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Cronaca

Peste suina africana, nuovo caso in Piemonte: contagi ancora in crescita tra i cinghiali

Segnalata una positività ad Alessandria: salgono a 797 i casi complessivi nella regione

Peste suina africana, nuovo caso in Piemonte: contagi ancora in crescita tra i cinghiali

Peste suina africana, nuovo caso in Piemonte: contagi ancora in crescita tra i cinghiali (foto di repertorio)

La peste suina africana continua a circolare nel Nord-Ovest e registra un nuovo aggiornamento anche in Piemonte. L’ultimo bollettino dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta segnala una nuova positività tra i cinghiali in provincia di Alessandria, nel territorio comunale di Spigno Monferrato. Con questo caso, i contagi accertati nella zona salgono a undici, mentre il totale regionale raggiunge quota 797 casi.

Il dato conferma una diffusione che, pur procedendo lentamente, resta costante nel tempo. La malattia continua a colpire esclusivamente la fauna selvatica, senza nuovi focolai negli allevamenti suinicoli, elemento che rappresenta al momento l’aspetto più rassicurante del quadro epidemiologicoz. Restano infatti invariati i numeri relativi ai contagi negli allevamenti, che negli ultimi mesi hanno costituito la principale preoccupazione per il comparto agricolo e zootecnico.

Parallelamente, anche la Liguria registra un aggiornamento: sono quattro i nuovi casi rilevati tra i cinghiali, che portano il totale regionale a 1.166 positività. Complessivamente, tra Piemonte e Liguria, la mappa del contagio rimane ampia e frammentata, con 188 Comuni coinvolti almeno una volta dall’inizio dell’emergenza.

Dal punto di vista sanitario, la peste suina africana non rappresenta un rischio per l’uomo, ma continua ad avere un impatto rilevante sul settore suinicolo, sia in termini di prevenzione sia per le restrizioni alla movimentazione degli animali e dei prodotti. La presenza del virus nella popolazione dei cinghiali, considerata il principale serbatoio della malattia, rende complesso il contenimento e impone il mantenimento di misure di controllo rigorose, dal monitoraggio costante alla gestione della fauna selvatica.

L’aggiornamento diffuso dall’Istituto Zooprofilattico fa riferimento ai dati raccolti fino al 21 dicembre. Il prossimo report ufficiale è atteso per il 13 gennaio 2026, data che fornirà un nuovo quadro sull’evoluzione del virus nei territori interessati. Nel frattempo, le autorità sanitarie e veterinarie continuano a ribadire l’importanza del rispetto delle misure di biosicurezza, soprattutto nelle aree rurali e nelle zone boschive dove la presenza dei cinghiali è più significativa.

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