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Cronaca
19 Dicembre 2025 - 10:33
La notte prima del derby degenera in guerriglia urbana, anche tre tifosi del Canavese tra gli indagati
La notte prima del derby della Mole si è trasformata in un banco di prova per l’ordine pubblico, con una tensione che dal Canavese è arrivata fino al cuore di Torino, lasciando dietro di sé indagini, provvedimenti restrittivi e un bilancio che parla di oltre cento ultras identificati nel giro di appena ventiquattro ore. Un contesto che riporta alla memoria gli scontri dell’anno precedente e che ora è al centro di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Torino, formalmente chiusa nei giorni scorsi.
Tra i trenta indagati per la maxi rissa scoppiata tra l’8 e il 9 novembre 2024 figurano anche tre tifosi originari del Canavese, residenti a Pont Canavese, Villareggia e Caluso, rispettivamente di 25, 38 e 24 anni. I fatti risalgono alle ore immediatamente precedenti il derby Juventus-Torino, disputato il 9 novembre, quando la città si è trovata a fronteggiare una vera e propria guerriglia urbana.
Poco prima dell’una di notte, un gruppo stimato in circa cento persone si è affrontato nelle strade attorno a piazza Gran Madre di Dio, in una zona centrale e molto frequentata. Le immagini, diffuse rapidamente sui social, hanno mostrato scene di violenza diffusa, con bastonate, pugni e calci, che hanno seminato il panico tra i residenti e i passanti. Il bilancio finale parla di quattro feriti, uno dei quali ha riportato una prognosi di 25 giorni, segno di una violenza tutt’altro che episodica.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, molti dei partecipanti avevano il volto coperto e si erano presentati armati di bastoni, aste di stendardi e altri oggetti contundenti. Durante gli scontri sarebbero stati utilizzati anche cinture e caschi da motociclista come armi improprie, aggravando il livello di pericolosità degli episodi. All’arrivo delle forze dell’ordine, la situazione è rimasta critica, con alcuni soggetti che avrebbero opposto resistenza, anche se i tre indagati canavesani non rientrerebbero tra questi.

L’inchiesta ha conosciuto un’accelerazione nel gennaio 2025, quando la Polizia di Torino, con il supporto di diverse questure del Nord Italia, ha eseguito 23 perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di appartenenti ai gruppi ultras della Juventus e del Torino. I controlli hanno riguardato anche locali riconducibili a gruppi organizzati, con il sequestro di materiale informatico e indumenti ritenuti utili per ricostruire responsabilità e dinamiche degli scontri.
Ma la notte della rissa non è stato l’unico fronte critico. Nelle 24 ore precedenti il derby, le forze dell’ordine hanno identificato oltre cento ultras granata in diversi punti della città. Una trentina di loro è stata bloccata dalla Digos e dal reparto mobile tra venerdì e sabato notte, sempre nella zona della Gran Madre e di piazza Vittorio Veneto, dove si erano concentrati con l’obiettivo di entrare in contatto con i supporter juventini.
Altri ottanta circa sono stati identificati nel pomeriggio e nelle ore immediatamente precedenti la partita nei pressi dell’Area 12 dell’Allianz Stadium. Si tratta di tifosi arrivati privi di biglietto, giunti alla spicciolata a bordo di auto private o taxi, con l’intento, secondo quanto ricostruito, di cercare un contatto con la tifoseria avversaria. In totale, in quella zona sarebbero stati presenti oltre duecento ultras, un numero che ha fatto scattare un dispositivo di sicurezza rafforzato.
I tentativi di avvicinamento tra le tifoserie sono stati disinnescati grazie alla presenza capillare delle forze dell’ordine, che temevano il ripetersi degli scontri dell’anno precedente, quando le due fazioni si erano affrontate con mazze, cinghie e bombe carta sempre nei pressi della Gran Madre. Questa volta, però, durante i controlli non è stato rinvenuto materiale atto a offendere e, per questi episodi, non sono stati adottati provvedimenti immediati nei confronti dei tifosi identificati.
Sul piano amministrativo, l’esito complessivo dell’operazione resta comunque pesante. Al termine delle attività investigative sono stati disposti 43 Daspo, mentre per altri 20 è stata avviata la procedura di aggravamento di provvedimenti già esistenti. A questi si aggiungono ulteriori 10 Daspo emessi per danneggiamenti avvenuti nel settore ospiti dello stadio, sempre in occasione del derby del 9 novembre.
Il quadro che emerge è quello di una violenza organizzata, che si muove tra provincia e città, lontano dallo stadio ma strettamente connessa all’evento sportivo. Il coinvolgimento di tifosi provenienti anche dal Canavese evidenzia come le dinamiche ultras superino i confini urbani, alimentando una rete di contatti e spostamenti che richiede un controllo costante e coordinato.
Ora la vicenda entra nella sua fase giudiziaria, mentre resta alta l’attenzione delle forze dell’ordine su un fenomeno che, a ogni derby, rischia di trasformare una partita di calcio in un problema di ordine pubblico ben più ampio.
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