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Il Toro gela la Juve all’Allianz: Paleari para tutto, Spalletti fischiato

Derby della Mole senza gol ma dal sapore granata: Baroni esulta da lontano, Cairo si gode un punto storico

Il Toro gela la Juve all’Allianz: Paleari para tutto, Spalletti fischiato

Curva Maratona

Un derby della Mole così, la Juve non se lo aspettava. Finisce 0-0 all’Allianz Stadium, ma lo zero in fondo al tabellone pesa in modo diverso: sa di beffa per la Juventus, di orgoglio e resistenza per il Torino. Il pubblico bianconero saluta la squadra con qualche fischio, mentre tra i granata è festa vera: mai, da quando esiste lo stadio di Vinovo, il Toro era riuscito a uscire imbattuto nella stracittadina d’andata.

Il protagonista assoluto è Paleari, il portiere granata che si è preso il derby con una serie di parate da manuale. Attento, reattivo, coraggioso, ha respinto tutto quello che gli è passato davanti, da un sinistro velenoso di Conceicao a un colpo di testa ravvicinato di McKennie. Non è un caso se alla fine il suo nome è quello che risuona di più negli spogliatoi e in curva: “Man of the match”, e non solo per i numeri.

La Juventus di Luciano Spalletti paga una serata storta, senza ritmo né idee. Il tecnico, che tocca quota 1000 punti in carriera, sperava in una vittoria per tenere viva la rincorsa alla vetta, ma il pareggio interrompe la spinta e lascia un’aria pesante in casa bianconera. Spalletti aveva rinunciato a Gatti, preferendo Rugani al centro della difesa con Kalulu e Koopmeiners davanti a Di Gregorio. In mezzo, Thuram stringe i denti nonostante i guai al polpaccio e gioca accanto a Locatelli, con Cambiaso e McKennie sugli esterni. Davanti, la coppia Vlahovic–Yildiz con Conceicao a destra: un tridente di peso, almeno sulla carta.

Dall’altra parte, il Toro di Baroni, oggi affidato al vice Colucci per squalifica del tecnico, si presenta con le idee chiare. In porta c’è ancora Paleari, mentre in difesa Ismajli prende il posto di Tameze accanto a Maripan e Coco. In regia comanda Ilic, davanti la sorpresa: accanto a Simeone, gioca Ngonge, non Adams. Una scelta che paga in equilibrio e coraggio.

La partita, per lunghi tratti, è una sfida di nervi più che di tecnica. La Juve cerca di tenere alto il baricentro, il Toro risponde con ordine e compattezza. Le occasioni nel primo tempo si contano sulle dita di una mano, e alcune restano solo potenziali: McKennie da una parte e Simeone dall’altra esitano al momento del tiro, trasformando due buone chance in nulla di fatto. L’unico vero brivido arriva al 37’: un sinistro rasoterra di Conceicao deviato in tuffo da Paleari, che poi si alza e urla la sua esultanza. L’arbitro Zufferli, però, non concede nemmeno il corner.

La ripresa si apre con cambi da entrambe le parti: Gatti entra per Rugani nella Juve, Asllani e Adams prendono il posto di Ilic e Ngonge nel Toro. Dopo pochi minuti, Simeone fa esplodere il settore ospiti ma l’esultanza dura poco: gol annullato per fuorigioco. È il segnale che il Torino non ha intenzione di limitarsi a difendere. Il “Cholito” ci riprova con un colpo di testa centrale, poi Adams costringe Di Gregorio a un intervento decisivo.

È il momento migliore dei granata, che giocano con coraggio, trovano linee di passaggio pulite e mettono in difficoltà una Juve spenta. Spalletti corre ai ripari inserendo David e Zhegrova al posto di Vlahovic e Conceicao, ma il copione non cambia. La Juve attacca più per inerzia che per convinzione, e quando riesce a sfondare trova sempre Paleari. Prima lo ferma con una uscita bassa perfetta sul canadese, poi con un riflesso da campione sul colpo di testa di McKennie.

C’è anche un pizzico di follia: un rinvio sbagliato di Paleari rimbalza sul corpo di David e per poco non si trasforma in autogol, ma la palla sfiora il palo e finisce sul fondo. È l’unico errore di una serata da incorniciare.

Nel finale, Colucci inserisce Anjorin e Zapata per dare fisicità e tenere palla, mentre Spalletti gioca le ultime carte con Openda e Adzic. La Juve si riversa in avanti, ma il Toro si chiude a riccio e non concede più nulla.

Quando l’arbitro fischia la fine, i granata si abbracciano come se avessero vinto. In un certo senso, è davvero così. Un punto strappato sul campo dei rivali storici, una porta inviolata all’Allianz per la prima volta da quando è stato inaugurato lo stadio, e un presidente Urbano Cairo che applaude soddisfatto in tribuna. Per lui, nel ventesimo anno di presidenza, è un piccolo traguardo storico: mai il Toro era uscito imbattuto dall’andata del derby.

La Juve, invece, esce tra i fischi del pubblico e la consapevolezza di aver perso un’occasione. Non solo per la classifica – con la concorrenza che rischia di scappare e la zona Champions distante sei punti – ma per l’identità. Spalletti dovrà ritrovare il gioco e il carattere di una squadra che sembra aver smarrito entrambe le cose.

Per ora, Torino è granata. E all’Allianz resta l’eco di un paradosso perfetto: nel derby in cui nessuno ha segnato, il Toro ha vinto senza far gol.

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