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Quintali di botti sequestrati e un cane morto di spavento, l'amaro bilancio della vigilia di Capodanno

Nel Casertano una casa trasformata in polveriera. A Firenze un cane muore di spavento

Quintali di botti sequestrati e un cane morto di spavento, l'amaro bilancio della vigilia di Capodanno

Mentre l’Italia si avvicina alla notte di Capodanno, le città si accendono di luci, eventi e attese. Ma dietro l’atmosfera di festa, le forze dell’ordine stanno combattendo una battaglia silenziosa e quotidiana contro un fenomeno che ogni anno si ripresenta con la stessa pericolosa regolarità: i fuochi d’artificio illegali, spesso custoditi in abitazioni private, garage e depositi improvvisati trasformati in vere e proprie polveriere.

Nel Casertano, a Mondragone, l’ultimo intervento ha restituito l’immagine plastica del rischio. I carabinieri hanno scoperto un’abitazione che nascondeva oltre 11 quintali di materiale pirotecnico: botti di ogni tipo, mini razzi, bengala e ordigni pronti per essere immessi sul mercato clandestino. Una quantità tale da rappresentare un pericolo non solo per chi li maneggia, ma per un intero quartiere. Una donna di 61 anni è stata denunciata per fabbricazione e commercio abusivo, mentre il materiale è stato immediatamente sequestrato per evitare conseguenze potenzialmente devastanti.

Non si tratta di un episodio isolato. Da Nord a Sud, l’Italia di fine dicembre è attraversata da una vera e propria offensiva dei controlli, con sequestri che raccontano un fenomeno diffuso e capillare. A Torino, la Guardia di Finanza ha intercettato e sequestrato tre tonnellate di materiale pirotecnico non conforme alle norme di sicurezza, denunciando quattro persone. In Lombardia, tra Legnano e Varese, altri 250 chili di botti sono finiti sotto sigillo, mentre a Padova e Marsciano i controlli hanno portato alla scoperta di decine di migliaia di pezzi custoditi in locali del tutto inadeguati, privi di qualsiasi misura di sicurezza.

Anche il commercio online è finito nel mirino. A Lucca, un venditore attivo sul web è stato denunciato dopo il sequestro di oltre 44 chili di fuochi artigianali, spesso privi di certificazioni e realizzati con miscele instabili. Un mercato sommerso che sfrutta la rete per aggirare controlli e regole, moltiplicando i rischi e rendendo più complesso il lavoro di prevenzione.

Ma i numeri dei sequestri raccontano solo una parte della storia. L’altra, più silenziosa e spesso invisibile, riguarda le conseguenze di botti e petardi su chi non può difendersi. A Firenze, nei giorni scorsi, un cane è morto per lo spavento dopo l’esplosione di fuochi nelle vicinanze di un canile. Un episodio che ha colpito l’opinione pubblica e che riporta al centro un tema che ogni anno ritorna, ma raramente trova soluzioni strutturali: l’impatto dei rumori violenti sugli animali domestici e selvatici.

Anche quest’anno il Wwf ha lanciato un allarme chiaro. I fuochi pirotecnici, spiegano gli esperti, provocano shock acustici, traumi e reazioni di panico negli animali. Cani e gatti fuggono, spesso disorientati, con il rischio di investimenti o incidenti mortali. Gli animali selvatici, colti di sorpresa, abbandonano rifugi e nidi, consumando energie preziose in pieno inverno e mettendo a rischio la propria sopravvivenza. In alcuni casi, il panico può avere esiti fatali.

I danni, però, non si fermano al mondo animale. Le alte temperature generate dalle esplosioni e le scintille possono compromettere la vegetazione, soprattutto in aree verdi urbane o periurbane. I residui chimici dei botti contribuiscono inoltre all’inquinamento dell’aria, aggiungendosi a una situazione ambientale già critica nei mesi invernali, quando lo smog raggiunge livelli elevati in molte città.

Di fronte a questo scenario, le amministrazioni locali hanno scelto la linea della prevenzione. A Roma, il sindaco Roberto Gualtieri ha firmato un’ordinanza che vieta l’uso di fuochi d’artificio, petardi e botti dal 31 dicembre al 6 gennaio, consentendo esclusivamente fontane luminose e bengala. Un provvedimento pensato per ridurre i rischi e contenere gli effetti più pericolosi della notte di San Silvestro.

Anche Napoli ha richiamato i cittadini al rispetto delle ordinanze anti-botti, sottolineando l’importanza di festeggiare in sicurezza in una città dove, storicamente, l’uso incontrollato di fuochi ha causato incidenti e feriti. Provvedimenti analoghi sono stati adottati da Milano, Trento, Assisi e da molte altre realtà urbane, soprattutto nei centri storici e nelle piazze principali, dove sarà vietato non solo utilizzare fuochi d’artificio, ma anche detenere bottiglie di vetro, lattine, droni e altri oggetti potenzialmente pericolosi.

A Milano, in particolare, il piano sicurezza per Capodanno prevede misure stringenti. Piazza Duomo sarà transennata, con accessi contingentati e un limite massimo di 5 mila persone. Presidi di polizia, vigili del fuoco e personale sanitario saranno dislocati lungo l’area per garantire interventi rapidi in caso di emergenze. Un dispositivo pensato per prevenire incidenti, ma anche per proteggere uno dei luoghi simbolo del patrimonio culturale italiano.

Controlli a tappeto, presidi fissi e divieti mirati: sono queste le parole d’ordine delle autorità alla vigilia del nuovo anno. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire un Capodanno sicuro, riducendo al minimo incidenti, feriti e danni. Una sfida che si gioca sul terreno della prevenzione, ma anche su quello della responsabilità individuale.

Perché dietro ogni botto illegale non c’è solo un gesto di festa fuori controllo, ma un rischio concreto per persone, animali e beni comuni. E mentre l’Italia si prepara a salutare il 2026, la speranza delle istituzioni è che il nuovo anno si apra con meno esplosioni e più consapevolezza, trasformando la notte più lunga dell’anno in un momento di festa che non lasci dietro di sé ferite, danni e paura.

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