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Cronaca
23 Novembre 2025 - 10:36
Gesto su Superga al Derby: quattro tifosi Juve colpiti da DASPO
Il derby della Mole si trascina ancora dietro le sue ferite. Questa volta non per ciò che è accaduto in campo, ma per ciò che alcuni tifosi hanno scelto di mettere in scena sugli spalti. Quattro sostenitori della Juventus sono stati raggiunti da un DASPO di un anno dopo aver mimato con le braccia il gesto dell’aeroplano che precipita, un richiamo diretto e doloroso alla tragedia di Superga del 1949, in cui perse la vita l’intera squadra del Grande Torino. Un gesto breve, ma sufficiente a riaprire una cicatrice che Torino non ha mai smesso di portare addosso.
Gli agenti della Digos, presenti allo Stadium durante Juventus–Torino dell’8 novembre, non hanno avuto difficoltà a identificarli. I quattro, spiegano dagli uffici investigativi, si sono resi protagonisti di un comportamento ritenuto “provocatorio e offensivo”, tale da poter innescare tensioni in uno dei match più delicati dell’anno. Da qui la misura del questore: una sanzione amministrativa che impedisce l’accesso a qualunque impianto calcistico per dodici mesi, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza pubblica e garantire che la rivalità sportiva non degeneri in altro.
È un provvedimento che conferma una linea ormai consolidata: colpire non solo gli episodi di violenza fisica, ma anche quei gesti che mirano a offendere la memoria collettiva e alimentare ostilità. Perché Superga, a Torino, non è una semplice pagina di storia sportiva. È un simbolo. E usarlo come arma di sfottò significa varcare un confine che nemmeno le tifoserie più accese sono disposte ad accettare.
Non è la prima volta, purtroppo. Nel derby, la memoria del Grande Torino torna spesso bersaglio di provocazioni. Ma stavolta la risposta delle autorità è arrivata in modo immediato e compatto, quasi a voler ribadire che l’inciviltà non può diventare abitudine. Il calcio, ricordano dalla Questura, è un luogo in cui la passione deve convivere con il rispetto. E trasformare Superga in un gesto teatrale è un tradimento non solo dello sport, ma della città intera.
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