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30 Dicembre 2025 - 18:17
Botti di Capodanno, l’appello alla Regione: stop per animali e persone fragili (foto di repertorio)
I botti di Capodanno tornano al centro del dibattito politico in Piemonte, non come semplice tradizione da difendere o contestare, ma come tema che incrocia tutela animale, fragilità sociali e responsabilità collettiva. A sollevare la questione sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio, che chiedono alla Regione di compiere quello che definiscono un vero passo di civiltà.
Secondo i tre esponenti pentastellati, i fuochi d’artificio continuano a produrre ogni anno conseguenze pesanti e spesso sottovalutate. «Provocano paura, stress e gravi conseguenze non solo negli animali domestici e selvatici, ma anche in chi vive una condizione di ipersensibilità ai rumori, come bambini, anziani, persone nello spettro autistico o con disturbi d’ansia», ricordano, allargando il campo oltre il tema animalista e chiamando in causa una platea molto più ampia di cittadini.
Nel loro intervento, i consiglieri collegano il tema dei botti a una scelta recente del Consiglio regionale. Con l’approvazione dell’ultimo Piano socio-sanitario regionale, infatti, è stato riconosciuto il valore sociale dei santuari, dei rifugi e dei centri di recupero per animali, inserendoli ufficialmente tra le realtà di interesse collettivo. Un passaggio che, secondo il M5s, non può restare solo sulla carta.
«È un riconoscimento importante», spiegano, perché sancisce il ruolo di queste strutture nella cura degli animali in difficoltà e nel fronteggiare situazioni critiche, come quelle che si verificano proprio nei giorni segnati dai botti. «Con questo atto, la Regione Piemonte si è assunta un impegno concreto e formale sul tema della tutela animale, che deve ora tradursi in scelte coerenti e responsabili».
Accanto alla richiesta rivolta alla giunta regionale, il M5s insiste però anche su un altro piano, quello delle scelte individuali. «Il primo passo deve partire da ciascuno di noi», sottolineano i consiglieri, invitando a considerare la rinuncia ai botti non come un divieto imposto dall’alto, ma come un atto consapevole. «Rinunciare ai botti non deve essere vissuto come un obbligo imposto dalle leggi, ma come una scelta di civiltà, di rispetto e di responsabilità sociale».
L’obiettivo dichiarato è evitare che una notte di festa si trasformi, ancora una volta, in un momento di paura e sofferenza per chi non ha voce o non può difendersi. «Solo così il Capodanno potrà tornare a essere davvero un giorno di festa per tutte e tutti», concludono, rilanciando un appello che chiama in causa istituzioni e cittadini allo stesso modo.
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