stati commissariati a favore di esperti super partes quali Vineis, Di Perri e Giustetto, prima si renderà conto che esiste eccome un ‘caso piemonte’; noi glielo diciamo da settimane”. Sul piede di guerra anche Francesca Frediani e Giorgio Bertola, consiglieri regionali M5S. “L’obiettivo della task force - osservano - dovrebbe essere analizzare e certificare le carenze strutturali che l’emergenza coronavirus ha messo in luce, un ruolo tecnico quindi e non politico. In questo momento il professor Salizzoni, professionista di indiscussa competenza e professionalità, è un esponente di una forza di opposizione. Riteniamo pertanto che l’incarico sarebbe incompatibile con il suo ruolo politico”. E secondo gli esponenti M5S la proposta altro non sarebbe che un goffo tentativo del capogruppo della Lega Preioni di ricucire i rapporti con le minoranze. E di fronte al gran dibattito il Pd annuncia un confronto interno per rispondere alla proposta. Perché, sottolinea il partito, “convocare in una task force il vicepresidente del Consiglio regionale mentre lo stesso Consiglio regionale di cui è vicepresidente non viene convocato per discutere delle stesse questioni sembra quantomeno un po’ contorto”.“Noi non siamo - dicono il segretario del Pd piemontese Paolo Furia e il capogruppo a Palazzo Lascaris, Domenico Ravetti - alla ricerca di posti nelle tante unità di crisi, comitati, task force attivate in questi mesi convulsi dalla Giunta regionale. Vogliamo aiutare i piemontesi nell’elaborazione della migliore strategia possibile per uscire dalla crisi. Gli spazi per elaborare questa strategia sono le commissioni e l’Aula consiliare. Eppure in queste sedi il confronto non c’è mai stato”. Di tutt’altro tono la risposta del diretto interessato. “Ringrazio chi mi ha proposto -ha chiuso il giro Salizzoni - Sono convinto che la Fase 2 che ci attende sia estremamente complicata e le decisioni che verranno assunte necessitino di un grande sforzo di compattezza istituzionale. Come già fatto fino ad oggi, non farò mai mancare le mie proposte e il mio contributo indipendentemente dalla partecipazione al lavoro della task force. Pur apprezzando la volontà di volermi coinvolgere, e nutrendo personale stima nei confronti dei componenti la task force, la decisione finale non può prescindere dal confronto con il gruppo consiliare regionale del Pd e con la forza politica con la quale sono stato eletto a maggio, tenendo conto che il mio attuale ruolo istituzionale e politico di vice Presidente di minoranza del Consiglio regionale del Piemonte non è compatibile con un impegno diretto nella task force”.
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